Letteratura di consumo

espressione per designare un tipo di produzione letteraria rivolta al consenso di un ampio pubblico

Citazioni sulla letteratura di consumo o d'intrattenimento.

  • La letteratura non si può considerarla fatta soltanto dei libri che piacciono ai letterati, ai laureati in lettere. Perché c'è dell'altro, al là di questo orto più o meno concluso. E quelli senza laurea che cosa sono? Non esistono, sono da considerare inesistenti? A me sembra sciocco, mi sembra un umanesimo retrivo e autolesionista quello che non si rende conto che letteratura sono anche i prodotti che non interessano ai lettori con la laurea in lettere. [...] d'altronde sono cose ovvie, che dovrebbero essere ovvie: si studia un determinato oggetto anche se l'oggetto a te non piace per niente, ci mancherebbe altro. E d'altronde, i prodotti che piacciono ai molti, proprio e solo per questo sono oggetti particolarmente importanti e degni di attenzione. Naturalmente, con quel tanto di umiltà che non si può non avere quando ci si accosta a prodotti che a te critico colto non interessano per niente. [...] se ci accosta a questi prodotti, popolari si diceva ieri, di consumo, di intrattenimento... è già una bella conquista parlare di intrattenimento e non di consumo, è già un po' più di rispetto, per questi prodotti e per chi li consuma. Il fatto semplice che un gran numero di miei connazionali, di miei concittadini ne faccia uso per soddisfare le esigenze del loro immaginario non può non rendere importante cercare di capire come sono strutturati. (Vittorio Spinazzola)
  • La puzza al naso di molti universitari nei confronti della grande letteratura di consumo è insensata: sarebbe come se uno storico non studiasse fenomeni storici come il fascismo e il nazismo perché sono brutti e cattivi, non ha il minimo senso. In questo Gramsci mi ha aperto un campo che quasi nessuno esplorava, un campo di studi più che legittimo e più che utile. (Vittorio Spinazzola)

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