Louise Colet

poetessa francese

Louise Colet (1810 – 1876), poetessa e scrittrice francese.

Ritratto di Louise Colet con la figlia Henriette (A. Grasset, 1842)

Citazioni di Louise Colet

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  • Il sipario si alza; ascolto attenta questi bei versi concisi e fermi che comprendo più facilmente della lingua parlata: è scultura greca e romana. Nei drammi di Alfieri, che chiamerei volentieri stoici, a forza di sobrietà nell'azione e di laconicità nel linguaggio, la commozione vi coglie, per così dire, senza che ve ne rendiate conto, s'impone a grandi tratti attraverso alcune figure che personificano con semplicità sentimenti eterni. Nell'Oreste, è prima di tutto Elettra che s'impossessa della nostra anima. Il suo lutto filiale, la sua angoscia incessante per un fratello che ritrova, ma che il trionfante assassino del loro padre cerca bramosamente e minaccia, sostengono l'azione fino al quarto Atto. Allora l'azione prorompe spaventosa e sublime; essa vi associa a tutti i combattimenti e a tutte le lacerazioni delle passioni umane: è come una mischia sconvolgente di istinti e dolori contrari [...] Questo quarto atto dell'Oreste di Alfieri è una delle cose più belle che abbia visto a teatro: ascoltandolo pensavo alle puerili dispute di scuola, alle ingiustizie e agli accecamenti reciproci dei due campi che rinchiudono il sublime in uno stampo arbitrariamente prescritto. Il sublime piomba su noi come un uccello divino; si abbatte dall'alto, ci rapisce sulle sue ali che fremono e planano; noi ci abbandoniamo alla sua imperiosa ascesa, incuranti della forma e del colore delle sue penne: così fece la folla quella sera.
La toile se lève; j'écoute attentive ces beaux vers concis et fermes que j'entend plus facilement que la langue parlée: c'est de la sculpture grecque et romaine. Dans les drames d'Alfieri, que j'appellerai volontiers stoïques, à force de sobriété dans l'action et de laconisme dans le language, l'attendrissement vous saisit, pour ainsi dire, à votre insu, il s'impose à grands traits par quelques figures, personnifiant avec simplicité des sentiments éternels. Dans l'Oreste, c'est Électre qui s'empare d'abord de notre âme. Son deuil filial, son angoisse incessante pour un frère qu'elle retrouve, mais quie l'assasin triomphant de leur père convoite et menace, soutiennent l'action jusqu'au quatrième Acte. Alors l'action éclate effrayante et sublime; elle vous associe à tous les combats et à tous les déchirements des passions humaines: c'est comme une mêlée éperdue d'instincts et de douleurs contraires [...] Ce quatrième acte de l'Oreste d'Alfieri est une des plus belles chose que j'aie vues au théâtre; en l'écoutant je songeais au querelles puériles d'écoles, aux injustices et aux aveuglements réciproques des deux camps qui parquent le sublime dans un moule prescrit arbitrairement. Le sublime fond sur nous comme un oiseau divin; il s'abat d'en haut, il nous emporte sur ses ailes qui frémissent e qui planent; nous nous abandonnons à son impérieuse ascension, insoucieux de la forme et de la couleur de ses plumes: ainsi fit la foule ce soir là.[1]
  1. (FR) Da L'Italie des Italiens, Parigi, Dentu, 1862, vol. I,pp. 69-70. Citato sotto il titolo: Impressioni d'una recita dell'«Oreste», (Genova, Teatro Doria, novembre 1859) in Gianni Gervasoni, Il teatro italiano nel Settecento, S. Lattes & C. Editori, Torino, stampa 197114, seconda ristampa, p. 428.

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