Georgina Harding
scrittrice britannica
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Georgina Harding (? – vivente), scrittrice britannica.
La solitudine di Thomas Cave
modifica- Alza il mento come per aprire un passaggio in gola e respirare meglio, prende un lento respiro e lo trattiene fino a che quel pensiero svanisce.
- In questi giorni e in queste notti privi di forma, Thomas Cave sa che non può permettersi di abbandonarsi troppo ai pensieri. Dandogliene l'opportunità, essi possono diventare più vitali della realtà stessa. La fase senza luna è la peggiore del mese. Quando c'è luna c'è luce, una luce che in mezzo alla neve possiede una chiarezza meravigliosa, come la luce distillata del giorno, e c'è anche movimento, cambiamento, il visibile trascorrere del tempo. I giorni senza luna sono giorni morti e quelli, più degli altri, affliggono il suo spirito. In quei giorni, più che negli altri, prega, prega il Signore affinché possa resistere alla tentazione della malinconia.
- Lui è fuori dalle storie. è semplicemente un uomo solo nelle tenebre, senza nessuno che possa vederlo e renderlo reale.
- Un brivido che parte dalle viscere lo attraversa e tuttavia sente caldo alla testa. C'è un martello che gli batte sulle tempie. Sente la pelle calda, tesa come se bruciasse.
- Poi vide le lacrime che le scendevano dagli occhi quasi avessero aspettato lì tutto quel tempo. Provò un palpito di dolore e la strinse a sé, toccò e odorò la sua pelle familiare, i suoi capelli, il suo corpo cosparso di farina: un dolce e pulito profumo. No, amore mio, non c'è nulla che non va, tutto bene, il viaggio è andato bene e abbiamo guadagnato molto. Se la strinse vigorosamente e la baciò con intensità, tenendo stretta a sé tutta la vita che era in Johanne. Eppure, oltre quel bacio si celava una stranezza. Era troppo presto per lui, troppo improvvisa questa nuova conoscenza di lei. C'era qualcosa di meccanico nell'azione, come se si stesse osservando mentre abbracciava la moglie, un marinaio che torna a casa e fa ciò che un marinaio fa, bacia la moglie che presto partorirà il suo bambino, due personaggi che si comportavano come loro e, tuttavia, non erano loro ma semplicemente recitavano quella parte, mentre le loro labbra si staccavano e tornavano a unirsi, due figure che impersonavano nuovamente Thomas e Johanne.
- Questa non è Johanne, dice a se stesso, questo è un fantasma; può adombrarsi con lei e non sentirsene in colpa. Se solo se ne andasse. Vuole che se ne vada in silenzio, lontano dalla luce, lontano dalla mente. Spinge indietro la sedia e questa raschia come la rabbia che gli cova dentro. Per la seconda volta in una giornata indossa le pellicce, prende il moschetto, il corno, il fucile, e va incontro al gelido tramonto. Non si volterà, per quanto avverta la presenza di lei che lo osserva.
- Per giorni questa luce lo ha illuso, mettendogli a dura prova i nervi.
- Una persona in preda al dolore è così sola.
- Una mancanza di significato tale da creare in lui un terribile, silenzioso, clamore che gli avrebbe echeggiato dentro. Tutt'intorno persone, ma dentro nessuno. I loro volti affascinanti come maschere; i loro volti, gli occhi, i sorrisi, le voci, tutto falso ed estraneo per lui.
- Durante il giorno con il lavoro da fare, tutto andava bene. Ciò che non riusciva a sopportare era la quiete della sera.
- Tuttavia, posa l'arnese e distende la mano, intanto che le sue grida crudeli gli rimbombano più fragorose nella testa. «Andatevane, andatevene, andatevene!». Ha gridato nel vento e la canzone gli ritornava in mente, sebbene non potesse più vederli
- Ha lasciato che Egli li seppellisse, che li seppellisse di nuovo, che seppellisse persino il loro ricordo nella neve. Ha lasciato che non ci fossero più sogni, fantasmi, superstizioni. Ha lasciato che non ci fosse nulla più di ciò che si può conoscere attraverso la ragione, la prova concreta del mondo materiale. Ha lasciato che la sopravvivenza divenisse il suo solo intento. Cenere alla cenere, ghiaccio al ghiaccio. Il suo respiro si è placato con l'ordine delle parole e la luminosità del cielo si è affievolita, fino a che è rimasto solo un guizzo di verde nelle stelle all'orizzonte, e la notte si è fatta intensamente scura. Ma non ha potuto credere che lei se ne fosse andata.
- L'equinozio è venuto ed è passato, un giorno di luce così intensa, fredda e uniforme che quasi ha desiderato che tornasse il buio, che la sua anima potesse dormire, che il sole non fosse venuto a svegliarlo e che potesse mettersi sdraiato sul ghiaccio durante il vuoto giorno, e dormire.
- Un enorme vuoto dentro e la paura che si sarebbe ingrandito, consumandomi.
- La terribile sensazione della caduta in uno spazio completamente ghiacciato e senza fine.
- Non so quanti fra voi abbiano visto un uomo diventare pazzo. Non volete guardarlo, e tuttavia lo fate, e quando lo fate lui vi trascina dentro il suo orrore.
- Rimase immobile ed esitò un istante, come se dovesse rafforzare i nervi per ciò che sarebbe seguito.
- Egli si fece strada, avanzando a passi decisi, così che il mondo sembrava espandersi dietro di lui senza sfiorarlo.
- Se fosse stata, come disse, l'estraneità del luogo, o piuttosto la sua assoluta familiarità, che in qualche modo minacciava di avvolgerlo
- Ma il marinaio non riusciva a ristabilirsi. Ogni orrore che aveva visto ricompariva e lo tormentava, fino a che un giorno, febbricitante, iniziò a urlare e a delirare con una tale violenza che sua moglie ne ebbe paura e corse fuori a chiedere aiuto.
- Sapevo di essere bloccato, un prigioniero dell'inverno, benché non ci fossero muri o sbarre nella mia prigione, ma solo uno spazio sterminato attraversato dal vento
- Ogni sensazione era estrema e solo lentamente ritornava alla normalità.
- Niente più che ombre immaginate in un sogno.
- Pensa che non riesce a dormire per più di un istante a causa del dolore martellante del corpo e della mente.
- Vive in una fatica costante, è spinto dal destarsi e dal dormire, il cervello gli si agita senza un traguardo, la sua stessa identità si sta congelando, chiara e tuttavia spessa, opaca come il ghiaccio.
- Apre gli occhi. Li aveva tenuti chiusi, per permettere alle immagini di scorrergli in testa. è fermamente deciso ad alzarsi. Se lo facesse, se si comportasse come un uomo che inizia un giorno qualunque, il sole stesso si alzerebbe, il mondo là fuori si mescolerebbe e prenderebbe vita, il ruscello correrebbe di nuovo attraverso la spiaggia, il mare inizierebbe a gonfiarsi e a muoversi. Ma per ora la sua volontà giace congelata. Gli sembra di avere solo la forza di girarsi a pancia in su e osservare il ruvido soffitto di legno. Avverte l'immobilità come un peso, come le pellicce che lo tengono giù.
- Per quest'anno so di aver visto l'ultimo sole. Il grande freddo sta arrivando.
Bibliografia
modifica- Georgina Harding, La solitudine di Thomas Cave, traduzione di c. Benicchi, Vertigo, 2009.