Giacomo Luigi Ciamician

chimico italiano (1857-1922)
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Giacomo Luigi Ciamician (1857 – 1922), chimico italiano.

Giacomo Ciamician

Incipit di alcune opere

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La chimica organica negli organismi

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I progressi fatti dalla chimica organica negli ultimi anni permettono di pensare ora alla soluzione di problemi i quali prima sembravano ancor molto lontani. Come è noto, i cultori della chimica organica si sono dati con instancabile pertinacia alla preparazione di un grandissimo numero di composti di carbonio senza preoccuparsi in questo prodigioso lavoro dei mezzi da essi impiegati. Oltre ai vari problemi di indole generale e teorica che nei singoli periodi di sviluppo di questa disciplina vennero successivamente risoluti, e di cui qui non è il luogo di trattare, fu costante pensiero e predilezione dei chimici lo studio di quei composti che si ritrovano negli organismi vegetali ed animali, per arrivare poi a riprodurli per via artificiale o, come si dice, sintetica.

La cooperazione delle scienze

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La nostra Società[1] ha segnatamente lo scopo di affratellare le scienze: in un'epoca in cui queste pel loro sviluppo subiscono un continuo processo di suddivisione e specializzazione, sorge pei cultori di esse il pericolo di perdere la visione del tutto, essendo costretti a rinchiudersi nell'àmbito spesso ristretto della propria disciplina. La nostra potrebbe quindi considerarsi come una società di mutuo soccorso cooperatrice contro i danni che derivano dalla specializzazione e dal particolarismo. La necessità che ognuno di noi sente di guardare oltre al recinto del proprio campo di studî, non corrisponde soltanto ad un interesse soggettivo; essa è indispensabile tanto al progresso delle singole discipline quanto a quello della scienza in genere, perché le prime non rappresentano tanti capitoli staccati che legati assieme formano il gran libro del sapere umano; queste divisioni derivano più che altro da ragioni storiche e corrispondono ad ineluttabili esigenze pratiche.

Sul significato biologico degli alcaloidi nelle piante

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Le piante differiscono dagli animali non soltanto per la loro organizzazione, per lo sviluppo in superficie esterna, mentre gli animali hanno uno spiegamento superficiale interno, ma ancor più per la funzione chimica. In esse prevalgono i processi sintetici e se anche non può dirsi che agli animali manchi l'attitudine a produrre complessi organici per via sintetica, tali sostanze si formano dalle più semplici per legami anidridici, come nei grassi, negli zuccheri complessi e nelle proteine; l'arte di saldare carbonio a carbonio, la vera sintesi organica, prevale nelle piante. Esse costituiscono i laboratori più meravigliosi, e tutti i composti di carbonio che si trovano negli organismi provengono da quel mezzo per mille di anidride carbonica che l'aria contiene e che le piante sanno fissare per mezzo della clorofilla con l'intervento dell'energia solare[2].

  1. La Società italiana per il progresso delle scienze.
  2. Mentre in genere l'assimilazione dell'anidride carbonica nelle piante è legata alla presenza della clorofilla ed all'azione della luce, vi sono certi microrganismi, come quelli della nitrificazione, che producono materia organica a spese esclusivamente dei carbonati e però senza clorofilla ed anche senza l'intervento della luce. Per questi microrganismi gli ordinari mezzi di nutrizione sono venefici e però se si vogliono coltivare artificialmente conviene farlo sull'acido silicico gelatinoso.

Bibliografia

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