Lucia Morselli

dirigente d'azienda italiana

Lucia Morselli (1956 – vivente), dirigente d'azienda italiana.

Intervista di Marta Rosati, umbria24.it, 31 ottobre 2021.

  • [Come ha vissuto quella stagione [la vertenza del 2014 all'AST, "Acciai Speciali Terni", di cui era Amministratore delegato] così complessa?] Momenti bellissimi, con picchi emotivi importanti ma era necessario per ristabilire un nuovo rapporto con sindacati e autorità locali, un nuovo legame dell'azienda con la città.
  • [Quando è stata invasa la palazzina della direzione ha avuto paura?] Quel giorno ho temuto per l'azienda, non è stata un'invasione cortese, ci sono stati dei danni e io mi preoccupavo delle conseguenze, nell'interesse della società c'era la ripartenza della produzione. Non potevo sopportare qualcosa che compromettesse questo obiettivo.
  • [E non ha mai temuto per la sua incolumità?] No, mai. E lo dimostra il fatto che scelsi io di andare tra i lavoratori all'una di notte in ottobre per parlare di persona, da sola, con loro. 
  • [Cosa la spinse? Cosa c’era di così importante da dire?] L'azienda non era occupata ma c'era il blocco delle portinerie e presidi in strada. Mi sono chiesta "ma questi lavoratori contro chi stanno combattendo, da chi si stanno difendendo?" Ho pensato che fossero contro di me ma anche che questo non aveva alcun senso perché eravamo tutti dalla stessa parte, far ripartire lo stabilimento era nell'interesse di tutti, e allora era meglio che glielo andassi a dire. Non ero io il loro problema e volevo lo sapessero e di sicuro dovevo essere io a dirglielo.
  • [Se l'aspettava un periodo non solo così intenso ma anche molto prolungato di scioperi?] All'inizio è impossibile pianificare, non potevo aspettarmelo ma è stato un tempo per conoscersi, comprendersi e fare delle cose insieme. Le intese non si limitano al numero degli esuberi. La cosa positiva è che non abbiamo licenziato nessuno, chi ha ritenuto che fosse più conveniente per sé una somma in denaro subito, ha scelto liberamente di andarsene e chissà magari quella cifra ha risolto anche molte criticità familiari in diversi casi. L'incentivo all'esodo è un sistema molto potente.  
  • [Secondo lei Terni può stare dentro il piano nazionale della siderurgia assieme a Taranto e Piombino?] Sicuramente sì perché ha già un ruolo molto ben definito in Europa essendo un produttore di inox. Nel quadro nazionale può solo crescere e consolidarsi. E il fatto che presto sarà in mani italiane è un valore aggiunto e un vantaggio. Senza nulla togliere agli investitori stranieri, gli italiani conoscono meglio l'Italia.

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