Isabella Santacroce
Isabella Santacroce (1970 – vivente), scrittrice italiana.
Citazioni di Isabella Santacroce
modifica- Chi m'invita a cambiar mestiere è persona sciocca, dalla mente intrisa d'inutili pregiudizi e di altro di cui però non dirò nulla. Io dedico la mia vita alla letteratura e seguiterò a farlo. Non ho scelto la scrittura, è stata lei a scegliere me. Dovrà perciò decidere lei se andarsene: se m'abbandonerà allora sparirò.[1]
- [...] la Dickinson per me è un'amica. Sarà folle, ma così io la sento. Mi appassiona la sua violenta delicatezza e l'amore che ha per le parole, e che anche io ho – qualsiasi parola può diventare un diamante oppure una spada, avere una potenza che si può centuplicare. Ho sempre desiderato così tanto conoscere Emily, che mentre scrivevo ho immaginato accadesse davvero, e così la sua voce è entrata nel libro [Lulù Delacroix]. Per Lulù è una presenza fondamentale perché le sta vicino, non la fa sentire sola, le fa capire che non sta sbagliando, le regala verità sconosciute.[2]
- Mi mancano i trapassati virtuosi, sfolgoranti Maestri. Drammatico è vivere in tanto mediocre che ora si premia per l'innocuo che dona.[3]
- Non so neppure che cosa sia destra e sinistra [...] il Duce l'ho fatto sentire per introdurre un pezzo dei Daf che si intitola "Der Mussolini". Mica per ragioni politiche. La svastica al braccio? Lo stesso. Stava bene con l'abito nero, il cappello con veletta e il rossetto infuocato.[4]
- Non sono contro la famiglia, ma contro l'istinto gregale dell'obbedienza, tramandato per eredità. Sono contro la costruzione di una coscienza morale per opera delle famiglie, contro questo imporre la loro vita sui figli, quasi un bisogno di dilatare se stessi investendoli.[5]
- Per me la scrittura è rivolta, io mi sento una rivoltosa, una strana guerriera spaventata e coraggiosa, da questo nasce l'idea di farmi fotografare con un maschera. L'inchiostro è la mia arma. Sì, violenza e lirismo, amore e rabbia, dolcezza e morte.[6]
Zoo
modifica- Nella penombra di quelle stanze, la pioggia continua a lacrimare sui vetri delle nostre finestre, disegnando sbarre d'acqua che ci dividono dal mondo. In quell'istante, vedo l'amore di mio padre trasformarsi in una gabbia, che nessuno può raggiungere.
E ancora rivedo il luogo in cui ho vissuto, uno zoo silenzioso, semideserto. - Esiste una musica che non si sente, è nascosta ovunque e si espande. E' nel sole, in mezzo alle dita, negli oggetti dimenticati.
- E' estate. La luce cade su di noi come neve gonfia d'aria.
- Quel suono duro e dolcissimo riempiva il silenzio. Usciva da tutto quello che avevo attorno. Era la vita che canta perché non si arrende.
- Potrei impazzire e invece scrivo, guardando la notte mostrarmi i miei giorni aperti, come mani pronte per essere prese, fermate, raccolte.
- A volte sento un soffio sottile sulla fronte e penso che sia mio padre che mi accarezza. Lo stringo dentro una mano e mi riaddormento così.
- Inizio a lavorare con mia madre, divento la sua commessa, ne è felice. Di notte dormo con lei, di giorno vivo come vive lei. Lo zoo ha riaperto.
È uno zoo diverso da quello di prima, il rumore ha sostituito la dolcezza, mio padre non c'è. Sono sola là dentro, i visitatori mi guardano, mia madre compiaciuta sorride. - Quel giorno decido che mia madre entrerà a far parte dello zoo, non ne sarebbe più uscita. Eravamo al completo, c'era il canarino, la paralitica, e in più, quella novità assoluta, la madre dietro le sbarre.
Lovers
modifica- La sua amicizia. Il suo modo di guardarla e viverla. Ambiguamente. Assomigliava. All'amore.
- Diventare un'Alice smarrita senza nulla da inseguire se non
ombre create dal sole. - Una mattina Elena la guardò puntandole addosso se stessa.
Le disse: "Un giorno ti dimenticherò". Aveva espressioni d'amore sottratto. Le disse: "Il giorno in cui uscirai dalla mia vita lotterò per dimenticarti all'istante". Virginia provò un sentimento simile alla paura. Intravide qualcosa di sconosciuto. Era come il segno di una ferita. Disse: "Odio i ricordi, non voglio mai odiarti". - Mi regalo continue amnesie
per rimanere in un ignoto che può far paura
ma che fa meno male del coraggio di affrontare
quello che la nascita mi ha riservato. - Si mise a correre. Via. Lontano per non vedere.
Ci sono corse che non hanno bisogno
di nessuno spostamento. Si può anche stare immobili
e finire lontani.
Quella era una corsa così.
Così
Così
Così. - E la nausea saliva. Si faceva liquido sotto le palpebre..Diventava lacrime che voleva rapprese perché non scendessero a riaccenderle il cuore.
- Allo specchio la sua figura cercava forza. Individualità. Si nasce e si muore soli..Voleva occupare un punto qualsiasi di quello spazio solitario. Voleva pensarsi senza nessuno.
- Se le avesse ascoltate quelle parole. Esistono parole che non hanno bisogno di voce ed erano quelle... Pur restando mute gridavano. Uccise dentro pugni chiusi. E nulla era più da capire ma da dimenticare. Dimenticare e fuggire.
- Che era morta. Le dissero che era morta... Che nell'alba l'avevano vista galleggiare. Come un cigno.
- Camminava sfiorando le onde in arrivo. Con il sole. Una nuova alba affilata sul viso.
- Lei era solo l'amante da amare senza amore. Seguì i suoi movimenti. Non ne dimenticò nessuno.
- Strinse tra le braccia la disperazione. A quella disperazione accarezzò i capelli. Regalò voce. Raccontò favole.
- La notte non riuscì a dormire. Nascevano proiezioni dai suoi pensieri... Si liberavano dal centro delle pupille per animarle l'anima. Lì dentro appariva. La baciava.
Luminal
modificaA volte penso sia stata la luna a partorirmi tra spasmi di cosce pallide sapientemente allargate tra le stelle proprio in alto. Così appesa sopra un concerto di David Bowie lei si apriva lasciandomi cadere.
Io sono Demon e la luna è mia madre.
Ci sono pareti bianche e angeli dalle piccole ali in volo attorno a noi abbracciate nello stesso letto con poca luce e il suo respiro sopra che ascolto stringendola in una delle tanti notti-luminal con Davi-dolce accanto che ora avvicina le sue labbra alle mie sussurrandomi saremo amiche per l'eternità.
Questa è la storia di Demon e Davi.
Citazioni
modifica- Così dolce e crudele perdermi anche solo per secondi. Così dolce e crudele. Nel silenzio. Così dolce.
- Davi: ci troveranno?
Demon: no Davi
Davi: hai paura?
Demon: no Davi
Davi: cosa facciamo adesso?
Demon: aspettiamo
Davi: chi, Demon?
Demon: il sole. - Davi: hai paura?
Demon: di svanire Davi, ho paura di svanire
Davi: tienimi così
Demon: e tu hai paura?
Davi: quando non ci sono fate dai capelli di fata
Demon: quando non ci sono né eclissi né canti
Davi: ma solo roghi che incendiano costellazioni scintillanti. - Dentro sonni eterni voliamo immortali regine maldestre ora le nostre urla non sono che un canto.
- Desdemona si trucca in reggiseno e io le sparo in testa.
- Guardo il viso di Davi diventare il mio. E lei diventa specchio. E lei diventa specchio e io mi sdoppio. È solo avvicinarmi al riflesso e accarezzare la mia immagine dai non sincronizzati movimenti. E lei diventa tutta calda e dolce.
- Ho conosciuto giorni di famiglia dove mi si diceva cosa mangiare e come sulle gambe di mia madre già mi sentivo inquieta come a presagire un futuro non sinfonico.
- In attesa di giochi senza memoria dove vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa di alta magia non ferirsi mai.
- Non voglio più lasciarti perché è già successo tra noi due anni fa per colpa del francese allora tuo boy friend modello C. K. Per gelosia siamo state giorni e giorni lontane disperandoci tanto con quel senso di forte astinenza da spasmi dolorosi piegate nel letto ci siamo pensate sentendo quanto male può fare un qualsiasi distacco. Dipendenza forse.
- Ci sentiamo come dio comanda. In vena. Di fare. Del male.
- Siamo alla Hauptbahnhof e io mi sento romantica e sola. Sola e romantica. Sai cosa vorrei? Incontrarti qui. Incontrarti e baciarti. Cosa di meglio di un bacio quando ci si sente romantici e soli. Io vorrei di quegli abbracci che sanno di braccia attorno che stringono facendo scivolare lacrime e c'è freddo cane in stazione che non regala brividi d'amore e io vorrei, perché mi sento romantica. Romantica e sola nella Hauptbahnhof veloci sul primo treno saliamo seguite da Toy appena conosciuta.
- Sono la regina degli angeli maldestri delle calde notti sole di violini ascoltati. Sono la regina del sottile sentire ansioso di angeli maldestri fragili gelsomini in fiore che passeggiano battendo ritmi che corrono dentro ferendo tremanti cuori in equilibrio sulla linea della mia inquieta lingua. Sono la regina di angeli in attesa di dolce risveglio tra le braccia entriamo un po' respirando piano tra le braccia in attesa di giochi senza memoria dove vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa d'alta magia non ferirsi mai.
- Di rabbia finalmente mi sento. Estemporanea rivolta. Contro il panico. Dei miei movimenti. Telecomandati... E vorrei un frontale che libera. un crash mortale che dissacri il sacro del suo potere. che infranga vetri e dilani corpi. Perché resti solo anima in questo carnale possedersi. E non più odori. Solo poesia di un suicidio collettivo da me voluto. In nome. Di dio.
- E il reale è un incubo nel sogno amplificato oltre il dovuto.
- Sentivo il bisogno di baci di essere baciata tutta.
- Sentii il delirio delle mie voglie scatenate dall'angoscia riempire gli angoli della stanza..
- Le mie labbra le vorresti su di te. Si aprono e ti leccano lasciando gloss trasparente sulla tua pelle... E tanti occhi nei miei così per poco. Ti regalerei la mia lingua per tanti occhi nei miei. Per questo perdermi veloce che riscalda i miei pensieri. Così provo amore.
- La bellezza dei muscoli in movimento duplicata dallo specchio in esercizi di stile..dopo il primo bacio simulavo attillando le labbra già consapevole che sarebbero rimaste solo repliche.
- Veloci verso casa in taxi vorrei ammaestrare le stelle per deciderne il rientro. Ancora un attimo donatemi il vostro ardore sacro microscopici fuochi assorbiti dallo schiarire del resto spegnetevi solo al mio dormire perché io vivo della vostra fiamma che nei sogni porto in una notte eterna.
- Viaggia veloce e la città si muove se guardi fuori dal finestrino e ti viene incontro se guardi davanti e scompare se le tue mani coprono il tuo viso quasi a difenderlo da abbaglianti soli che già da tempo non incontri ma è solo aria scura che ti copre scaldandoti in questa ora che non è alba e non è tramonto ma solo ritorno che sa di abbandono, malinconico come musica che può farti piangere se vuole.
- Vorrei che tu e io fossimo solo una fantastica foto.
- E il suo corpo ora è tuo ma non lo possiedi perché lei è altrove. Si regala una stravagante morte ogni volta che dura il tempo di finire. Una specie di pause per il cuore e l'anima che dura il tempo di finire e c'è ancora vita dopo lo spettacolo, dopo il suo appoggiarsi dolce contro la solita lastra di vetro lasciando che un qualche sconosciuto la penetri da dietro mentre tutti guardano.
- I nostri passati sono cosi simili. Sovrapposti le loro linee combaciano perfettamente e c'è musica dentro perfetti primi piani sfocati da persone ferite dalla nascita durante un concerto berlinese di David Bowie a volume d'inferno e una voce ripete perdendosi dimmi che mi ami 100 volte e poi svanisce chiudendo le nostre palpebre che scivolano nel vuoto di stanze senza temperatura né voci, in attesa di risveglio rimaniamo per più di un attimo sognando appena paesi delle meraviglie dove passeggiare con Alice tra fantastici fiori. E ora chiudi gli occhi e prova a immaginare cosa si prova. Ad ascoltare. Look Back In Anger. Cadendo. Nel vuoto.
- Sono passati di ricordi che assomigliano a vetri appannati dall'umidità dell'autunno... Possiamo scriverci il nostro nome sopra e annullarli
- Gli strumenti toccati nella confusa tensione di pensieri. Arrivavano inconsapevoli del danno. Lastricando sensibile provare. Mi abbandonavo regalandomi, vittima dalla facile resistenza. Cadevo Precipitando come Alice gli inferi mi accoglievano non sorpresi.
Destroy
modifica- Come chiudersi a chiave in un cubo rosso, come spegnere ogni fiamma, come leccare sangue e lacrime, come abbracciare un amico dolce, come dimenticare il nome della prima bambola, del primo cuore, come tutto quello che hai sotto il culo mentre stai leggendo, gatti che miagolano, porte che non si aprono.
- Ascoltami. Sono sola e in lacrime dentro una chiesa vuota. L'incenso acre soffia sui ceri accesi. Torta di compleanno piena di terrore. Qualcuno intoni un Happy Birthday denso di riverberi.
- Toccami. Ti piace l'odore del mio collo. Sono cosi fragile e indifesa, inginocchiata davanti alla tua ombra. Stringimi i fianchi e annullati.
- Il primo aereo. Cosa da niente. Londra, Berlino, capitali esotiche. Qualsiasi scelta pur di sollevarti da questa riva già studiata. A memoria. Ogni microparticella. Ogni suono. Prepotente bisogno di emozioni nuove. Non è scappare. Non è paura. Può salvarti non respirare più salsedine.
- Camminavo in una primavera mediterranea. Sola. Ancora oceani di pensieri inquieti acceleravano ritmi cardiaci sincopati e ansiosi. Nel confuso di un tramonto marino. Il porto a pochi passi. Liberi i gabbiani in volo. La mia ombra addosso rimproverava sicurezze più che ventenni. Mi vorrei forte e coraggiosa. Pensavo. Integra stella lucente e intanto lame metalliche mi stringevano stronze i fianchi saziandosi, rubando il dolce rimasto sulla mia pelle. Frenetica inquietudine bisognosa di felice quiete. Cosi poetico e triste insieme. Sentirmi romantica nel tramonto. Come sempre musica di violini elettrificati registrati in nebbiose pianure padane ad azzerare il sonoro naturale delle onde nervose.
- Viziosa incontentabile esistenza. Nel tramonto. Tutto ti ricorda tutto qua e sono tanti i ricordi da sedare, annullare, abbandonare. Parole e volti da evitare cercando sconosciute situazioni. Reinventare. Reinventarsi un passato e un futuro. Nuova polvere e nuove acque. Camminavo lentamente sulla mia cattiva terra mentre l'arancio del sole penetrava infuocato l'orizzonte.
- So che mi stai pensando. Da 15 minuti. Da 30 minuti. Mi pensi. Lo sento. Voglio sia cosi. Tu innamorato di me. Non sono un'amante o qualsiasi cosa tu voglia. Indecifrabile emozione e nient'altro. Mi stai leggendo e c'è musica. Il tuo cane distrugge un'intimità serale che tieni in mano. Sono tra le pagine. Sempre più fragile e leggera. Soffia e vedrai la mia Fred Perry cadere ai tuoi piedi. Penetrati senza inibizioni di parole che ho scritto con una Staedtler tedesca. I momenti di maggio abbandono sono per me rari e intensi e entrarmi dentro non basta. Ti sto scrivendo. Possedendo quello che mi va. Posso farlo. Questo rende la mia debolezza arma potente. Penso al romantico come qualcosa di estremamente violento. Violento. L'odore della carta che stai tirando picchia il tuo palato. Mi vorresti presente, libera dai miei sogni, ma non sono altro che un'impalpabile emozione, una dislessica professionista del nulla.
- ... e sarò dolce quando sfilerò maestra dagli slip una lama lucente per tagliare la tua gola, e tu non reagirai, perché la dolcezza è silenziosa, e ti addormenterai prima di assaggiare il sapore denso del tuo sangue..
- Siamo tutti molto fragili qua dentro eppure c'è chi si spaventerebbe ad averci addosso.
- In vena. Direttamente in vena ti voglio.
Fluo. Storie di giovani a Riccione
modificaSono le 22 e 35 di un venerdì preestivo.[7]
Citazioni
modifica- Ieri pensavo solo a correre, stanotte voglio non muovermi e guardare la luna color luce che arriva su questa riviera giovane mangiando un altro giorno mentre io quaggiù posso solo guardare e sperare che qualcosa sia successo e che qualcosa succederà prima che anche l'ultimo giorno che mi resta entri per sempre nella sua pancia.
- Voglio che il mio cuore batta per sempre e voglio la vita addosso, il cielo sopra, la sabbia sotto e l'amore sempre tra le mani come un gelato al limone mangiato in riva al mare in un pomeriggio di maggio quando il più bello sta per cominciare e continuare come prima, così veloce e così immortale.
- Mio padre ha mollato mia madre per una lolita puttana. Il fascino perverso della combinazione vecchio-nuovo cattura maggiorenni impauriti da troppe candeline e adolescenti presi da fascinazioni stagionali.
- La notte può finire da un momento all'altro. Il giorno sarà troppo impietoso con le nostre faccie sconvolte dal trucco disfatto e la donna di chiesa avrà sguardi cattivi per noi che in fondo viviamo come le stelle in un mondo buio e lontano.
- Sentirsi la morte addosso fa rotolare vertiginosamente la vita e di colpo hai novant'anni e ogni sole visto è un giorno regalato e il buio può tagliare la testa da un momento all'altro.
- La dedico a tutte le anime succhiate da una luna bastarda e a tutte quelle teste che il ritmo acido della vita avrà fatto saltare prima del tempo.
- L'alcool addormenta la mia emotività e lascio scivolare le emozioni come vele gonfiate al vento.
Lulù Delacroix
modifica- L'amore è uno specchio che la morte riflette.
- La felicità nasce dalla tristezza.
- I misericordiosi si vergognano di disprezzare, e così scelgono di essere misericordiosi. Solo chi è in grado di disprezzare sa esser misericordioso, e quindi il misericordioso non è altro che un disprezzatore codardo! Chi non disprezza non ha bisogno di provare misericordia.
- Non considerare lontano ciò che può essere raggiunto, anche se in mezzo si pone il tramonto e non considerare vicino quanto ti sta accanto, è più lontano del sole.
- Non uno di loro la comprese, la lasciarono nel suo grande silenzio, tra le braccia di nessuno.
- La purezza è una lente d'ingrandimento posata sopra la luce.
- I sogni senza amore non sono nulla, i sogni con l'amore sono magia.
- Una tristezza feroce, una porta che sbatte, la morte. Seduta a terra, diventando pietra lanciata, smarrita. Le mani, due fiori strappati, il dolore. Il coraggio, una fune sopra l'abisso, nessuno.
- Sempre le venivano i brividi quando lui le parlava, e seppur nulla d'emozionante le dicesse, lei era questo che sentiva: Sei la bambina più bella che ho visto nella mia vita.
- Gli uomini prendono per pazze tutte le persone che riescono a vedere. Guardano un fiore senza vedere il mistero che racchiude, perché anche un fiore racchiude un mistero, ma chi non vede e guarda soltanto, questo non lo saprà mai!
- Il coraggio rende sorda la coscienza, affinché non senta le parole di una visione di morte ma quando quel coraggio finisce, le sue orecchie si spalancano udendo il suono di un'idiozia.
- La commozione è come una sciabola che il cuore in due taglia.
- I veri mostri sono i pregiudizi, e i pregiudizi non appartengono ai viventi perché sono stati creati da chi ora ha smesso d'esistere. La gente vive seguendo l'insegnamento dei morti.
- "Ma perché crede di essere un genio signor Canegatto?" domandò Lulù con tono di sfida. "Chi è un genio sa di essere un genio, non crede di esserlo". rispose sicuro di sé il signor Canegatto. "E perché un genio sa di essere un genio?" chiese Lulù incuriosita. "Ti risponderò così: uno stupido non sa di essere uno stupido."
- Ci si dispera quando ancora all'orizzonte il sole può spuntare, ci si rattrista quando si è coscienti di una fine.
- Vorrei le mie parole diventassero un giorno proprietà degli elefanti, vorrei i loro occhi le capissero, e per me le ricordassero, racchiudendole nelle loro proboscidi, mentre tutto s'allontana.
- Chi pensa non ha spazio per pensare che sta pensando.
- La noia mi è ostile, rumoreggia.
- Emergere da un abisso e rientrarci: questo è la vita.
- Non sapeva dell'esistenza della parola suicidio, ma per un attimo quella voglia le venne, e a quella voglia diede un nome: volare. Volare così come vola una persona che si butta da un ponte verso nessuno, perché il suicidio è un lancio verso nessuno dove prima si speravano braccia.
- Ogni fine è l'inizio di una forza che compare, per permettere a chi è rimasto di reagire.
- La mente fosse quella cosa che mentisse.
- Ali, questo aveva, ali che non si vedevano, trasparenti come lei che non sapeva d'essere invisibile, vista da nessuno, con addosso una bambola provvista d'anima..e volava abbandonando una prigione con le braccia spalancate nell'azzurro, diventando un sogno allungato fino al sole.
- Il tempo è la prova del dolore, non la sua guarigione, perché se così fosse, sarebbe anche la prova dell'assenza del male.
- Un dolore fortissimo le entrò dentro il cuore, là dentro si sedette, e il suo cuore in quell'istante diventava una stanza, la stanza del dolore.
- I pregiudizi sono delle cose sbagliate in cui la gente crede. La gente crede a delle cose sbagliate perché ha paura. Una cosa quando è sbagliata non puoi spiegarla, infatti loro non sanno spiegarla.
- La vera bellezza mai si mostra ed è per questo che tutti la cercano.
- Non vergognarti della tua diversità, amala. Ciò che ci fa soffrire ha bisogno del nostro amore, solo così smetterà di cercarci, solo così troverà pace.
- Le speranze nascono quando i sogni si allungano.
- Scrivere è come urlare una frase dall'alto di una montagna e quella frase crea tanti echi che la fanno diventare interminabile, affinché tante persone possano udirla.
- Cieco diventa chi fa il contrario chiudendo gli occhi, poiché a forza di chiuderli finisce per non vedere più nulla.
- Il pensiero appartiene al silenzio, e il silenzio mai ridurrà in sordità. Ciò che ora ascolto nel silenzio è oro per l'udito.
- Non credo mi interessi ciò che è successo, preferisco interessarmi a ciò che succederà. Il passato mi tedia, il futuro mi ferisce, ma preferisco essere ferita che tediarmi, almeno posso difendermi.
- E ora guarda la speranza, questa strana invenzione, un brevetto del cuore, il cui moto è continuo e instancabile. Guarda questo accessorio elettrico di cui non si sa niente, ma il suo impulso possente rafforza ogni valore, e combatti.
- Non c'è bisogno di diventare adulti uccidendo l'infanzia, per essere profondi. L'infanzia è un abisso che gli adulti dimenticano.
- Chi guarda troppo non vede nulla.
Revolver
modifica- Desideravo tornare dov'ero. Lo volevo tantissimo. Ritornare all'improvviso dov'ero e vivere la prima volta sul serio. All'improvviso. Di scatto. Trovare. L'immenso. Un'emozione fortissima che ti capovolge. Riempie. T'esalta. Ti porta lontano. Fuorissimo. T'abbaglia. Rapisce la sua leggerezza. La forza. Potenza incredibile e fresca. Una pioggia sottile nel sole. Erba appena tagliata. Profumi di festa. Dove tutto sa solo iniziare e fermarsi. Rimanere sospeso e impalpabile. Mai consumarsi. Finire. Invecchiare.
- Io stavo priva di sensi a guardare fuori dalla finestra. Mordicchiavo gli ipnotici.
- Non ho dormito quella notte. Un torrente nel cervello. Uno scroscio nella mente. Una girandola a ruotarmi nella testa. Delle botte sulle tempie. Di continuo. Senza sosta. Forsennato parto di pensieri. Elaborazioni del fantastico. Deviazioni del reale. Trasformazioni del presente.
- Hai il cuore a punta... Mi trapassava il petto a ogni battito.
- Mi scivolavano addosso le voglie. Era così pieno di niente da devastarti.
- C'era quella calma che ti massacra. Quando tutto sembra perfetto e invece è una merda.
- Ho già il destino col guinzaglio. Il collare intorno al collo. Sono il cagnolino della sorte.
- Punti interrogativi nella nebbia.
- Gli violentavo le labbra. Mi spingeva. Rifiutava la mia lingua. Dai forza bastardo. Ti desidero da starci male. Ti desidero così tanto da non volermi.
- Non sapevo se piangere o ridere. Speravo solo d'essere presa a botte. Rinchiusa in una clinica psichiatrica.
- Abbandonare l'infanzia. Viverla senza mai averla. Conoscere i mostri della realtà che ti schiaccia. Metterli in fila. Sconfiggerli. Essere paziente. Lucido. Evitare ogni panico. Avere coraggio. Essere forti. Trasformare l'amore in affetto. Rimanere insieme tutta la vita per poi perdersi. Fare l'amore una volta e poi cento.
- Sei la bambola-pelle di plastica scaraventata in un parcheggio. Impermeabile. La tempesta non ti bagna.
- Desolazione pienissima. Ho iniziato a masturbarmi. Lo facevo ogni sera prima d'addormentarmi.
- Perché questa vita è un revolver che ti devasta la faccia. Perché non è giusto. Perché non riesco a odiare. Odiarmi. Odiare chi mi ha fatto del male. E poi è così complicato capire. Capirsi. La confusione. I suoi limiti. Le rimozioni. Le esaltazioni. Il confondersi. L'illudersi. Perdersi. Arrendersi. Reagire. Esserci. Comprendere. Analizzare. Vivere veramente. Illuminami. Illustrami le delizie dell'esistenza. Le gioie multiple. Le sorprese piacevoli. I trucchi. Gli stratagemmi. La bellezza di questo paesaggio. Le sue stagioni. Addentrarsi in età sconosciute. Accettarsi. Comprendersi.
- E anche se non ti ho amato ti ho amato tantissimo, perché io non ho mai amato nessuno, nemmeno me stessa.
- Centoventi volte tu risorgi e spari. Centoventi volte tu non crolli e avanzi.
- Non voglio più venire da nessuna parte. Le tue parti non mi interessano.
- Ti vuole bene come a una figlia. Ma io figlia non lo ero mai stata. Ero la madre che avevo perso.
- Dai che puoi farcela. Tu sei così immensa. Una briciola.
Amorino
modifica- Voi siete qui per condannarmi, ma io non ho paura. Siete voi ad avere paura, perché io vi amo.
- È nel peccato la più grande richiesta d'amore.
- Se avessi coraggio mi nasconderei nella terra. Se avessi coraggio tutto di me diverrebbe radice di cielo, e farei sbocciare le nuvole.
- Tutto questo dolore è oscenità. Il dolore è osceno. Mi vergogno di soffrire. Il dolore è una bestemmia.
- Vorrei buttare via tutto l'inchiostro, i fogli, le mani, vorrei tagliarle, non scrivere più.Da dove nasce questo sentimento che fa diventare il mio cuore una cattedrale incendiata, come si chiama.Io sono un bosco pauroso, e quella bambina che corre là dentro gridando ha il mio nome.
- Un sentimento lacerato da vividi tagli di pena radiosa mi pervade, e sconcerti infettati d'innocenza ne rendono insostenibile il capitare. Vorrei la serenità risiedesse nell'anima di ogni creatura, ciononostante pare sia desiderio reso doloroso al cospetto del diniego d'avverarsi.
- La sofferenza è il tramite del fallimento.
- Cresco con i mobili, attorniata da dipinti familiari. Io scrivo: l'intera stirpe mi scruta resa eterna da un pennello. Io scrivo: nella devozione alla purezza si cela il sudiciume dei rimproveri che l'anima rivolge alla carne colpevole della sua vivezza.
- "Sono certa abbiano emerso terribili lamenti, non li avete uditi?" ho risposto alla signora Mansfield: "signora Mansfield non abbiamo udito nulla, ora però viviamo nelle loro grida". Quando la signora Mansfield ha stretto le mie mani, ho capito quanto la falsità sia raffigurazione della verità umana.
- Ho paura di essere un'incantatrice del male per ipnotizzare il bene, disarmarlo e ucciderlo. La scrittura è il mio flauto magico. È il male l'incantatore, flauto magico, ipnotizzatore di bene, è il bene il serpente.
- Dio ha inventato tutto, anche la scienza che lo deride.
- Non è suo figlio a portarla alla pazzia, ma il pensiero d'essere stata lei a partorirlo. Una madre partorisce se stessa.
- Dio sale dal basso, sale dal basso l'Altissimo.
- È nel peccato la più grande richiesta d'amore.
- I miracoli: solo in loro s'intravede la vita. È così che si mostra, un suo accenno pronto a lasciarci.
- Le carezze mangiano il cuore degli altri.
- I giorni non terminano, rimangono dove nessuno sospetta. Si nascondono nelle pareti, negli oggetti, in tutto ciò che è privo di carne continuano a esserci per sorvegliarci. Sentinelle insapute, detentrici dell'inganno dei minuti che passano. I giorni sono il pensiero di Dio che ci guarda, impassibile.
- Il mondo è un termine eterno.
- Baciarsi è sospendersi, è oltrepassare la terra.
- Bevo ancora, voglio far barcollare la mia purezza, farla scivolare dalla mia testa.
- Penso a come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto delle braccia attorno nei momenti di tempesta.
- Io odio l'amore, parlo sempre male di lui, perché è il luogo dove sono stata uccisa. Sono stata uccisa ad Amore, sai dov'è? È un paese piccolo, senza finestre, dove i sogni diventano incubi all'improvviso, e un sorriso diventa un ghigno, all'improvviso.
Io ho paura dell'amore, perché non c'è altro che amo.
Io amo Amore, quel paese piccolo, senza finestre, che mi ha ucciso. - Cerco dolcezza nella violenza, negli abbracci che mi strappano da me, cerco nell'invasione spazio per svuotarmi dall'abbandono.
- Mentire: sfigurare il volto dell'onestà.
- Mi ascolti? Rimani con me. Non voglio rimanere sola.
Mi chiamo Isabella, e tu come ti chiami? Dimmi che mi ami, che non sarò mai sola, che resterai con me, e che mi salverò. - Sentirai sul tuo viso il mio respiro. Lo senti? Sono vicino a te ora. Non avere paura. La morte è calda. La morte è un rumore che finisce.
- L'amore è questo: un cuore che ringhia.
Tutto l'amore, anche quello dolcissimo, quello vero che è eterno, pronto a morire per salvare chi ama, è un cuore che ringhia. - Niente di ciò che appare, in verità, si mostra.
- Esistono istanti irremovibili più di statue secolari, monumenti d'intensità dove i discorsi somigliano all'inutilità del dolore.
- Ero in un altrove sconfinato, nell'immobilità di un salto.
Ero davanti a me stessa, e non mi guardavo.
Vorrei piangere così tanto da allagarmi. - Esiste una somiglianza perfetta in chi ha lo stesso sangue che scorre, fermissimo. È questo il problema: continuare chi ci ha distrutto.
- Se tu fossi qui, aprirei le pareti con due endecasillabi.
Se tu fossi qui, io sarei sola. - Io sono l'assente, sono le pareti di una stanza occupata da altri.
- Ieri. Sempre ieri. C'è sempre uno ieri. Qualsiasi giorno ha uno ieri. Oggi ha uno ieri. Domani lo avrà. Domani è un passo. Oggi è un vuoto. Ieri è una lapide.
- Scrivere è straziante, perché straziante è il mutismo delle parole. Posso abbandonarle e loro rimangono zitte, a guardarmi imploranti.
- Vorrei conficcarmi nella terra, e sbocciare di continuo.
- Nella semioscurità diventiamo l'abisso del nostro nome. Ogni nome ha un abisso, che nella semioscurità si apre. I nostri nomi germogliano nella penombra.
- I delitti impuniti sono proprietà divina.
- Il rapimento di secondo grado coincide con l'arrivo del cherubino. L'estasi di primo grado con l'afflizione inferta dai loro becchi circoncisi. Le orazioni sbocciano nella mente, le loro radici trovano terra nell'anima. La testa è una foresta scon- cia, la mia bava la rende lussureggiante.
- Sento sempre l'abbandono, anche quando una foglia che guardo cade, e un soffio la rapisce portandola lontano.
- C'è qualcosa di enorme nell'immobilità delle forme di vita, così come negli oggetti che della vita nulla posseggono, è in loro una resistenza alla morte dei giorni che è tutto. Forse altro non esiste oltre alla morte dei giorni, neppure la morte.
- Io morirò, come nessuno. Io morirò, amata.
- L'amore, allargata solitudine.
- Vorrei un'alba di baci, una quiete che scende dall'alto e mi stringe, sogni che arrivano in questa tempesta di fango, una pioggia sottile d'amore fortissimo. Abbracciatemi.
Abbracciatemi, fatemi uscire da questa bufera, tagliate i fili che legano il mio collo all'orrendo. Liberatemi. Che io sia profumo, un'essenza di sole.
Fatemi diventare la luce che ho spento.
Fatemi diventare un fiore. - La notte, potenza di ombre scavate nei buchi del vuoto. La notte è l'urna dei mostri, il cimitero impalpabile degli orrori sepolti.
- Madre mia parlami adesso mentre il dolore diluvia. Se tu fossi qui, in questa pioggia di pianto, di te le braccia vorrei, per salvarmi dall'annegamento. Sollevami.
- Io non so cosa sia la pazzia. Forse è un suono che si muove nelle orecchie. Forse è una mente che continuamente grida. La pazzia è una mente che continuamente grida, e nessuno la sente. Forse già sono pazza, vedo le cicatrici nei fiori.
- Per sempre, dire sempre per sempre, quante volte lo scrivo, per sempre, ma è sempre tutto finito.
- Non so cosa sarà di me, non so quanto potrò ancora resistere, so solamente che qualsiasi cosa accada, continuerò a cercare per sempre il candido, di un bacio felice.
- Sorge mai in te il desiderio dell'amore? Non ti nascondo che capita il suo pensiero smuova in me malinconia che fatico a percorrere tanto è sconfinata, e sempre mi ritrovo a sospirare, incedendo con il cuore inorridito in una beffa clamorosa.
- Io non avevo paura, io sono salva, perché già perduta.
- Esistono attimi che non appartengono al tempo, di loro nessuno si accorge. Hanno secondi che durano più di un millennio. Sono lance di orari spezzati da creature nascoste nell'aria, che li vivono al nostro posto non lasciandoci nulla in memoria.
- I ricordi sono morti che rinascono, e tu rinasci sempre, sei mia figlia ora, ti ho nel ventre.
- È tardi, è tardi sempre, anche all'inizio. Qualsiasi inizio è già un ritardo, perché tutto inizia terminando di continuo.
Supernova
modificaLa desideravano tutti. La pelle. La bocca. Lei miele.
Le piaceva fare l'amore, si faceva spogliare tra gli alberi.
Poi l'hanno ingravidata, a vent'anni, e non ha voluto abortire.
Allora la sua famiglia ha deciso di mandarla da una zia, a Milano. Non potevo nascere lì, dove c'era mio padre, e quel padre non si sapeva chi fosse.
Ha sofferto il giorno che l'hanno fatta salire su un treno. Era sola, come, e in mano una fiaba: Il Mago di Oz.
Così immaginava di essere una bambina trascinata dall'uragano in un paese lontano, per colpa del cagnolino Totò, il suo ventre.
Sono stata prima un cane, poi quando sono nata sono diventata sua figlia, e mi ha chiamato Dorothy.
Citazioni
modifica- Da adolescente ero l'inizio di tutto, ero il contrario della fine, ero ciò che si perde, e non ti ridà più nessuno.
Se penso ai miei sedici anni, mi chiedo se sono esistiti davvero, ero così diversa, completamente un'altra persona.
Non è vero che si cresce, si crepa.
Crescere è un assassinio, non esistono altre parole, ti ritrovi a camminare sullo scheletro dei tuoi ricordi, la tua vita diventa un cimitero, e tu la bara di tutto. (p. 125)
Noi andremo a vivere sulla Tour Eiffel, e ogni notte raggiungeremo la luna, con le cuffie, e Venus degli Air a tutto volume.
Il nostro letto sarà un cratere, e al risveglio lanceremo sulla terra le fragole, una pioggia di fragole con il nsotro nome dipinto, e un bigliettino legato a ciascuna, con sopra scritto: noi siamo sulla luna, abbiamo le stelle nel cuore, e il nostro amore è una supernova, che illumina tutti i baci del mondo.
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Maurizio Fiorino, Isabella Santacroce, Veins Magazine, 2007.
- ↑ Dall'intervista di Luciana Sica, Isabella Santacroce, la Repubblica, 20 febbraio 2010.
- ↑ Da un tweet, 17 marzo 2016.
- ↑ Citato in Santacroce dj con Mussolini, Repubblica.it, 8 febbraio 2007.
- ↑ Dall'intervista di Elisabetta Corsini, V. M. 18: intervista a Isabella Santacroce, Girodivite.it, 18 luglio 2007.
- ↑ Dall'intervista di Rossano Astremo, La famiglia secondo Isabella Santacroce, Coolclub.it, 3 marzo 2006.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia
modifica- Isabella Santacroce, Fluo. Storie di giovani a Riccione, Castelvecchi, 1995 – Feltrinelli 1999.
- Isabella Santacroce, Destroy, Feltrinelli, 1996.
- Isabella Santacroce, Luminal, Feltrinelli, 1998.
- Isabella Santacroce, Lovers, Mondadori, 2001.
- Isabella Santacroce, Revolver, Mondadori, 2004.
- Isabella Santacroce, Dark Demonia, Mondadori, 2005.
- Isabella Santacroce, Zoo, Fazi, 2006.
- Isabella Santacroce, V.M. 18, Fazi 2007.
- Isabella Santacroce, Lulù Delacroix, Rizzoli 2010.
- Isabella Santacroce, Amorino, Bompiani 2012.
- Isabella Santacroce, Supernova, Mondadori, 2015.
Altri progetti
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