Léopold Marchand (1891 – 1952), drammaturgo francese.

In casa di Lea. È un salotto-boudoir caldo e intimo. Pelli, cuscini, un bruciaprofumi su un tavolinetto. A sinistra parete ad angolo in cui è un camino. Sedia a sdraio imbottita a sinistra. Una scrivania a destra. (Al levar del sipario, Chéri è steso su una sedia a sdraio. È in abito da casa e legge un giornale. Su un tavolinetto accanto a lui, il servizio della prima colazione che ha appena consumata. Seduta davanti ad una scrivania, Lea termina di verificare il libro dei conti che le è stato consegnato dal cameriere-maggiordomo, in piedi dietro a lei. Un breve silenzio).

Lea: (terminando di leggere ad alta voce) «Cera, trendadue franchi e ottanta...» Caspita!... Trentadue franchi di cera.
Ettore: Per i pavimenti. In questi ultimi tempi è aumentata...
Lea: ...e ventitré franchi un piumino! Ventitré franchi! Ma... ma da chi vi servite?
Ettore: Da chi li vende, signora. È di penne di barbagianni. Piuma morbidissima, per spolverare i quadri.
Lea: Barbagianni o non barbagianni sono prezzi da modista, questi! Arriveremo alle scope di martora. Stateci attento, non è il sistema di questa casa. Tenete, riprendetevi il libretto e lapis... l'assegno per il macellaio...
Ettore: La signora ha approvato il menù per stasera? La cuoca era incerta per il dolce...
Lea: Ho cancellato la crema caramel...
Chéri: No, perché?
Lea: Fa troppo caldo: le uova ti fanno venire i foruncoli... farà invece una granita di fragole. (Pausa) Chi era al telefono?
Ettore: La signora Fatinitza.

Bibliografia

modifica
  • Léopold Marchand e Colette, Chéri, traduzione di Ada Salvatore, da IL DRAMMA diretto da Lucio Ridenti, 28° anno, n. 147-148, 1952.

Altri progetti

modifica