Lorenzo Bandini

pilota automobilistico italiano

Lorenzo Bandini (1935 – 1967), pilota automobilistico italiano.

Lorenzo Bandini (1966)

Citazioni di Lorenzo Bandini modifica

  • Io penso che è tutto un destino nella vita, non è soltanto uno che corre in automobile; se uno deve morire, a un certo punto... se è il destino che deve morire quel giorno, muore sia se va a correre in automobile o che non vada a correre in automobile.[1]
  • La paura non si piazza mai.[2]
  • Voi guardate soltanto i morti che succedono nell'automobilismo, allora aboliamo gli aerei, aboliamo le macchine, aboliamo tutti, stiamo chiusi in casa così siamo sicuri che non si muore e torniamo come una volta, con il somaro, l'asino e i cavalli e così è sicuro che siamo meno morti![3]

Citazioni su Lorenzo Bandini modifica

  • Il dolore, in quel Gp di Monaco di cinquanta anni fa, fu immenso, perché Lorenzo Bandini fu per me il pilota più amato; ma altrettanto grande e quasi quotidiano è il ricordo, perché sull'altro lato del viale in cui abito c'è sempre il piccolo garage che apparteneva a Goliardo Freddi, il papà di sua moglie Margherita, e dove tutto è rimasto quasi come allora. Passando accanto, rivivo sempre quegli anni, con l'immagine di Lorenzo sempre viva. Mi sembra di rivedere quella mitica Fiat 1100 truccata che Freddi gli ha dato per il suo esordio agonistico. Per anni è stato il mio garage e c'era sempre Margherita sorridente dietro la vetrata dell'ufficio. E ad ogni richiamo della mente rivivo il suo dramma: il dramma dello scoramento. Sì, perché dopo anni di richiami alla memoria di quella disastrosa uscita dalla chicane, l'urto contro la bitta, l'immane incendio, che il principe suo amico voleva spegnere con la propria giacca, non penso più alle cause tecniche, se non al fatto che i circuiti odierni sono diventati tanto più sicuri. Penso soltanto a quel che avrebbe provato Lorenzo, per quella sua uscita, in quel punto del circuito di Monte-Carlo, con la quinta marcia trovata inserita, al posto della terza. [...] La sua Ferrari 312 era una bella macchina, con un motore a dodici cilindri che faceva la differenza rispetto a tutte le altre macchine con motore V8 tre litri. E poi, quel secondo miglior tempo in prova, a fianco della più agile Brabham del pilota-costruttore. Lo vedevo sempre in testa al primo giro e provavo delle fitte quando ha perso il comando per l'olio lasciato dallo stesso Brabham sull'asfalto e per Hulme al primo posto. Altre fitte man mano che i distacchi aumentavano. Vedevo che quasi scuoteva la testa. Troppa sfortuna. E in me vivevo il suo scoramento. [...] Nel momento del coronamento della sua carriera non concepivo un simile accanimento della sorte verso un giovane che sarebbe diventato uno dei maggiori campioni dell'epoca. (Enrico Benzing)
  • Il numero 7 non può averlo ucciso, ma ricorre troppo spesso... È accaduto il 7 maggio 1967, correva da 7 anni in Formula 1, alle 17 e 7 minuti era sulla scia di Hulme, a 17 secondi, mancavano 17 giri alla fine quando avvenne il fatto. Ci misero 17 minuti a portarlo all'ospedale, passò 72 ore di angoscia nella stanza numero 7, fu portato a Milano con un Boeing 727, volo 607, non era pronta la tomba di famiglia e per 17 giorni dovette stare al deposito al Monumentale, poi è stato sepolto al campo 7, loculo 7, certificato di decesso dell'ospedale Principessa Grace di Montecarlo numero 7747.[2] (Margherita Bandini[4])

Note modifica

  1. Da uno stralcio di un'intervista dal documentario Storia di Lorenzo Bandini. Video disponibile su Youtube.com.
  2. a b Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 48. ISBN 88-8598-826-2
  3. Da uno stralcio di un'intervista dal documentario Storia di Lorenzo Bandini. Video disponibile su Youtube.com.
  4. Moglie di Lorenzo.

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