Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry

favorita del re Luigi XV di Francia

Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry, nota come Madame du Barry (1743 – 1793), ultima favorita di Luigi XV di Francia.

Madame du Barry in un ritratto di Élisabeth Vigée-Lebrun (1781)

Citazioni su Madame du Barry modifica

Enrico Nencioni modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • La donna era bellissima. Di persona svelta, flessuosa, di forme perfette, di una carnagione che i contemporanei paragonarono a foglie di rosa bagnate nel latte. Aveva, grazioso contrasto, ciglia nerissime e occhi azzurri, abitualmente socchiusi, dagli sguardi lunghi, voluttuosi, dalle occhiate assassine, come le chiama Musset: i capelli più belli, più morbidi, più lunghi che si potesser vedere, seta e oro, abbondanti, naturalmente ondati; un collo di statua antica, magnifiche spalle, mani da gran signora.
  • Vera birichina di Parigi, faceva vedere nelle sue matte risate una doppia fila di magnifici denti al triste Borbone [Luigi XV] che la guardava non visto. E questa sincera allegria fu l'incanto che lo tirò nella rete. Quel viso ridente, allegro, spiritoso, malizioso, che rivelava ingenuamente tutti i vizi degli enfants des rues di Parigi, non aveva traccia né di ostentazione, né di menzogna, né di insolenza. Ciò piacque al re, che vedeva ridere tanto poco a casa sua... Fu sorpreso, incantato da quella libertà, da quel riso, da quella gioia: e quella sera medesima la fece venire a palazzo.
  • La Du Barry ruppe tutte le leggi dell'etichetta, e anche del decoro, nei palazzi reali. Vestiva sempre a modo suo (e troppo spesso non vestiva affatto), anche in ore di cerimonie solenni... [...] Essa portò a Versailles i modi e il linguaggio delle pescivendole, e la sua condotta giornaliera fu per sei anni un continuo schiaffo alla monarchia. Essa annunzia addirittura la Rivoluzione!
  • Durante il processo, la Du Barry fu calma e nobile. Condannata a morte, tentò prima di salvare una sua amica egualmente condannata, la duchessa di Mortemart. Ma poi, tutto ad un tratto, fu assalita da una paura di bambina, e come se allora per la prima volta avesse sentito parlar di morte e di ghigliottina, cominciò a urlar disperata... Non voleva morire! Messa a forza sulla carretta fatale, essa implorava la folla insultatrice per via: «Mes amis ... sauvez-moi! je n'ai jamais fait de mal à personne... La vie, la vie! qu'on me laisse la vie, et je donne tons mes biens à la nation.... » E un sans-culotte le rispose: «Tes biens! mais tu ne donnes à la nation que ce qui lui appartient déjà...»

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