Bob Shaw

autore di fantascienza irlandese
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Bob Shaw, (1931 – 1996), scrittore irlandese.

Incipit di alcune opere

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Antigravitazione per tutti

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Il viaggio in macchina verso Chivenor era stato lungo e faticoso. Col passare dei chilometri era peggiorato il dolore alla schiena di Hasson, e con l'aumentare del dolore si era deteriorato il suo stato d'animo. Dapprima timori da poco, accenni di depressione che chiunque avrebbe provato passando attraverso una serie di città e villaggi dove le gelide piogge di marzo sembravano aver cancellato ogni attività, ogni segno di vita comunitaria. Però, quando raggiunsero la costa nord del Devon, Hasson si sentiva più abbattuto del normale, e quando la macchina superò una salita, regalando ai tre passeggeri la vista dell'estuario del Taw, capì di essere terrificato dal viaggio che lo attendeva.

Autocombustione umana

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«Quando poi riuscirai a prendere fuoco» disse Maeve Starzynski «non venire a lamentarti da me.»
«Molto divertente» commentò suo padre spazzando via dal cardigan diversi minuzzoli di tabacco ardente. Stava fumando la sua più vecchia pipa di radica, che aveva il cannello avvolto in nastro isolante verde, quando era stato colpito da un accesso di tosse.
«Non avevo intenzione di essere divertente. Fumare è un'abitudine disgustosa. I dottori sono tutti d'accordo nel dire che è dannoso alla salute.»
«Parlano di sigarette. La pipa è diversa» Art Starzynski sorrise in quel modo particolare di quando era arrabbiato, e abbassò le palpebre per isolarsi dalle opposizioni al suo punto di vista. «La pipa fa bene. Gli uomini che la fumano sono più longevi degli altri.»

Cosmo selvaggio

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Candar dovette aspettare settemila anni prima di vedere la sua seconda astronave.
Era poco più di un cucciolo quando aveva visto la prima, ma il ricordo di quell'avvenimento era ancora vivo e presente nella sua memoria. Era una mattina calda e umida; suo padre e sua madre avevano appena cominciato a razziare un villaggio di cibo a due gambe. Candar stava osservando tranquillamente i loro grandi corpi grigi al lavoro, quando i suoi sensi acuti lo avvertirono dell'avvicinarsi di qualcosa di molto grande, qualcosa che gli era completamente estraneo. Allarmato, alzò la testa, ma i suoi genitori, che avevano i sensi annebbiati per l'odore del cibo, non si accorsero della minaccia finché non la videro.

Cronomoto

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Intrappolato nel suo guscio di noia come un caval­luccio marino ancora vivo in un portachiavi di pla­stica, Breton trovò quasi gradevole lo squillo del te­lefono. Si alzò e attraversò il soggiorno per andare in anticamera.
— Chi può essere, caro? — chiese Kate Breton, accigliandosi, un po' seccata per l'interruzione.
Breton passò in rassegna tutta una serie di rispo­ste ironiche che gli erano subito venute in mente, ma alla fine, per riguardo verso gli ospiti, scelse la meno pungente.
— Non riconosco lo squillo — disse con indiffe­renza, e notò che Kate stringeva le labbra color ro­sa-gesso. Si sarebbe ricordata di quella frase e ne avrebbe fatto una storia, magari alle tre di mattina, quando lui moriva di sonno.

Scegliete il mondo che fa per voi

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Il negozio, che si trovava a un centinaio di metri dalla Quinta Strada, era così poco appariscente che si notava a stento. L'unica finestra che dava sul davanti era nascosta da pesanti tende, e in un angolo aveva incastonate delle piccole lettere di bronzo che dicevano: ALTRIMONDI S.p.A. La luce giallo-rosa che trapelava da dentro era così tenue che, nonostante il buio sempre più fitto di quel pomeriggio di dicembre, era difficile essere sicuri che il posto fosse aperto al pubblico.
Arthur Bryant esitò un attimo sul marciapiedi, cercando di dominare l'ansia, poi aprì la porta ed entrò.

Una Magnum per Billy Gregg

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Una Magnum per Billy Gregg

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Un luccichio argenteo sul sentiero a un chilometro e mezzo di distanza distolse Gregg dai suoi sogni. Tirò le redini e il carro si fermò, poi, dalla giacca sul sedile di legno al suo fianco, prese un piccolo cannocchiale rivestito di cuoio. Lo allungò con una serie di scatti, lo portò al livello dell'occhio, con una smorfia per il dolore secco, cattivo, che gli traversò i gomiti. Erano le prime ore del mattino e, nonostante il caldo, le sue braccia erano ancora intorpidite dal sonno.

Il segreto dell'Everest

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Coburn guardò la sua ragazza con un senso di terrore crescente. Gli avevano detto che cose del genere a volte succedono a donne perfettamente normali, ma aveva sempre creduto che Erica ne fosse immune.
– Non hai mai parlato di matrimonio – le disse, come istupidito. – E poi sei una zoologa.

Fumetto Horror Story

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Vignette 1-6:
Ahdnah strisciò fuori dal vascello contorto della capsula d'emergenza e diede il primo sguardo al mondo su cui era naufragato. Ebbe una reazione di delusione acuta. Un manto di ghiaccio si stendeva da orizzonte a orizzonte, e l'unico movimento era quello della neve che turbinava spinta da un vento tagliente.

Socio simbiotico

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All'inizio riuscì a vedere solo che indossava una pelliccia; poi si accorse che era bionda, e che i suoi capelli, nonostante il vento della sera, erano perfettamente in ordine. Quando la donna si avvicinò, distinse lo scintillio dei gioielli alle orecchie e al collo, e lo scintillio dell'oro ai polsi. Poi vide anche la faccia, che era bella. Non conosceva la donna, eppure quella faccia gli era quasi familiare, come se l'avesse già vista in sogno tanto tempo fa.

Quel giorno le vennero curiosi pensieri che la fecero stare male.
Mio marito si chiama Carl, e Carl è un bel nome. I miei tre bambini si chiamano David, Aaron e John: e anche questi sono tre bei nomi. Io, invece, mi chiamo Jumbo: è un nome strano; anzi, non si direbbe neppure un nome vero. Ma dove mai ho preso quel nome?

Luce dei giorni passati

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Lasciatoci il paese alle spalle, salimmo per i bruschi tornanti della strada ed entrammo in una zona di vetri retrospettivi.
Era la prima volta che vedevo queste coltivazioni, e in principio le trovai un po' inquietanti... un effetto forse acuito dall'immaginazione e dalle circostanze. La turbina dell'auto frusciava sommessa e regolare nell'aria densa di umidità, così che sembrava di essere risucchiati lungo le circonvoluzioni della strada in una sorta di silenzio soprannaturale.

Fu chiaro che ero nei guai quando spuntò fuori Milton Pryngle.
Ve lo ricordate? Nei vecchi film, di solito faceva l'impiegato d'albergo tormentato da qualcuno, esasperato. Era piccolo e vivace, con una faccia rotonda, petulante. La sua furia esplodeva lentamente, con una grazia squisita che ho sempre considerato all'altezza di Edgar Kennedy. E quando presero a modello Pryngle, be', stavano proprio esagerando.

Secondo voi che tempo è?

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Abe Short aveva chiuso a chiave la porta della camera da letto, e stava facendo qualcosa che non voleva far sapere a nessuno, quando subì il trauma peggiore di tutta la sua vita.
Un attimo prima era completamente solo; un secondo dopo, a fianco del cassettone c'era uno scienziato pazzo che lo guardava da dietro un paio d'occhiali con le lenti spesse così.

Una vergogna per l'Italia

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Una vergogna per l'Italia

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Era un giovedì mattina di gennaio, rancido e stantio come le cicche di sigaro della sera prima, e il telefono del mio ufficio non squillava da una settimana. Ero lì, mezzo buttato sulla scrivania, in attesa che passassero i postumi della sbornia di tequila, quando vidi entrare la biondona tutta panna. Da come era vestita si fiutava subito aria di dollari, e quello che c'era dentro il vestito stuzzicava il mio secondo hobby; ma mi sentivo talmente stracciato che me ne fregava poco.

La casa dei Guthrie

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– Ho rivisto nonna Martha, oggi – disse Sammy senza smettere di mangiare.
May lasciò cadere la forchetta nel piatto e girò la testa dall'altra parte come se stesse per piangere. Era sempre stata troppo attaccata a sua madre, secondo me, ma stavolta le davo ragione. Certi scherzi non possono far piacere, anche se a farli è un bambino di sette anni.

Caduta libera 2001

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Dover pagare dieci dollari una tazza di caffè fu una cosa che scosse Lester Perry.
Il prezzo del caffè era fisso sugli otto dollari da quasi un mese, e lui cominciava a nutrire l'irrazionale speranza che si fermasse lì. Fissò cupamente il distributore automatico, mentre il liquido scuro scendeva in una tazza di plastica. La sua espressione divenne ancora più tragica quando cominciò a bere.

Il solo effetto

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I richiami furono tutt'altro che graditi.
Proprio quel mattino Cytheron aveva trasformato il mondo in vetro. Non oggettivamente (anche se un giorno sarebbe arrivato al punto di rendere possibile la cosa), solo soggettivamente, modificando la sua vista in modo da utilizzare come unica forma di radiazione i neutrini. Alcuni secoli prima aveva tentato la stessa impresa senza riuscirci, e il ricordo del precedente fallimento aggiungeva fascino al suo stato d'estasi. Lo rendeva cosciente dei processi della propria maturazione.

Il club dei «P»

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Alla fine, fu un oggetto banale, un accendino, che riuscì a distruggere la calma di Philip Connor.
Da più di un'ora era seduto con Angela sul bordo della piscina. In tutto quel tempo lei aveva parlato pochissimo, ma ogni sua parola, ogni gesto impaziente della sua mano snella, gli avevano trasmesso un messaggio molto chiaro: fra loro due era finita.

Volo di notte

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Il poliziotto morto andava alla deriva verso la zona di controllo di Birmingham a un'altezza di tremila metri circa. Era una notte d'inverno, e le temperature al di sotto dello zero che prevalevano a quell'altezza avevano solidificato le sue membra e incrostato tutto il suo corpo di un ghiaccio nero. Il sangue che era uscito dal foro della tuta si era congelato, aveva assunto la forma di un granchio, con le chele protese attorno al petto dell'uomo. Il corpo, che si trovava in posizione verticale, oscillava dolcemente alle correnti, eseguendo una strana danza aerea. E sul polso, una minuscola luce scarlatta si accendeva e si spegneva, si accendeva e si spegneva, sempre più debole sotto lo strato di ghiaccio che diventava sempre più spesso.

Valzer degli ultracorpi

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– Penso di poter aiutarvi – disse il pallido sconosciuto. – Voglio suicidarmi.
Lorimer alzò gli occhi dal bicchiere, sorpreso. Anche nella mezza luce del bar, era evidente che l'uomo dalla voce incolore che si era avvicinato al suo tavolo era malato, vestito poveramente, e stanco. Le sue spalle magre, curve sotto il mantello, lo rendevano snello come una donna; i suoi occhi ardevano di una disperazione cupa nella faccia bianca, triangolare.

Rapporto

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Nella routine settimanale del lavoro di Hank Ripley c'era un momento estremamente creativo, e lui amava occuparsene il venerdì sera, dalle nove in poi.
A quell'ora aveva già bevuto tre o quattro bicchierini, e il weekend, coi suoi due giorni di sana pigrizia, gli si spalancava davanti in tutto il suo fulgore; nello stesso tempo, i ricordi del lavoro non si erano ancora affievoliti, e la settimana trascorsa gli si presentava in tutti i particolari.

Telemporio Tre

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Quattro giorni dopo la luna di miele, Ted Trymble rientrò a casa dal campo di golf e scoprì che sua moglie gli era stata infedele. La prova era lì, davanti alla porta, sotto gli occhi di tutti.
– Perché lo hai fatto, Maggie? – le chiese, sistemando le mazze in un angolo con eccessiva meticolosità. Non fece nessuna smorfia, non alterò il tono di voce, finse di non aver subìto uno shock micidiale; dentro di sé, però, una voce pregava di sentirsi dire che si trattava solo di un equivoco.

Uomo al piano zero

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Il mio dito sfiora il pulsante nero.
Fuori della finestra, la strada sembra assolutamente tranquilla, ma non mi faccio illusioni: la morte è là, in agguato. Credevo di essere pronto ad affrontarla e invece una strana timidezza si è impadronita di me. Ho già rinunciato alla vita, ma sono ancora riluttante a morire. L'unica situazione analoga che conosca è quella di un uomo il cui matrimonio sta per naufragare, e io posso dirlo con una certa sicurezza, ma che non ha lo slancio né l'energia per l'adulterio. Guarda un'altra donna con intenzione, ma spera che sia lei a fare il primo passo perché lui non ce la fa. A questo punto faccio un confronto con il sergente; la sua consegna è rigidissima. Allora esito, sulla soglia di uno dei diecimila ingressi della morte.

Bibliografia

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  • Bob Shaw, Antigravitazione per tutti, traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, 1979.
  • Bob Shaw, Autocombustione umana, traduzione di Beata Della Frattina, Mondadori, 1985.
  • Bob Shaw, Cosmo selvaggio, traduzione di Delio Zinoni, Mondadori, 1979.
  • Bob Shaw, Cronomoto, traduzione di Beata Della Frattina, Mondadori, 1971.
  • Bob Shaw, Scegliete il mondo che fa per voi, traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, 1982.
  • Bob Shaw, Una Magnum per Billy Gregg, traduzione di Vittorio Curtoni, Bianca Russo (Jumbo), Lucia Ponzini (Luce dei giorni passati), Mondadori, 1980.
  • Bob Shaw, Una vergogna per l'Italia, traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, 1980.
  • Bob Shaw, Uomo al piano zero, traduzione di Bianca Russo, Mondadori, 1983.

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