Katalin Karikó

biochimica ungherese

Katalin Karikó (1955 – vivente), biochimica ungherese.

Katalin Kariko
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la medicina (2023)

La pioniera di BioNTech: «Con la mia arma anti-Covid ora voglio battere il cancro»

Intervista di Giuliano Aluffi, repubblica.it, 16 aprile 2021.

  • L'idea era di dare alle nostre cellule, grazie all'Rna messaggero (mRna), le istruzioni per produrre proteine in grado di curare le malattie. [...] con l'Rna può far sì che le sue cellule producano di continuo quella proteina per 2-3 giorni e tutto si risolve.
  • Con l'mRna posso far sì che le cellule dei muscoli si mettano a produrre Epo. E anche se l'Epo si degrada dopo due ore e l'mRna si degrada dopo cinque giorni, una volta che hai prodotto globuli rossi questi durano fino a trecento giorni.
  • Sto lavorando a un'idea anticancro: iniettare nel tumore un mRna che spinga le cellule tumorali a fare qualcosa che attiri l'attenzione del sistema immunitario: rilasciare citochine. È come dire alle cellule immunitarie: "Venite qui! Venite qui!".
  • Nel sistema universitario americano non sei salariato: devi portare tu i finanziamenti per la tua ricerca, vincendo borse di studio. Io continuavo a provarci, ma le mie domande venivano respinte. I miei colleghi di ricerca avevano capito che lavoravo su cose interessanti e mi hanno sussidiato loro, fino alla bella età di 58 anni. Ho lasciato l'University of Pennsylvania, dopo 24 anni di lavoro, senza aver mai avuto la proposta di una cattedra o un contratto permanente.

La pioniera del vaccino: «Ci servono tempo e dati, ma non sono pessimista. Così restiamo protetti»

Intervista di Mara Gergolet, Corriere della Sera, 30 novembre 2021.

  • [Quanto è pericolosa la variante Omicron? Siamo meno protetti?] Abbiamo bisogno di più dati. Non sappiamo, per esempio, quanti dei contagiati in Sudafrica erano vaccinati, quanti di loro si sono ammalati, quanto gravemente. Se hai 1 o 2 casi, serve a poco. occorrono numeri alti. La verità è che per ora non sappiamo.
  • [Quanto tempo ci vorrà per capirlo?] Non lo so. Dipende dalla diffusione, che è un fattore critico. L'altra cosa rilevante è se la variante riuscirà a scacciare le altre, com'è successo con la Delta. E infatti delle altre non sentiamo più parlare.
  • [Stiamo correndo troppo?] Tutti guardano ai numeri dei contagi in crescita. Però sappiamo anche quante differenti varianti sono già comparse finora: un'altra sudafricana, una giapponese, l'inglese, l'indiana, la latinoamericana, ce n'è stata una in California. Semplicemente il virus evolve continuamente. Questo però non significa che per ogni variante serva un nuovo vaccino. Magari possiamo scoprire che è diminuita l'efficacia contro l'infezione, ma la protezione resta comunque molto alta contro la malattia.
  • [Sapeva che la protezione del vaccino sarebbe scesa?] Attenzione, lei parla della protezione dall'infezione. Però il vaccino protegge ancora dalla malattia, perché acquisiamo l'immunità cellulare. Semplicemente, se gli anticorpi non sono più presenti nel sangue – cioè non sono presenti nella cavità orale – se inali il virus, lì comincia a proliferare (per la scarsa presenza di sangue nel naso, che quindi non riconosce con cosa viene a contatto). Puoi avere mal di gola, ma se il virus scende, il sistema immunitario reagisce.

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