Matteo Ferrari (motociclista)

pilota motociclistico italiano

Matteo Ferrari (1997 – vivente), pilota motociclistico italiano.

Matteo Ferrari (2015)

Citazioni di Matteo Ferrari

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Il lavoro che si fa in un weekend di MotoE è molto diverso rispetto alle altre categorie dove, solitamente, parti nel primo turno con la moto con il set-up standard e da lì inizi a lavorare: ripassi la pista, vedi le condizioni dell'asfalto, provi i diversi tipi di gomme a disposizione e così via. In MotoE invece è tutto molto strano perché non ci sono gomme da provare perché sono di un solo tipo e sono uguali per tutti, così come gli altri componenti della moto. Poi in un turno di trenta minuti, si fanno solo una decina di giri a causa della capacità della batteria, quindi bisogna capire anche qual è il momento migliore per entrare in pista. [...] Per me, l'elemento più importante in MotoE è la concentrazione, al di là del set-up e di tutto il resto su cui puoi lavorare limitatamente. Mi focalizzo molto sul capire qual è la soluzione migliore per guidare quella moto su quella pista: la concentrazione è l'elemento chiave. Il lavoro del pilota in MotoE è molto orientato a capire qual è lo stile di guida che serve per essere efficaci con quella moto su quella pista e in quelle condizioni.[1]
  • [«[...] c'è qualcosa di speciale con la MotoE che con altre moto non si fa?»] Beh sì, ad esempio con la MotoE il freno motore è molto progressivo perché non ci sono le marce ed è molto importante usarlo bene per frenare forte. [...] quando la gomma dietro iniziava a scivolare, ti veniva da reagire come con una moto con motore tradizionale in cui lo scivolamento rientra in modo graduale e ti permette di inserire la moto in curva. Invece con la MotoE il freno motore è progressivo e aumenta sempre di più quindi, quando la gomma dietro inizia a scivolare, ti aspetti che poi rientri mentre invece più la moto rallenta, più aumenta il freno motore e succede che la gomma dietro scivola sempre di più. [...] Esiste una contromisura ma è difficile da mettere in pratica e bisogna essere rapidi: non essendoci la frizione come sulle moto normali l'unica cosa che si può fare è dare gas. Quindi mentre stai tirando la leva del freno con due dita, devi ruotare appena appena il polso per dare quel colpetto di gas per fare riprendere giri alla gomma dietro e farla smettere di scivolare. Questa tecnica molte volte ti salva dal fare un lungo o un high-side in frenata. Certo è un'operazione che non viene automatica perché tutti noi arriviamo da altre categorie dove in casi analoghi usi la frizione. Qui invece, magari mentre stai frenando in gara cercando di passare un altro pilota, devi pensare ad accelerare per tenere la moto dritta, non è una passeggiata![1]
  • [Sulla MotoE] Se consideriamo che è una categoria appena nata stiamo già facendo delle prestazioni notevolissime, con risultati che altre categorie hanno impiegato anni e anni a raggiungere. [...] Ad onor del vero, c'è da dire che si fa un po' fatica a parlare della MotoE perché è una categoria monomarca. Tutti hanno lo stesso materiale, si possono fare poche modifiche, si fanno pochi giri; dopo un po' che domande fai? Non è che puoi inventarti più di tanto. In MotoGP ogni moto è una storia a sé, poi c'è l'assetto, la scelta delle gomme, l'elettronica, mentre in MotoE siamo messi tutti uguale.[2]
  • [Sulla MotoE] Il primo test è stato veramente particolare. Non c'è rumore, appena esci dal box senti i cordoli, le saponette... una sensazione veramente strana ma bella. Un qualcosa di mai provato prima.[3]
  • Portimao è molto bella ma anche difficile [...]. Fare il tempo azzeccando un giro buono magari ti riesce, ma è più difficile essere costanti rispetto ad altre piste.[4]
  • A mio avviso è più dura guidare una Moto2 che una Superbike. Con una derivata di serie arrivi molto più facilmente al limite e hai più sensazioni. La Moto2 invece è rigida, tende a impennarsi e di conseguenza devi fare un lavoro più di gestione per essere efficace.[5]
  • [Su Fermín Aldeguer] È un pilota che non lascia mai nulla di intentato, in ogni sessione di prove non si tira mai indietro, mettendoci sempre il 110%. A parte il modo in cui approccia il weekend di gara, sono stupito dalla sua frenata e dall'ingresso curva, perché è davvero impressionante.[5]

Intervista di Davide Russo, tuttomotoriweb.it, 21 settembre 2022.

  • La mia passione è nata, principalmente, guardando le corse con mio padre. Andavamo spesso al mare e alle 14:00, la domenica dei GP, in TV guardavamo sempre le gare. Ero molto tifoso di Stoner, di Lorenzo, di Pedrosa e mi sono appassionato per quel motivo.
  • La sensazione che provo quando guido la moto è paragonabile ad un bambino quando va in un negozio pieno di giocattoli e caramelle. Quindi sono strafelice, mi sento proprio nel mio mondo e a mio agio. Posso praticamente esprimere tutto ciò che voglio e tutto ciò che posso dimostrare. Poi un episodio che non dimenticherò mai è accaduto a Misano quando nonostante non avessi in quell'occasione calcato il podio, mi sono tolto una bella soddisfazione. È stata la prima gara, dopo l'incidente delle vertebre dove non si sapeva se fossi rimasto paralizzato, morto e invece sono tutto intero. Sostanzialmente ero partito indietrissimo, tipo 25esimo e davanti a me erano caduti in tre e nonostante queste tre cadute io sono arrivato dodicesimo. Avevo superato veramente tanti piloti, quando sono arrivato al parco chiuso, tutte le persone, i genitori e i vari piloti mi avevano applaudito. È stato il momento più bello anche se non avevo fatto il podio. Essere applauditi dopo un incidente del genere dove non è facile ritornare in sella. È stato veramente bello.
  • La mia più grande soddisfazione è stata quella di riuscire a dimostrare che iniziando tardi, comunque, perché io ho iniziato a correre quando avevo più o meno 17 anni, considera che c'è gente che praticamente inizia a tre anni sulle minimoto, io ho dimostrato che non importa quando inizi, ma conta ciò che vuoi veramente.

Intervista di Diana Tamantini, corsedimoto.com, 6 dicembre 2023.

  • [«Come mai hai scelto il numero 44, c'è un motivo?»] Io e Michele Masini, seduti al tavolo a Faenza, stavamo sbarrando i numeri già in uso, finché non ci è venuta l'idea. Noi andiamo sempre a festeggiare al Chiringuito Pura Vida 44 a Rimini in spiaggia la domenica, quindi dobbiamo mettere il numero 44. È andata così, una scelta molto in serenità: ci ricordava dei momenti belli, quindi abbiamo deciso di mettere il numero 44 per quel motivo.
  • Questa Moto2 si impenna molto. Fondamentalmente ha tanta coppia in alto e non so, magari dipende dalla posizione del motore o da altri motivi, ma diventa difficile da gestire. Non avendo tanta potenza ma impennando, è sempre un po' un compromesso in uscita di curva. Basta veramente poco per uscire con 1-2 km più veloci, tali da darti il decimo nel giro che ti permette di partire qualche posizione più avanti. In gara poi non riesci a fare la traiettoria perfetta come quando giri da solo [...]
  • [Sulla Moto2] Quando entri in pista, stai guidando bene ma per un niente sei indietro. Questa per me è la parte negativa della categoria. Ogni tanto entri, migliori, magari senza errori, vedi la telemetria ed è tutto molto simile, poi in classifica ti vedi 24º e ti sembra di guidare malissimo. In seguito noti 1 km/h in quella curva, in quell'altro punto invece dovevi accelerare un po' prima... Dettagli che ti portano ad andare bene. Non stai andando male, ma devi metterti nell'ordine delle idee che quel "poco" vuol dire tanto. A differenza delle altre categorie c'è un solo modo di guidare la moto.
  1. a b Dall'intervista Matteo Ferrari: un viaggio dentro la MotoE – parte 1, epaddock.it, 10 dicembre 2020.
  2. Dall'intervista Matteo Ferrari: un viaggio dentro la MotoE – parte 2, epaddock.it, 11 dicembre 2020.
  3. Da un'intervista al podcast Motorbike Circus; citato in Benedetta Bincoletto, L'intervista | Matteo Ferrari "Ad Assen per recuperare punti importanti in campionato", livegp.it, 23 giugno 2021.
  4. Dall'intervista Matteo Ferrari racconta i test a Portimao e le novità della MotoE 2024, epaddock.it, 29 febbraio 2024.
  5. a b Dall'intervista di Riccardo Guglielmetti, Moto2, Ferrari: "È più dura guidare una Moto2 che una Superbike", gpone.com, 5 maggio 2024.

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