Isabelle Autissier
velista e scrittrice francese
Isabelle Autissier (1966 – vivente), velista francese.
Citazioni di Isabelle Autissier
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Le pandemie sempre più frequenti sono dovute al fatto che stiamo distruggendo la natura in nome del profitto. Dobbiamo smettere di pensare che la sola cosa che conta è il Pil, altrimenti arriveremo a un punto di non ritorno. Il mare mi ha insegnato che la natura non è a nostra disposizione, non ci appartiene...[1]
- Mai contrastare la forza del mare, mai andare in direzione opposta degli elementi naturali. È necessario assecondarli se si vogliono evitare conseguenze fatali.[2]
Intervista di Cristina De Stefano, elle.com, 29 gennaio 2016.
- C'è sempre molto da fare su una barca da corsa. Regolare le vele di continuo per andare veloce, cambiarle quando il vento sale o cala, controllare le previsioni meteorologiche per mettere a punto la rotta, in caso di intemperie, ed è spesso un'operazione lunga e complicata, riparare tutto quello che si rompe, ci sono sempre molte cose che si rompono su una barca da corsa e non ci si può permettere di trascurarle, la sopravvivenza dipende da loro. Bisogna sorvegliare l'usura del materiale, cambiare le cose che vanno sostituite. E poi ci sono i contatti con l'esterno: fare il rendiconto ai media che seguono la corsa, rispondere alle domande degli sponsor. Insomma la giornata è sempre pienissima e non si vede il tempo passare. Non esiste una routine. Soprattutto quando si naviga da soli, bisogna sempre improvvisare per rispondere alle varie situazioni: il tempo, la barca, il mare.
- Non mi sfiora neanche l'idea di tuffarmi in acqua, quando si è in gara si è in gara, la sola idea è andare veloce. I bagni in mare sono per le vacanze!
- In barca porto solo la musica che mi regalano parenti e amici, [...] niente televisione. Il mare è talmente bello che sarebbe un delitto incollare gli occhi a uno schermo invece di guardarlo.
- Quando dormo penso alla sola cosa che mi manca quando sono in mare, cioè alle persone che amo. Ma so che poi, tornata a terra, mi mancherà il mare. Ho cominciato ad amarlo da bambina, la prima volta che i miei genitori mi hanno portato su una barca a vela. Avevo otto anni e da allora non ho mai smesso di amarlo.
Intervista di Gian Luca Pasini, gazzetta.it, 29 gennaio 2016.
- Sul mare ho fatto tutto: sono ingegnere della pesca, poi marinaio, skipper e oggi scrittore. Questa grandissima passione, questa diversità che il mare ci dà. In mare si può fare di tutto: il commercio e perfino le guerre... In fondo questa è la ricchezza che ho e che permette di esplorare campi differenti. Non solo geografici, ma anche più interiori.
- [«È passato tanto tempo da quel 1999 quando ha avuto l'incidente che la rese famosa. Cosa ricorda? Il salvataggio di Soldini?»] È stata una storia magnifica. Perché il rischio fa parte della vita di un velista. Sappiamo che c'è [...]. E io che faccio questa scelta mi rendo conto del rischio e lo assumo. [...] nella prima tappa ero davanti a tutti. Forse potevo vincere quell'Around Alone, ma le cose sono andate diversamente. Ho perso la corsa, ho perso la barca. Due eventi molto dolorosi. Ma c'è stata una storia umana fatta di solidarietà, incredibile per quelle latitudini. E da una storia di naufragio è diventata una storia di amicizia. E ricordo con Soldini le pazze risate che ci siamo fatti. E so quanto fosse importante per lui. L'anno prima aveva perso un amico in mare, durante una regata. Aveva perso una vita, ha recuperato una vita con me. E per me è stata una grande storia.
- [Su uomo e natura] [...] gli uomini di oggi distruggono la natura come coloro che li hanno preceduti e distruggono per bisogni materiali eccessivi. Eccessivi rispetto a quello che la natura può dare. È emblematico vedere che non appena l'uomo se ne va gli animali tornano. La natura si riprende i suoi diritti e dimostra di non avere bisogno dell'uomo. Al contrario l'uomo non può vivere senza la natura.
- [«Che spazio c'è oggi per l'avventura?»] In realtà si può dire che molte delle carte nautiche di oggi sono ancora piene di errori. Quindi la risposta è: sì c'è ancora spazio per l'avventura. Dai tempi di Shackleton la tecnologia ha fatto passi enormi. Ma appena si va in mare si è nell'avventura. Anche dal punto di vista umano, perché non sai quello che ti verrà incontro. Mentre sulla terra ferma hai più certezze.
- [«È pesante sopportare la fama di donna estrema?»] Sono una persona normale, ma mossa da grande curiosità. Sono consapevole che la vita è breve ho voglia di riempirla, ma non a casaccio. Riempirla creando delle cose. Dando il mio tocco personale alla storia che è collettiva. Donna-estrema? Io non mi sono posta quel problema, ci volevo riuscire e l'ho fatto. Solo dopo ho capito quanto possa essere stato importante per le altre donne.
Intervista di Giulia Cerqueti, famigliacristiana.it, 6 febbraio 2016.
- Noi siamo degli animali, molto differenti dagli altri, certo. Ma in fondo noi abbiamo degli istinti che ci comandano, ci dicono di compiere azioni basiche, fondamentali, per non morire. Talvolta questi istinti risalgono a galla e prevalgono. Il compito della società, allora, è di arginare certi istinti, di mettere loro dei paletti, in modo tale che possiamo trovare il modo di vivere con gli altri, in una comunità. Si tratta di un percorso lungo, di un processo educativo che dura tutta la vita. Bisogna apprendere a regolare la nostra parte animale, riuscire a inquadrarla.
- Io ho vissuto una solitudine particolare, frutto di una scelta personale in un momento determinato. [...] ci sono tantissime persone che sono sole senza averlo voluto, perché sono malate, anziane, chiuse in carcere. Quella è una solitudine insopportabile. Per me invece si tratta di un lusso incredibile e consiglierei a tutti di prendere un breve periodo, un momento di completa solitudine perché fa davvero molto bene. Nella vita ordinaria passiamo il nostro tempo a rispondere alle sollecitazioni degli altri. Quando siamo soli prestiamo attenzione a noi stessi, abbiamo il tempo e la calma per pensare alla nostra persona. La solitudine ti restituisce la consapevolezza di essere vivo, la possibilità di pensare a cosa vuoi fare della tua vita, riflettere sui tuoi progetti, sul senso della tua esistenza. Quando poi torni nel caos della vita quotidiana in mezzo alla gente non hai più tempo per farlo. Infine, può sembrare paradossale, ma credo che la solitudine ti riavvicini agli altri. Quando sei privato del rapporto con le altre persone e la comunicazione è molto debole, fatta di qualche messaggio, di conversazioni di pochi minuti al telefono, senti la necessità di comunicare le cose davvero importanti, essenziali, senti il bisogno di maggiore verità nel rapporto con gli altri, esprimi di più ciò che pensi. La verità nei rapporti è qualcosa che poi cerchi di mantenere quando torni alla vita di sempre.
- Quando avevo otto anni coltivavo il sogno di girare il mondo in barca a vela. E a 34 anni l'ho fatto. Realizzare un sogno di quando si era bambini è la cosa più bella che possa capitare. Quando sono arrivata [...] alla fine del giro, ho pensato: ecco, ho compiuto il mio progetto di vita, ho superato la prova, ho rispetto il patto con me stessa. E, da qui in avanti, tutto quello che ancora mi succederà di bello sarà tutto di guadagnato. Quel traguardo rappresentava lo zoccolo duro delle mie certezze, della mia sicurezza. Ho capito che si trattava della mia libertà.
Note
modifica- ↑ Citato in Isabelle Autissier: «Il Pil non è la cosa più importante. Me l'ha insegnato il mare», linkiesta.it, 10 luglio 2020.
- ↑ Citato in Silvia Meacci, #Nonèdamaschio!: Isabelle Autissier e Audrey Escoubet a Firenze, diaritoscani.it, 29 gennaio 2024.
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