Maria Pia Ammirati

scrittrice e giornalista italiana

Maria Pia Ammirati (1963 – vivente), scrittrice e giornalista italiana.

Intervista di Silvia Fumarola, repubblica.it, 26 gennaio 2021.

  • La fiction accompagna il Paese in maniera continua, si adegua, cambia, tiene compagnia al pubblico e lo fa dai grandi sceneggiati: dai gialli al noir, da quando cambia il linguaggio degli anni 80 e diventa più pop. Penso al poliziottesco fino al racconto civile con La piovra. Il duemila segna l'esplosione della novità linguistica, arriva ai nostri giorni facendo una cosa credibile, diventando "discorso plurale". Tanti generi per accontentare non un pubblico, ma i pubblici.
  • [Oggi come vede la fiction?] In continua evoluzione, siamo una fabbrica. Se Rai ha il privilegio di essere plurale è perché va incontro al pubblico: per me la fiction è la fabbrica delle storie [...]. Unisce. Dentro la fabbrica c'è tutto: mano d'opera, maestranze. "Faber" è colui che fa, e poi ci sono quelli che leggono, immaginano e quelli che vedono le storie.
  • [Il grande pubblico. Come si catturano i giovani spettatori?] La bellezza è che i target sono tanti, il cambio di linguaggio è il grande sforzo della "fabbrica della fiction" anche nel modo di proporla. RaiPlay ha avvicinato i giovani e li ha catapultati sulla tv generalista, creando un pubblico più largo.
  • [Le piattaforme cercano pubblico più largo, mentre la tv generalista guarda alla qualità delle loro serie?] C'è bisogno di racconti e c'è una nuova classe di fruitori. È un rapporto biunivoco. Netflix profila attraverso i dati, con la capacità di aprire all'internazionale. Così la Rai, che riesce ancora a tenere padre e figlio nella stessa stanza, la cosa più forte, deve prestare attenzione al mercato. Bisogna sempre averla, non va demonizzato.
  • [Come si "svecchia" il racconto?] Con linguaggi più moderni, prestando attenzione all'identità del Paese e alle storie più piccole. Anche quelle custodiscono verità che avvicinano il grande pubblico. Bisogna aprire e includere. E poi guardo alla letteratura, punterò sui romanzi. La forza del romanzo è che non morirà mai, perché le storie non muoiono. Non mi riferisco solo ai grandi classici, ma penso a autrici e autori contemporanei che fotografano la realtà.

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