Marcello Cuttitta

rugbista a 15 e allenatore di rugby italiano

Marcello Cuttitta (1966 – vivente), allenatore di rugby a 15 ed ex rugbista a 15 italiano.

Marcello Cuttitta (2023)

Citazioni di Marcello Cuttitta modifica

  • È una disciplina umile, che accorcia l'agonismo e le provocazioni fra gli avversari, tanto è vero che si parla del famoso "terzo tempo"... Il rugby è una filosofia di vita in cui il rispetto è alla base di tutto. [«Si riesce veramente a bere una birra con un avversario che ti ha appena battuto?»] Certo, è un altro aspetto affascinante del nostro mondo. Il "terzo tempo", che in realtà non è altro che un'appendice per stare tutti insieme dopo una partita, è stato inventato dagli inglesi che, pur di bere una birra in compagnia, avevano stabilito che la loro bevanda preferita sarebbe stata offerta da chi avrebbe perso. Ed è un momento molto forte![1]
  • [Su Massimo Cuttitta] Era un buono, con lo stesso fisico di Mike Tyson. Nella sua carriera, nonostante la posizione in campo, pilone della mischia, non aveva mai preso un'espulsione. Era dalla parte dei compagni e rispettava gli avversari, per questo aveva avuto sempre successo [...][1]
  • [Su Massimo Cuttitta] Inseparabili, uno l'ombra dell'altro. Se uno si ammalava, anche l'altro si sentiva male. E questa facoltà è continuata per sempre. A fine carriera, a Prato, quando ero giocatore e allenatore dell'Alghero, subii la frattura scomposta dell'omero sinistro. Lui stava giocando a Roma, si alzò da una mischia e chiese che cosa mi fosse successo. Nessuno lo sapeva. Fui io a chiamarlo al telefono e a raccontargli l'infortunio.[2]

Dal Sei Nazioni 2014 ai Mondiali 1987: il rugby azzurro visto da Marcello Cuttitta

Intervista di Roberto Avesani, onrugby.it, 3 luglio 2014.

  • Questo rugby cambia alla velocità della luce e se non ti aggiorni sei tagliato fuori. Chi decide di fare del rugby la sua professione deve essere consapevole che senza aggiornamento sei tagliato fuori, se hai deciso di investire in questo e non vai fuori all'estero a vedere come funzionano le cose puoi anche smettere.
  • [«Perché in Italia nelle grandi città metropolitane non si fa più rugby di alto livello?»] Questo è un problema davvero grosso, e la causa è una: a Roma e Milano ci sono tante parrocchie, e tutti vogliono comandare. Il maggior serbatoio per un fatto puramente quantitativo sono le grandi città, ma è pazzesco pensare che a parte Roma le prime dieci città italiane per abitanti oggi non hanno una squadra sopra la A1. Lì bisognerebbe investire, ma forse non si fa anche per scelta politica.
  • [«A Milano dopo gli anni Novanta il rugby di alto livello è sparito»] Qui si riusciva a fare rugby finché c'era il grande sponsor, finché qualcuno era disposto ad investire. E che capiva che fare rugby a Milano costa il doppio rispetto ad una squadra di un paese più piccolo di provincia. Ieri era Berlusconi in Italia, oggi è Mourad Boudjellal a Tolone. L'unica sarebbe investire in queste realtà maggiori. I centri di formazione disseminati in tutta Italia trovano il tempo che trovano: se non ci sono sinergia e collaborazione con i club non servono a tanto.
  • [«Oggi è possibile essere un giocatore di alto livello anche se non pesi 100 chili?»] Assolutamente sì. Prima più eri grosso più rompevi le difese, oggi nell'alto livello le difese sono talmente organizzate che anche se sei grosso non passi, quindi serve anche altro. Prendi Etzebeth. Un fisico impressionante, ma anche doti atletiche e di corsa.
  • Dopo il 1987 l'Aquila non dette a noi tre fratelli Cuttitta il permesso di giocare a Roma, dove ci eravamo trasferiti. La società che aveva il cartellino aveva un potere pazzesco in mano, e poteva decidere di non farti giocare per altre squadre. Al tempo quella Federazione non fece nulla per risolvere i problemi, ho fatto due anni e mezzo fermo. Poi il Milan acquistò i nostri tre cartellini e tornammo in campo.
  • Coppa del Mondo 1987 in Nuova Zelanda. Stiamo per giocare una partita destinata ad entrare negli annali: è la prima partita in assoluto della storia della Coppa del Mondo, e siamo contro gli All Blacks. Prima di entrare in campo ci raccogliamo in silenzio negli spogliatoi, e un inserviente per aiutarci a rilassare spegne le luci. Dopo pochi istanti in mezzo al buio e al silenzio Stefano Barba grida in romano: "Occhio che questi ci fanno i portafogli"!

Note modifica

  1. a b Dall'intervista di Romano Pezzani, Lo spirito del rugby anche dopo la vita, tio.ch, 14 maggio 2021.
  2. Citato in Marco Pastonesi, Massimo Cuttitta è ancora una presenza nel mondo del rugby, ilfoglio.it, 15 marzo 2023.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica