Ireneo Affò

storico dell'arte, letterato e numismatico italiano

Ireneo (al secolo Davide) Affò (1740 – 1797), frate, storico dell'arte, letterato e numismatico italiano.

Ireneo Affò

Citazioni di Ireneo Affò

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  • Non v'è Scienza, o Arte, i precetti della quale non sieno stati in questa nostra età disposti in ordine di Dizionario. Io ne vidi già alcuni, che portavano il titolo di Dizionario Poetico; ma al primo osservarli, scorsi altro non essere che Dizionari di Mitologia. (citato in prefazione a Dizionario precettivo, critico, ed istorico della poesia volgare, 1824)

Dizionario precettivo, critico, ed istorico della poesia volgare

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Benché non manchi tra gli scrittori delle poetiche cose chi abbia trattato difiusamente la Storia della Volgar Poesia, sembrami, ciò non pertanto, che molto manchevole sarebbe la fatica intrapresa di epilogarne tutti a foggia di Dizionario i precetti, se trascurassi di dare antecedentemente un'esatta contezza del come ella nacque, crebbe, ed alla perfezion giunse, che ora in lei vediamo. La poesia volgare, in quanto è poesia, non differisce essenzialmente da qualunque altra, essendo puramente accidentali le qualità che distinguonla dalla greca, latina, francese, ed altre; però non tratteremo dell'origine sua in quanto ella è poesia, bastandoci il dire col divino Platone aver essa un'origine tutta celeste, ed essere dono fatto da Dio ai mortali: che, a dir vero, altro dir non potevasi d'una cosa sublime cotanto, l'essenza della quale si può più facilmente intendere, che definire.

Citazioni

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  • La Drammatica si è vestita d'una pompa assai luminosa. Convien dar questo vanto al celebre Metastasio d'averla egli fatta universalmente piacere. Tuttavolta gridasi da certuni che il teatro italiano non è ben riformato pur anche, e si esalta la Francia come inimitabile, e come oggetto d'invidia agl'Italiani. D'onde mai avvien ciò? A mio parere deriva dall'applicarsi i nostri al peggio, e trascurar il migliore. Le opere teatrali per musica unicamente si bramano, non per la poesia, che strozzata nelle gole decantanti intendere non si può, né per le buone leggi di comporre, che sempre sono trascurate in simili poesie fantastiche, e soverchio maravigliose, ma per tutt'altro. La Commedia buffonesca si vuole ad ogni patto, e purché il dramma alletti con la musica, e la commedia faccia ridere, tutto ordinariamente si approva.
  • La poesia è talmente affine alla musica, che prende sovente il nome di canto, giacché va di maniera delle armoniche leggi vestita, che se di esse si dispogliasse, non altro più sembrerebbe che ignobil fantesca, quando era gran signora e regina.
  • Quegli che alla scoperta uscì a dimostrarsi riformatore della poesia volgare, fu Giambatista Marini napoletano, che, sebbene a bella posta nato sembrasse a sostener di essa i diritti, fu nondimeno il principale che, avvisandosi di alzarla ancor più in aito, venne a darle la spinta, onde miseramente cadesse.

Bibliografia

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  • Ireneo Affò, Dizionario precettivo, critico, ed istorico della poesia volgare, Giovanni Silvestri, Milano 1824.

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