Non ci resta che piangere

film italiano del 1984 diretto da Roberto Benigni e Massimo Troisi

Non ci resta che piangere

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Saverio e Mario scrivono una lettera a Savonarola in una scena del film

Titolo originale

Non ci resta che piangere

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1984
Genere commedia
Regia Roberto Benigni e Massimo Troisi,
Sceneggiatura Roberto Benigni, Massimo Troisi, Giuseppe Bertolucci
Produttore Mauro Berardi
Interpreti e personaggi

Non ci resta che piangere, film italiano del 1984, regia di Roberto Benigni e Massimo Troisi.

[Saverio esce dal pronto soccorso per montar in macchina dove v'è già seduto l'amico Mario, che lo stava aspettando, e s'avviano]
Mario: Allora, c'ha ditto 'o duttore? Comme sta? Eh? [vedendo che Saverio, con espressione torva, non accenna parola prova a cambiare discorso e parla dei capelli specchiandosi nello specchietto retrovisore] Ma guarda, chisto comme m'ha cumbinato 'sti capille. È stato capace e me... e m' 'e ruvinà a mme. Hê visto o no? Ccà, guarda ccà... m'ha lasciato sta ciocca... Mo c'aggi' 'a turna', m'aggi' 'a fa taglia' n'ata vota... negato. Cioè isso pe na sola cosa va bbuono, p' 'o shampoo... 'O shampoo è bravo, 'o fa bbuono, va veloce... Sulo a taglià, nun saccio chi 'nc'ha miso 'e fforbice 'mmano. [l'auto intanto si è fermata ad un casello]
Saverio: Imbecille, guarda. Ridurre una persona così nel fiore dell'età. Una ragazza d'oro. L'avrebbe messo in un piedistallo quel cretino. Veniva in casa "piacere Alfredo"... "piacere"... sei anni. Sei anni c'è stata, oh. Guarda che sei anni son sei anni, non son mica sei mesi. Sparito! Chi l'ha visto l'ha visto; l'ha ridotta a uno straccio, povera ragazza.

  • Bisogna esercitarsi, bisogna provare e provare e provare, provare, provare, provare, provare, provare... e poi ci si riesce bene. Si lancia e si riprende, anche due, tre volte. (Pia)
  • Chi siete? [...] Cosa portate? [...] Sì, ma quanti siete? [...] Un fiorino! (Doganiere)
  • Frittole, estate quasi 1500.
    Santissimo Savonarola, quanto ci piaci a noi due! Scusa le volgarità eventuali. Santissimo, potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi? Eh? Savonarola, e che è? Oh! Diamoci una calmata, eh! Oh! E che è? Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che, questo e quello, pure per te! Oh! Noi siamo due personcine perbene, che non farebbero male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi, varrai più di una mosca, no?
    Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto. Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere.
    I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti, sotto. [testo della celebre lettera al Savonarola]

Dialoghi

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  • Predicatore: Ricordati che devi morire!
    Mario: Come?
    Predicatore: Ricordati... che devi morire!
    Mario: Va bene...
    Predicatore: Ricordati che devi morire!
    Mario: Sì, sì... no... mo' me lo segno...
  • Vitellozzo: "Con lo sguardo", falle capire che hai capito. [allude al gioco di sguardi tra Mario e Pia, in chiesa, dando suggerimenti a Mario che è timido]
    Mario [non appena incrocia lo sguardo di Pia]: Sì sì, ho capito.
  • Saverio: Parisina, mi è venuta un'idea, forse, per liberare Vitellozzo.
    Parisina: Grazie Mario!
    Saverio: No! Che grazie Mario! Dicevo, stanotte, a me è venuta un'idea, forse, per liberare Vitellozzo!
    Parisina: Grazie Mario!
  • Saverio: Che se dice a Ugualos? [Parlando in spagnolo]
    Mario: Olé...
  • [Al passaggio a livello]
    Saverio: Casellante! quanti ne passa?
    Casellante: Hai voglia quanti ne passa qui, tanti!
    Saverio: Casellante! Ma tanti quanti?
    Casellante: Cinque, sei, sette... di più... c'è lo smistamento!
    Saverio: C'è lo smistamento!
    Mario: Che è lo smistamento?
    Saverio: Che ne so che è lo smistamento... Mettono un imbecille al servizio del pubblico!
  • Saverio: Dobbiamo far capire di essere due scienziati, dobbiamo dire cose intelligenti... Capito? Andiamo...
    Mario [non appena i due incrociano Leonardo]: Ma nove per nove farà ottantuno?
  • [Vitellozzo riporta il fratello morto a casa]
    Parisina: Remigio!
    Vitellozzo: Sì mamma, è morto...
    Parisina: Come è morto? Come Ludovico?
    Vitellozzo: No Ludovico qui, come Filippo!
    Parisina: Qui?
    Vitellozzo: Eh, come Filippo! Comunque mamma, ci penso io, non ti preoccupare, bisogna reagire!
    Parisina: E tu come finirai? Come Ludovico o come Remigio?
    Vitellozzo: Ho detto basta mamma, bisogna reagire! Se finirò, finirò come i' babbo!
    Parisina: Qui?
    Vitellozzo: Eh comme i' babbo! Comunque vai a letto; se vorranno prendermi dovranno prendermi alle spalle... bisogna reagire.
  • Mario: Allora proviamo: la regola di prima, fai attenzione... Pigli quaranta carte... tattà tattà tattà mischi... metti qua, alzi.
    Leonardo: Alzo per non imbrogliare.
    Mario: Bravo, esatto, per non imbrogliare che ho alzato... tre cart'a te, tre cart'a me. Per terra, attenzione Leonardo, guarda, nu mme fa'... per terra ci stanno sette bello, asso di danari, otto'i spade. Tu in mano tieni otto'i bastoni. Che pigli?
    Leonardo: Sette bello e asso di danari.
    Mario: Bravo, sette bello e asso... allora vidi che non hai capito niente e dici sisi ho capito. Sta otto per terra e non puoi piglia' sette e uno otto, devi piglia' per forza l'otto.
    Leonardo: Ma perché?
    Mario: Mamma mia, ma perché, è na regola, è a regola d'o gioco, che dice proprio così non si può piglia'.
    Saverio: Mario, andiamo dai.
    Mario: Mamma mia, ma nemmeno a scopa...
    Saverio: Lo so, non è colpa nostra. Arrivederci, maestro, grazie. Andiamo.
    Mario: Arrivederci, maestro, però... mamma mia lu carmine eh.

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