John Shirley

scrittore e sceneggiatore statunitense

John Shirley (1953 – vivente), scrittore e sceneggiatore statunitense.

John Shirley (a destra) con Nancy A. Collins

Incipit di alcune opere

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Bioshock: Rapture

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Fifth Avenue, New York City
1945

Sullivan, il responsabile della sicurezza, trovò il Grand'Uomo in piedi, di fronte all'enorme finestra del suo ufficio. La sua sagoma si stagliava contro le luci della città. L'unica altra fonte di illuminazione era una lampada verde sulla grande scrivania in vetro dalla parte opposta della stanza e il Grand'Uomo sembrava avvolto dall'ombra, meditabondo, con gli occhi fissi sul profilo dei tetti e le mani infilate nelle tasche dell'ennesima giacca cucita su misura.

Un corridoio oscuro, nelle profondità del sottosuolo. Un grido stridulo, subito soffocato. Rumore di passi in corsa. Passi che si avvicinano...
Mentre fuggiva lungo il corridoio, il dottor Todd Carmack non poteva vedere i suoi inseguitori. Non poteva udirli, né sentirne l'odore; non lì. Ma sapeva che erano alle sue spalle. E sapeva che stavano guadagnando terreno su lui e gli altri cinque scienziati.

Jodie e Annie alla tv

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La prima volta che ha quella sensazione è a centoventi all'ora, sulla 134.[1]

La maschera sul sole

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Benedetto il fiammifero che si estingue nel dar vita alla fiamma
Benedetta la fiamma che arde nella fortezza nascosta del cuore
Benedetto il cuore così forte da fermare i propri battiti per onore
Benedetto il fiammifero che si estingue nel dar vita alla fiamma

Composto da Hanna Szenes, militante ebrea della Resistenza, la notte prima della sua esecuzione capitale a opera dei nazisti.

Un dente in una stella.
Era simile a un dente rotto. Un molare spezzato quasi alla radice. L'ammasso di rovine dell'Arco di Trionfo, nel centro dell'Etoile, dove i grandi viali di Parigi s'incontravano formando le punte di una stella. Fra le macerie, una squadra di uomini in tuta arancione era impegnata a ripulire il luogo prima della ricostruzione, sotto la direzione di ingegneri e artigiani che operavano al di là delle baracche di alluminio.

La musica della città vivente

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Nello studio di registrazione, la ragazza si aggiustò la cuffia sulle orecchie e fece un cenno al tecnico. Questi, che si trovava dall'altro lato della cabina di vetro, annuì e premette il pulsante che avrebbe fatto risentire diverse ore di musica registrata.
Il primo pezzo, un rock duro improvvisato (in uno stile comunemente definito angoscia rock), era stato registrato qualche settimana prima. La ragazza era la cantante solista della band. Era la prima volta che sentivano i nastri dopo il mixaggio: per prima cosa avevano dovuto racimolare i soldi per pagare l'affitto dello studio. La ragazza non aveva ancora un contratto per incidere il disco. Forse, non l'avrebbe mai avuto.

Bibliografia

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  • John Shirley, Bioshock: Rapture, traduzione di Leonardo Fedi, Multiplayer.it Edizioni, 2012. ISBN 9788863550924
  • John Shirley, Doom, traduzione di Marcello Jatosti, Mondadori, 2007. ISSN 1120-5288
  • John Shirley, La maschera sul sole, traduzione di Maurizio Carità, Mondadori, 1996. ISSN 1120-5288
  • John Shirley, La musica della città vivente, traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, 1996. ISSN 1120-4966

Altri progetti

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  1. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937