Laura Conti

ambientalista, partigiana e medico italiana (1921-1993)

Laura Conti (1921 – 1993), partigiana, medica, ambientalista, politica e scrittrice italiana.

Laura Conti nel 1987

Citazioni di Laura Conti

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  • [...] "ambiente" non è solo l'insieme di acqua, aria, terra; [...] non si può considerare l'uomo nel suo rapporto con la natura se non lo si considera anche nel suo rapporto con gli altri uomini, e nel suo rapporto con gli oggetti che fabbrica o con le piante che coltiva. [...] Che rapporto possa esserci tra l'uomo e il territorio non lo rivela l'operaio, soldato di ventura del capitale. Non lo rivela nemmeno il contadino, perché il contadino può trasformarsi in pioniere, e dove ci sono zolle sotto i suoi piedi e un corso d'acqua là è la sua patria, magari solitaria. Lo rivela invece l'artigiano di tipo brianzolo, un artigiano che realizza una divisione del lavoro con gli altri artigiani, io faccio le parti in legno, tu le parti metalliche, lui le parti in cuoio, e l'oggetto – il salotto per gli sposi – è il prodotto non di una bottega ma di un territorio, di un rapporto fra momenti lavorativi insediati l'uno accanto allʼaltro, in una curiosa dialettica di integrazione e competizione.[1]
  • C'è una maggioranza assolutamente silenziosa e assolutamente invisibile, dotata di un potere immenso: le sue leggi segrete infiltrano tutte le forze politiche e sindacali, le università e le fabbriche, gli ambienti culturali, pur non possedendo giornali o riviste, né televisioni private e nemmeno una scalcinatissima stazione radio, pur non pubblicando mai né libri né articoli, nemmeno alla macchia, per sostenere in maniera esplicita le proprie opinioni, riesce tuttavia a imporle, con ferrea compattezza, quasi in tutte le grandi e piccole scelte collettive. Chiamo questa forza oscura partito degli antiambientalisti, pur avvertendo che non è un partito. Questo partito non sostiene che l'inquinamento fa bene alla salute, né che le piogge acide raddoppiano la fruttificazione degli alberi, né che le frane assestando il terreno a quote più basse gli conferiscono maggiore stabilità. Nulla di così paradossale.[2]
  • L'ecologia si serve delle scienze sperimentali ma non è una scienza sperimentale: è una scienza di esperienza e non di esperimento, perché non può lavorare su modelli della realtà ma può soltanto osservare la realtà. [...] Ciò la induce ad affidarsi, spesso, ai pregiudizi. Per gli scienziati sperimentali i pregiudizi sono cose orride e nefaste, da liquidare senza pietà. Invece, nella cultura dei movimenti ecologisti il "pregiudizio" è la convinzione a priori che le soluzioni affermatesi nel corso dell'evoluzione biologica, essendo state collaudate per tempi lunghissimi, abbiano maggiori probabilità di essere affidabili di quante ne abbiano le soluzioni escogitate dagli scienziati, collaudate solo per tempi brevissimi.[3]
  • La maggior parte dei problemi ambientali nasce dal saper fare che cammina più in fretta del sapere.[4]
  • Non è romanticheria riflettere che i nostri antenati piantavano alberi di noce, e noi – nel migliore dei casi – pioppeti. Chi non fa nulla per la pace, chi non fa nulla per l'ambiente, implicitamente ci invita a rassegnarci a questo stato di cose, a rinchiuderci nel "qui e ora", senza esplorare con lo sguardo né lo spazio, né il tempo. E quindi si capisce molto bene che taccia, che non prenda parte, che parli di rado e con pochi argomenti stereotipati, che non agiti né pensieri, né bandiere, che faccia appello soltanto a una solidarietà silenziosa. Come una complicità.[2]
  1. Da Visto da Seveso, Milano, Feltrinelli, 1977; citato in Laura Centemeri, L'ambientalismo operaio visto da Seveso, leparoleelecose.it.
  2. a b Citato in Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi, Chi era Laura Conti, la pioniera dell'ecologismo che abbiamo dimenticato, economiacircolare.com, 13 dicembre 2023.
  3. Da l'Unità, 13 giugno 1992; citato in Laura Centemeri, Ritorno a Seveso: il danno ambientale, il suo riconoscimento e la sua riparazione, Bruno Mondadori, 2006, cap. 3.2.3, p. 121.
  4. Da Fermate lo sviluppo, voglio scendere, l'Unità, 1985; citato in Serena Tarabini, La scienziata che non si riteneva tale, ilmanifesto.it, 1º aprile 2021.

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