Maria Patrizia Grieco
dirigente d'azienda italiana
Maria Patrizia Grieco (1952 – vivente), dirigente d'azienda italiana.
Intervista di Franco Locatelli, firstonline.info, 29 febbraio 2020.
- Per la verità la passione professionale per la buona governance l'ho sempre avuta perché penso che la corretta gestione e la trasparenza siano il principale fondamento dell'etica d'impresa. Come Presidente dell'Enel il mio impegno per la buona governance ha conosciuto un salto di qualità perché mi sono trovata in un gruppo dalla governance molto complessa, che controlla circa 900 società e che ha 14 società quotate nel mondo. Mettere in campo pratiche virtuose e uniformi in ordinamenti normativi differenti a seconda dei vari Paesi in cui Enel opera è stata ed è una sfida straordinaria, che ha fatto di Enel una palestra eccezionale di competenze e di conoscenze del buongoverno societario. La Presidenza del Comitato Italiano per la Corporate Governance, che ha appena lanciato il nuovo Codice di autodisciplina delle società quotate in linea con le best practice europee e internazionali, mi ha poi permesso di affinare le mie competenze e di contribuire a raccogliere risultati per il sistema-Paese di cui sono molto soddisfatta.
- [Di recente il Comitato ha infatti approvato il nuovo Codice di Corporate Governance delle società quotate italiane: quali sono le novità di maggior rilievo e che cosa cambierà in concreto per le imprese che lo adotteranno?] Con il nuovo Codice di autodisciplina [...] l'Italia si mette oggettivamente al livello delle migliori pratiche europee e internazionali. Le sue novità sono principalmente cinque: 1) la semplificazione della struttura del Codice, che ne facilita l'adozione e l'applicazione; 2) la sostenibilità dell'attività d'impresa, posta al centro dei compiti dei consigli di amministrazione, impegnati a rendere le società meno rischiose e più profittevoli perché considerano l’impatto dell’attività di impresa e i suoi rischi sotto tutti i profili e tengono in considerazione non solo la creazione di valore a beneficio degli azionisti, ma anche gli interessi degli stakeholder rilevanti, in una logica di lungo periodo; 3) la proporzionalità delle norme in base alle dimensioni delle imprese e al loro modello di controllo, in modo da favorire la quotazione anche delle aziende più piccole e di quelle a forte concentrazione proprietaria; 4) l'engagement, che punta a favorire e rafforzare il dialogo con gli azionisti, al di là delle assemblee e dei road show; 5) la neutralità del Codice rispetto ai diversi modelli societari, tradizionali, monistici o dualistici che siano.
- [Oltre che di una nuova governance societaria, da anni Lei è paladina della parità di genere e dell'avanzamento, a parità di merito, delle donne nelle imprese: una recente indagine ha evidenziato che in 12 anni le donne presenti in Italia nei Cda sono passate da 170 a 811 ma che solo 14 guidano le società. Non le sembra un risultato ancora molto insoddisfacente?] Purtroppo è così: c'è ancora molta strada da fare in Italia e nel mondo per dare alle donne il ruolo che meritano anche sul lavoro. Oltre alla scarsa presenza ai vertici delle società colpisce il gap salariale che penalizza le donne. La sostenibilità è anche questo: far sì che le imprese comprendano che la diversità – non solo di genere – è un valore e che l'equilibrio tra i generi non è una concessione ma una condizione che deve essere assicurata a parità di merito.
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