Jean-Baptiste Jeangène Vilmer

Jean-Baptiste Jeangène Vilmer (1978 – vivente), filosofo, giurista e politologo francese.

  • La stessa conoscenza umana può essere fonte di sofferenza, il che raddoppia la sua carica: il condannato a morte soffre sapendo che morirà nel giro di sei mesi, mentre un manzo lo ignora. Ma anche l'ignoranza animale può essere fonte di sofferenza, poiché l'animale selvatico, contrariamente all'uomo, non sa distinguere tra un tentativo di catturarlo per impadronirsene vivo e un tentativo di ucciderlo.[1]
  • Siete specisti se da un lato protestate contro l'uccisione di cani e di gatti in Asia, oppure contro la caccia ai cuccioli di foca o alle balene, ma contemporaneamente accettate il fatto di uccidere e consumare bovini e maiali, o ancora siete favorevoli alla caccia alla pernice o alla pesca alla carpa. Inoltre, siete specisti se privilegiate alcune specie (i gatti, i cani, i cuccioli di foca e le balene) perché sono «belle» e «simpatiche», basandovi quindi unicamente sulla appartenenza a una specie. È ciò che Gary Francione definisce molto azzeccatamente «schizofrenia morale»: un atteggiamento che consiste nell'amare cani e gatti continuando tranquillamente a infilzare con le nostre forchette pezzi di carne di bovini o di polli.[2]
J.‐B. Jeangène Vilmer nel 2015

Note modifica

  1. Da Le critère de la souffrance dans l'éthique animale anglosaxonne, 2010; citato in Ricard, p. 117.
  2. Da Éthique animale, 2008; citato in Ricard, p. 141.

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