Mercato dell'arte

commercio di opere d'arte

Citazioni sul mercato dell'arte.

Thomas Rowlandson, A Book Auction at Sotheby's, 1810-15.
  • I ricchissimi possono [...] spendere milioni in opere d'arte per assolvere un bisogno di autorealizzazione o per accrescere ulteriormente il proprio status.
  • Le opere d'arte contemporanee sono diventate simili ad azioni e al pari delle azioni, per essere scambiate con semplicità e velocemente, poiché la velocità degli scambi determina la crescita del prezzo, devono essere fungibili, cioè una equivalente all'altra. Di modo che salendo il prezzo di una, salga anche il prezzo delle altre. [...] Mi interessa il logo, o eventualmente il loro valore, cioè il prezzo, e infine il potenziale ricavo che ne potrei fare. Questa deriva finanziaria ha aspetti comici, se pensiamo che una buona parte delle opere comprate immaginando potenziali ricavi non vengono neppure ritirate dalle gallerie, o se ritirate sono custodite negli storage dei porti franchi, quasi sempre in Svizzera. E capita perfino che quando vengono rivendute, anche il successivo proprietario non ne cambi il luogo di custodia.
  • Per la prima volta nella storia dell'uomo, si compra arte immaginando ai possibili ricavi che ne verranno e non perché ci piace, perché è bella, perché immaginiamo di legare il nostro nome ad essa, o solo per il sommo piacere di possederla. Questa sorta di finanziarizzazione ha ucciso l'arte, prima di oggi nessuno quando commissionava un'opera d'arte o comprava un quadro si chiedeva quanto avrebbe potuto valere da lì a cinque anni, come fanno adesso i clienti delle gallerie. Ed qui, sta il delirio del contemporaneo.

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