C. J. Cherryh

scrittrice statunitense
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C. J. Cherryh, pseudonimo di Carolyn Janice Cherry (1942 — vivente), scrittrice statunitense.

C. J. Cherryh nel 2006

Incipit di alcune opere

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Cassandra

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I fuochi.
Lì erano diventati insopportabili.
Alis cercò a tentoni la porta dell'appartamento: sapeva che era solida. Toccò il metallo fresco della maniglia tra le fiamme... tra il fumo che vorticava fuori vide le scale-ombra, abbastanza chiaramente per poterle scendere convincendo i propri sensi che avrebbero sostenuto il suo peso.

Il pozzo di Shiuan

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Chiunque avesse eretto le porte che conducevano da un tempo all'altro e da uno spazio all'altro, certo non ne ricavò niente di buono.
I qhal trovarono la prima porta tra le inquietanti rovine di Silen, su un mondo morto del loro stesso sole. Prendendola a modello, edificarono altre porte congiungendo così i pianeti, le stelle e perfino il tempo.
Ciò facendo, caddero nel tranello e intrappolarono altri, giacché i qhal fecero esperimenti col tempo, coi mondi; e attraverso le più lontane distese di spazio così congiunte raccolsero le più diverse creature, intelligenti e no. Edificarono civiltà e balzarono avanti nel tempo per constatare i risultati dei loro progressi, mentre i loro sudditi, cui era negato l'accesso alle porte, procedevano lentamente attraverso i secoli e i millenni, nel tempo reale.

La Lega dei mondi ribelli

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Le stelle, come tutte le altre avventure dell'uomo, erano un'ambizione poco pratica, avventata e improbabile come la prima avventura dell'uomo sui grandi oceani della Terra, o nell'aria, o nello spazio. L'Astrobase Sol Primo esisteva da parecchi anni; c'erano le prime miniere, le manifatture, le centrali elettriche nello spazio che incominciavano a rivelarsi redditizie. La Terra le aveva accettate come una cosa normale, con la stessa prontezza con cui accettava tutte le altre comodità. Le missioni partite dalla stazione esploravano il sistema, un programma che sfuggiva alla comprensione del pubblico, ma che non incontrava neppure una forte opposizione, dato che non disturbava la tranquillità della Terra.

La Pietra del Sogno

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Di tutti i sentieri attraverso i quali era possibile uscire da Caerdale, quello che tagliava il folto della foresta era il meno usato dagli Uomini. Briganti, fuorilegge, fuggitivi che avevano una sciocca paura delle ombre... uomini con occhi ottusi, spenti, e cuori che non riuscivano a vedere i boschi, anime già così infette da non poter sentire nessun bene e nessun male più grande del proprio, essi percorrevano quel sentiero; e se era in pieno mattino, quando il nero cuore di Ealdwood era sgombro dalle tenebre, allora forse riuscivano a raggiungere sani e salvi la nuova foresta a est, sulla collina, per poi vivere, barare al gioco, e truffarsi l'un l'altro.

Straniero in un mondo straniero

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La massa presente in quel punto dello spazio costituiva la seconda stazione intermedia della Terra verso una distesa di promettenti stelle, un luogo tenebroso e semisconosciuto, esplorato solo da visitatori robotici. Per la prima astronave con equipaggio umano che penetrava nel suo raggio d'influenza, quella massa puntiforme era un luogo solitario, privo di quelle scorie elettromagnetiche che saturavano lo spazio abitato dagli umani, dove non si udivano le voci concitate dei commercianti spaziali, le istruzioni dei comandanti di astronavi agli equipaggi, né le rapidissime e sporadiche comunicazioni delle macchine verso altre macchine. Qui a sfiorare i sensori con energia sufficiente ad attirarne l'attenzione c'erano solo le radiazioni delle masse, le stelle lontane e il sussurro di fondo della vita stessa.

Bibliografia

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  • Carolyn Janice Cherryh, Cassandra, traduzione di Roberta Rambelli, in "I Premi Hugo 1976-1983", a cura di Sandro Pergameno, Ed. Nord, 1991.
  • C.J. Cherryh, Il pozzo di Shiuan, traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli, Editrice Nord, 1981.
  • C.J. Cherryh, La Lega dei mondi ribelli, traduzione di Roberta Rambelli, Ed. Nord, 1988.
  • Carolyn Janice Cherryh, La Pietra del Sogno, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di streghe", a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1996. ISBN 8881834480
  • C.J. Cherryh, Straniero in un mondo straniero, traduzione di Antonio Bellomi, Mondadori, 1995.

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