Lester del Rey

autore di fantascienza, curatore editoriale e critico letterario statunitense

Lester del Rey, pseudonimo di Ramon Felipe San Juan Mario Silvio Enrico Smith Heathcourt-Brace Sierra y Alvarez-Del Rey y De Los Huerdes (1915 – 1993), scrittore statunitense. Ha utilizzato anche gli pseudonimi di John Alvarez, Marion Henry, Philip James, Philip St. John, Charles Satterfield, Erik van Lhin.

Judy-Lynn e Lester del Rey al Minicon 8 (1974)

Incipit di alcune opere

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Alieno in croce

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Il Comandante Cromar era chi­no sugli schermi che gli permet­tevano di controllare la stiva, e tutti i depositi della gigantesca nave. Le operazioni di carico lo facevano sempre pensare a cosa doveva essere stata la Creazio­ne. L'attenzione con cui ogni cassa veniva stivata esattamente al proprio posto assicurando la presenza di tutti gli elementi necessari per mantenere a lungo la vita sulla nave, gli ricordava il Keelong, che bilanciava tutti gli elementi del pianeta per prepa­rarlo all'arrivo del suo popolo. Il Comandante sogghignò. O al­meno così l'avrebbe definito l'Ama.

Il clandestino dell'astronave

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Da un'ora il grande elicottero saliva, nella notte e nell'aria che si andava rarefacendo, verso le cime delle Ande. Ora, giunto a 6000 metri d'altezza, l'elicottero si mantenne a quella quota, mentre il motore prendeva a ronfare monotono. Già il sole toccava le cime delle montagne, e la stazione interplanetare apparve a un tratto, nitidamente, a un paio di chilometri più avanti.

Mia è la vendetta

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L'odio si diffuse nella galassia in una crociata sublime. Navi metalliche balzavano da un mondo all'altro e sfrecciavano attra­verso lo spazio in direzione di stelle sempre più lontane. I pianeti cedevano le loro materie prime alle città protese verso le stelle, co­struite intorno a templi-fortezze e tenute in vita da complicati si­stemi tecnici. Le navi dotate di armi straordinarie, si spingevano sempre più lontano alla continua ricerca di un nemico.

Robot e folletti

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Stabilità

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Doc Baron si raddrizzò e si passò il fazzoletto umido sulla fronte, ma questo non gli servì a molto. I suoi capelli grigiastri erano madidi di sudore, e il sudore gli scorreva lungo la fronte, sul naso, tra i baffetti curati. Osservò l'abbagliante cortina bianca che era il cielo di Venere, e scosse il capo. C'era da sette giorni, e aveva già perduto quindici libbre. Il suo corpo piccolo era ancora rotondetto, ma gli abiti gli erano spaventosamente larghi.

L'amico migliore

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Fuori, il mattino non aveva niente di diverso dai mille altri mattini che il cane aveva fiutato. Eppure il suo grande corpo magro si mosse nervosamente sulla sporgenza rocciosa che dava sul fiume, e i muscoli del collo si tesero. Sollevò il capo, fiutando il vento che soffiava dalla terraferma, e le sue orecchie cercarono di individuare qualcosa di anormale nei rumori che giungevano. Uggiolò.

Il piccolo Jimmy

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Avevo sempre pensato che incontrare uno spirito dovesse essere una cosa piacevole e confortante. Quando un uomo ha superato la cinquantina ed ha già l'età in cui si pensa alla morte, qualsiasi cosa che possa provare come egli non sia destinato a una fine insignificante e definitiva dovrebbe essere d'aiuto. Perfino l'idea di essere condannati a vagare in qualche posto solitario per l'eternità non evoca l'orrore innominabile della non esistenza!

I flauti di Pan

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Di là dai boschi, da entrambe le parti, si stendevano campi ben tenuti e terra fertile, ma in quel punto gli sterpi scendevano fino a lambire la strada sudicia, e nascondevano il piccolo campo arato ormai invaso dalle erbacce. Dietro di esso, nascosta dagli alberi, si trovava una rozza capanna di legno. Solo gli alberi che la circondavano, proteggendola dai venti impetuosi, avevano impedito che fosse crollata già da molto tempo.

Le acque calme

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Zeke vide spegnersi gradualmente la luce rossa sul pannello, e udì il rumore dei relè che scattavano, mentre la nave ritornava sulla sua rotta. Sullo schermo si vedeva il solito sfondo di neve, che gli isolatori acustici non riuscivano a filtrare, neppure a quella distanza dal sole. Abbassò gli occhi e si guardò le mani, considerando amaramente le nocche affette dalle artriti e i peli che le coprivano, e che ormai cominciavano a diventare grigi.

Bontà d'animo

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Il vento passò oltre l'angolo e raggiunse la panchina isolata del parco. Carezzò il giornale caduto a terra, ne voltò le pagine, poi ne sollevò una parte e la portò con sé, mettendo in evidenza una pagina piena di fumetti dai colori vistosi. Danny stava uscendo alla luce del sole, e i suoi passi lo portarono davanti alla pagina del giornale dedicata ai bambini.

In cambio di niente

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Commettere un delitto perfetto è una faccenda semplice. Andare in macchina, una notte, in una strada solitaria, trovare una persona sola che cammina, senza altri in vista, offrirle un passaggio, pugnalarla, e tornare a casa. In un delitto del genere, non c'è alcun motivo di collegare l'assassino alla vittima... niente movente, niente indizi, niente sospetti.

Il mostro

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I suoi piedi si muovevano con monotonia meccanica sul materiale a prova di suono del pavimento. Li guardò, li vide muoversi, e ascoltò il loro leggero calpestio. Poi il suo sguardo risalì dalla stoffa ruvida dei pantaloni al movimento delle cosce. C'era qualcosa di buono nel movimento, quasi uno scopo.

Il ramaio

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Sotto i raggi caldi del sole del mattino, la figura che avanzava lungo il sentiero sembrava fuori posto, così vicina ai piedi degli Adirondacks. Il suo corpo tozzo, alto non più di tre piedi, era coperto da un lacero grembiale di cuoio marrone che gli arrivava alle ginocchia, e sul capo aveva un cappello color ruggine con il bordo rivoltato all'insù e fatto a punta. Portava dei sandali polverosi con le punte all'insù e legati alle caviglie, e a ciascuno era appeso un campanellino di rame che tintinnava allegramente a ogni passo.

Fragile è la gloria

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Hudson era stupenda di notte, con le sue distese di strade illuminate e i suoi giardini immersi nella misteriosa luce notturna. Perfino le massicce banchine del fiume erano rischiarate da una luce delicatissima, e il chiaro di luna sul mare rivelava il candore imponente di un grande incrociatore di linea che galleggiava sulle acque. Poi, tra il Palazzo del Parlamento e il Palazzo, nacquero lettere di fuoco danzante, che misero orgogliosamente in evidenza la debolezza che si nascondeva sotto tutta quella bellezza.

Nelle tue mani

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Simon Ames era vecchio, e il suo volto era amaro come può esserlo soltanto quello di un idealista convinto. In quel momento, il volto era sconvolto da molte emozioni, mentre egli osservava gli operai intenti a versare cemento per colmare la piccola apertura della costruzione a forma di cupola; ma il suo sguardo si posò quasi subito sulla figura del robot, immersa nella penombra.

Bibliografia

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  • Raymond F. Jones & Lester Del Rey, Alieno in croce, traduzione di Delio Zinoni, Mondadori, 1982.
  • Lester del Rey, Il clandestino dell'astronave, traduzione di Franca Molo, Urania 2, Mondadori, 1952.
  • Lester Del Rey, Mia è la vendetta, traduzione di Beata Della Frattina, in "I guerrieri delle galassie", a cura di Sandro Pergameno, Ed. Nord, 1986. ISBN 884290595X
  • Lester Del Rey, Robot e folletti, traduzione di Ugo Malaguti, CELT, 1966.

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