Robert F. Young

scrittore statunitense
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Robert Franklin Young (1915 – 1986), scrittore statunitense.

"Fantastic", gennaio 1963

Incipit di alcune opere

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Il curioso caso di Henry Dickens

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L'individuo magro e trasandato, in doppio petto nero e lobbia nera, che trascinava una vecchia valigia di cuoio la cui esistenza venne in seguito recisamente negata dall'ispettore di bordo, fu registrato sull'elenco passeggeri del volo orbitale n. 54 col nome di Henry Dickens, di Salem, Massachusetts. A parte il contrasto del suo abbigliamento antiquato in mezzo alla vivacità di calzoni e calzoncini, camicie e gonne degli altri passeggeri, niente di particolare lo distingueva fra i turisti che affollavano la scaletta di imbarco, anche se più tardi la signorina Shaw, la hostess di primo grado, si ricordò di aver notato in lui una certa aria arrogante che «si riscontra raramente in gente della classe media».

Inventario

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Se Havers fu molto sorpreso di avere la possibilità di ritornare al passato, il passato lo sorprese ancora di più. Non era affatto come se l'era aspettato. Il passato, se l'era sempre immaginato come una sorta di vecchio film attraverso le cui scene nostalgiche l'intrepido viaggiatore nel tempo si incammina lentamente, finché non giunge a quella che vuole rivedere. Non gli era mai venuto in mente che il passato, per sua natura, deve necessariamente essere morto, come del resto non gli era venuto in mente che l'ammassarsi di fatti storici e il contemporaneo accalcarsi di persone e luoghi potevano imporre severe restrizioni circa quanto si poteva conservare della vita di una data persona, e dettare anche il metodo di conservazione. Conseguentemente, rimase piuttosto sconcertato quando, dopo aver aperto la strana porta che gli era improvvisamente comparsa davanti e averne oltrepassato la soglia, si trovò in una comune stanza senza finestre.

La gigantessa

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Hill si fermò ai piedi della collina per togliersi ancora da tracolla il suo Weslich. Era un'arma pesante, e lui non voleva che gli fosse d'impaccio mentre affrontava la salita. Questa volta lo sistemò diagonalmente, in maniera da avere le braccia libere. Così non interferiva con lo zaino né col cinturone a cui erano attaccati la borraccia, la radio ricetrasmittente, e un caricatore di riserva. Quando aveva lasciato il miniveicolo aereo non aveva preso altre armi: se non riusciva a stendere Cheida con un Weslich calibro 02, non sarebbe riuscito a stenderla, punto e basta.

La prima spedizione su Marte

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Avevano costruito l'astronave nel cortile di Larry. Il suo cortile era più grande di quello di Chan, o di Al. Questo, perché la casa dei suoi genitori si trovava alla periferia della città, dove le case erano molto lontane una dall'altra e non riunite in isolati, e dove in certi casi dalla porta sul retro si vedeva solo la campagna.
Larry non pensava minimamente, allora, che un giorno sarebbe diventato un vero astronauta. Marte lo affascinava tanto quanto affascinava Al e Chan, ma in fondo al suo cuore quello che lui desiderava veramente fare da grande era il pompiere.

La vittima dell'anno

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Harold Knowles aveva visto la brunetta ogni lunedì mattina negli ultimi sei mesi, ma i loro incontri erano stati di natura burocratica, piuttosto che romantica, e fino al giorno in cui aveva ritirato il suo ultimo assegno di disoccupazione, Harold non l'aveva considerata più interessante delle altre ragazze «se-è-pronto-disposto-e-abile-al-lavoro-firmi-qui-prego», che lavoravano con lei dietro il banco dell'Ufficio Assistenza. Certo, un paio di volte si era chiesto perché la ragazza evitasse il suo sguardo e in diverse occasioni si era sentito quasi tentato, con un po' di cattiveria, di scavalcare il banco e dare una tiratina alle piccole ciocche di capelli che le si arricciavano sulla fronte: ma fino al momento in cui ella gli aveva infilato il biglietto nel portadocumenti, la sua curiosità o il suo interesse non si erano spinti oltre.

Con sibili e sbuffi di vapore il diretto 631, guidato da Luke, entrò scampanellando nella stazione di Valverde.
Era in perfetto orario, come al solito.
Ben il frenatore corse lungo il treno e azionò lo scambio che collegava i binari di raccordo della stazione alla linea principale. Poi si fermò vicino alle rotaie aspettando che il diretto passasse.

Settimo cielo

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Per qualche motivo che mi sfugge, mi accorsi di quel tipo solo quando entrò nel baromat del Settimo Cielo, il che è strano, perché durante tutta la prima parte della serata, ero rimasto ai Cancelli Perlacei per dare il benvenuto ai clienti ogni volta che arrivava uno scafo spola dalla Terra. Ecco perché mi chiamano tutti Pietro anche se il mio vero nome è Charley. È strano anche perché era un tipo che difficilmente poteva passare inosservato. Non solo perché era alto, e magro, e d'aspetto distinto, di autentica classe, ma perché aveva una faccia molto triste. Sono convinto che non avete visto mai un uomo dalla faccia così triste. Era come se fosse sicuro che stava per arrivare la fine del mondo, e quindi fosse addolorato per tutti quelli che lo abitavano, compreso se stesso.

Stella caduta

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La stella era caduta in una radura del bosco dietro la fattoria di suo padre, non lontano dal bordo del fossato dov'era destinata ad essere travolta e sepolta dal bulldozer. Era parzialmente coperta di muschio, ed a prima vista sembrava un grosso macigno ovale. Solo guardando da vicino si notavano le spaccature e le parti annerite, testimonianza del suo passaggio attraverso l'atmosfera.

Bibliografia

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  • Robert F. Young, Il curioso caso di Henry Dickens, traduzione di Valeria Fenili, Mondadori, 1976.
  • Robert F. Young, Inventario, traduzione di Lella Cucchi, in "Quarto Reich e altre storie", Mondadori, 1977.
  • Robert F. Young, La gigantessa, traduzione di Franco La Polla, Mondadori, 1974.
  • Robert F. Young, La prima spedizione su Marte, traduzione di Delio Zinoni, Mondadori, 1979.
  • Robert F. Young, La vittima dell'anno, in "La notte di Halloween", traduzione di Paola Campioli, Editori Riuniti, 1984.
  • Robert F. Young, Rotaie, traduzione di Laura Bruno, Mondadori, 1979.
  • Robert F. Young, Settimo cielo, traduzione di Giuseppe Scarpa, Mondadori, 1974.
  • Robert F. Young, Stella caduta, traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1983.

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