Irma D'Alessandro

giornalista italiana

Irma D'Alessandro (1964 – vivente), giornalista italiana.

Citazioni di Irma D'Alessandro modifica

  • [la giornalista sportiva D'Alessandro, com'è nata?] È nata presto, da adolescente. È stata una "vocazione" giovanile: con una compagna di scuola delle medie facevamo il giornalino. Come regalo per la promozione in terza media mi regalarono un libro di Gabriel Garcia Marquez, il titolo italiano era Un giornalista felice e sconosciuto: lo presi come un segnale. Nel maggio del 1982 feci a Firenze la prima intervista pubblicata su un mensile di sport a diffusione regionale: Giancarlo Antognoni, "redivivo" dopo la ginocchiata rimediata da Silvano Martina. Diceva: «Abbiate fiducia in questa nazionale, vinceremo il Mondiale. Sembrava una burla, poi andò a finire come tutti sappiamo. Rischiai la sospensione a scuola: eravamo in gita scolastica, frequentavo il classico in un istituto di suore abbastanza severe. Scappai dal gruppo per un paio d'ore, l’appuntamento era in centro nel negozio di abbigliamento gestito all’epoca dallo stesso giocatore, le mie compagne mi "coprirono" ma il mio ritardo alla fine fu scoperto. Rimediai un sonoro rimprovero: Irma, figlia del demonio, sarai sospesa e non farai gli esami quest'anno!, e una strizza, fino alla fine del viaggio, che la Madre Superiora dicesse tutto ai miei genitori. Poi, il tempo ha messo tutto su binari più "seri": Puglia, due anni, quotidiano locale, poi una radio privata, poi Telenorba (due anni), e dalla fine del 1988 a Mediaset.[1]
  • [Essere bella aiuta nelle discussioni sul calcio?] Aiuta a tenere desta l’attenzione, ma le sciocchezze non hanno sesso, né età, né senso estetico: possono venir dette da chiunque! È comunque vero che l'aspetto gradevole, oggi, aiuta in tutti i campi della vita di relazione. Ma nel corso degli anni, per fortuna, è cambiato il rapporto del video con l'estetica, c’è una ricerca meno ossessiva della perfezione rispetto agli anni 80-90. [...] La "bellona" che parla di calcio, tanto per fare "tappezzeria", mi pare un concetto superato, attaccato ad un modo vecchio di fare televisione.[1]

Note modifica

  1. a b Dall'intervista di Silvia Grassetti, Irma D'Alessandro, vocazione giornalista, telegiornaliste.com, 10 luglio 2006.

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