Luisa Anzoletti

pianista italiana, poetessa, scrittrice, sostenitrice del femminismo cattolico (1863-1925)

Luisa Anzoletti (1863 – 1925), poetessa e scrittrice italiana.

Luisa Anzoletti (1900 circa)

Silenzio

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Vati pensosi dell'età fiorita,
che il novissimo bando
nunciaste a noi dell'arte per la vita
l'altrui soffrire incolumi cantando,
se non erri vostr'arte alla ventura,
dite, pensier nacquevi mai che schietto
parlano solo le dolenti cose
con quella voce che lor die' natura?
Che in sé sol trova l'affannato petto
sue parole dogliose?
Che il dolore ben l'anima rinnova
nelle forme ideate,
ma imitarlo non può chi non lo prova?
S'io dica il ver, l'artefice pensate
ch'effigiando nell'eroe raccolto
l'ultimo strazio, gli coperse il volto.[1]

Incipit di La fede nel soprannaturale

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Nell'antichità più remota, nei secoli che non hanno cronologia, tra quei fatti incerti e confusi, a cui la storia si arresta, non sapendo per sé sola introdurvi un ordine filosofico, e dove le vien meno anche l'appoggio della critica, fra tanta scarsezza e sconnessione di notizie, la cui ricerca fu resa anche più difficile dalla tendenza moderna a porre in dubbio ogni cosa, ci si presenta non mai interrotta in mezzo a cieche tenebre e a cumuli di rovine, una splendida traccia di luce. Ed è quella che il cristianesimo, incominciato colla origine del mondo, compiuto nella pienezza dei tempi, di epoca in epoca più manifesto, radicato e diffuso nella umanità, impresse delle divine sue orme.

Incipit di Per un nuovo patto fra la scienza e la religione

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Signore, Signori,
L'oggetto della mia mente, pensando all'avvenire della scienza e della religione, quale sembra prepararsi nel campo moderno discorde e tumultuario delle coscienze, somiglia a quel punto che là dove il mare confina col cielo appare ai nostri occhi come una meta a cui si possa arrivare e fermarsi; ma poi, chi naviga a quella volta, più va innanzi e più vede la linea illusoria sempre lontana ad un modo e sempre inarrivabile, tal che dà alla vista l'immagine apparente dell'infinito.
Ogni quistione filosofica, in generale, presenta alla intelligenza un termine ultimo che non si lascia mai afferrare; e stanca di questo perpetuo incomprensibile, che pareva una sfida alla sua impotenza, la ragione moderna volle un giorno liberarsene decretando il bando assoluto d'ogni problema metafisico dal dominio della scienza.
Nacquero da questo fatto due conseguenze, le quali sono ritenute dagli uni vantaggiose, dagli altri dannose, secondo i criterj opposti con cui ne giudica il positivista e l'idealista.

  1. Da Vita. Nuove liriche, Ditta Nicola Zanichelli, Bologna, 1904, pp. 25-26.

Bibliografia

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