José Altafini

calciatore brasiliano naturalizzato italiano (1938-)

José João Altafini (1938 – vivente), ex calciatore brasiliano naturalizzato italiano.

José Altafini (1974)

Citazioni di José Altafini

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  • [Un aneddoto su Nereo Rocco] A Parigi, Gare de Lyon, scendiamo dal treno e gli si fa incontro uno che tende le braccia gridando: "Monsieur Roccò, mon ami". E lui che a momenti gli molla un cazzotto: mona a mi?, mona a ti e anca testa de gran casso, e noi stesi sul marciapiedi a tenerci la pancia dal gran ridere.[1]
  • [Su Eusébio] All'epoca era il più grande assieme a Pelè, poi è arrivato Maradona. Era un giocatore che non commetteva mai cattiverie in campo, era velocissimo.[2]
  • È tutto giallo: l'arbitro è vestito di giallo, ha tirato fuori un cartellino giallo e siccome non si sa perché, questo è un giallo.[3]
  • Ho avuto fortuna, è vero, una grande fortuna nell'avere saputo scegliere il mestiere e una grandissima fortuna nell'aver trovato al mio fianco, nel corso della mia carriera, Didì che mi passava con precisione la palla ed io mettevo in rete; Grillo che faceva altrettanto ed io gol; Schiaffino che mi imbeccava alla perfezione ed io la solita staffilata; Sani e Rivera che mi regalavano un gol già fatto ed io accompagnavo il pallone in porta; Sivori che mi dava le sue «pelote brevettate» ed io facevo «alluccà» (gridare) gli scugnizzi napoletani e «sfastirià» i portieri avversari; infine Anastasi, Causio e Capello che mi «suggeriscono»: «è gol» ed io sto per arrivare a quota 200.[4]
  • Io segnavo perché usavo la testa: nell'intervallo mi scaldavo come se avessi dovuto sicuramente entrare, durante la partita osservavo i punti deboli degli avversari e quando entravo segnavo.[5]
  • Mourinho è simpatico. Qualche volta esce dal seminato, ma mai con banalità. È un allenatore che ravviva la sfida. Con lui a Milano siamo tornati un po' al periodo di Helenio Herrera. Se invece di avere a che fare con un rivale diplomatico come Leonardo [Nascimento de Araújo], ci fosse qualcuno più fumantino si rivivrebbero i tempi di Rocco-Herrera. Allora le battute erano all'ordine del giorno. A me le uscite del tecnico interista non disturbano, ognuno può dire la sua, purché nessuno venga offeso.[6]
  • Platini non subiva mai fallo perché dava via la palla in fretta; quelli che subiscono i falli sono quelli che aspettano.[7]
  • [«Se un giovane le chiede "Dimmi chi era Pelé", lei che cosa risponde?»] Un fenomeno baciato da Dio. Maradona era bravo, ma Pelé era più completo: usava destro e sinistro allo stesso modo, in velocità, aveva tutti i colpi e segnava anche in acrobazia.[8]

Citazioni su José Altafini

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  • Altafini non è un centravanti di sfondamento perché sa anche manovrare, non è un centravanti di manovra perché sa anche sfondare. È una rarità in fatto di classe perché è tecnicamente perfetto. Furbizia, altruismo, intelligenza, opportunismo, sono, tra le altre doti, quelle che maggiormente lo distinguono. (Giampiero Boniperti)
  1. Citato in Gigi Garanzini, Nereo Rocco: la leggenda del paròn continua, Mondadori, Milano, 2012, p. 28. ISBN 9788852025525
  2. Citato in Morte Eusebio, lutto nazionale in Portogallo, gazzetta.it, 5 gennaio 2014.
  3. Citato in Luca Bottura, Il giallo delle battute di Altafini, Corriere della Sera, 20 ottobre 2008.
  4. Citato in Arnaldo Amabile, Il medico svela la "juventus" di Altafini, Il Calcio Illustrato, 4 maggio 1973, pp. 16-17.
  5. Citato in Alessandro Pasini, Cruz, il nuovo socio nel club dei Decisivi, Corriere della Sera, 14 novembre 2006.
  6. Citato in Gloria Ghisi, Mourinho, l'allenatore trasversale, Corriere della Sera, 26 agosto 2009.
  7. Da un'intervista a Sky Sport; citato in Moggi: Il mio ricordo dell'avvocato, ilsussidiario.net, 24 gennaio 2013.
  8. Dall'intervista di Gabriella Mancini, Altafini compie 80 anni: "Io con Pelé, roba da play", gazzetta.it, 23 luglio 2018.

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