Mario Ghisalberti (1902 – 1980), librettista italiano.

Incipit di Il malato immaginario modifica

La scena è a parigi, nella seconda metà del Secolo XVII.

Argante: ...diciassette e tre fa venti;
venti e tre fa ventitré,
ventitré e sette trenta:
scrivo zero e porto tre...
Trenta soldi?... No, non va:
una lira basterà...
«In più,
il giorno ventisei,
un piccolo clistere
insinuativo, morbido, emolliente,
per ammollire,
e ripulire
le viscere del signore»...
Quel che mi piace, del mio farmacista,
è l'eleganza che aggiunge alla lista:
«le viscere del signore»!
Potrebbe esser meglio detto?
Eh! questi conti dimostrano
la cortesia ed il rispetto.
Ma un clister diciotto soldi
mi par troppo, in verità:
fece effetto, non lo nego,
ma io gli pago la metà.

Bibliografia modifica

  • Mario Ghisalberti, Il malato immaginario, (dalla commedia di Molière) Commedia lirica in un atto di due quadri ed un intermezzo, per la musica di Jacopo Napoli, G. Ricordi & C., Milano, 1939.

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