Il mio miglior nemico

film del 2006 diretto da Carlo Verdone

Il mio miglior nemico

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Titolo originale

Il mio miglior nemico

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2006
Genere commedia
Regia Carlo Verdone
Soggetto Carlo Verdone, Silvio Muccino, Pasquale Plastino, Silvia Ranfagni
Sceneggiatura Carlo Verdone, Silvio Muccino, Pasquale Plastino, Silvia Ranfagni
Produttore Aurelio De Laurentiis
Interpreti e personaggi
Note
  • 12 candidature al David di Donatello 2006: miglior film, regia, sceneggiatura, produzione, attore protagonista (Carlo Verdone), attrice protagonista (Ana Caterina Moriariu), fotografia, scenografia, costumi, montaggio, fonico di presa diretta, David giovani

Il mio miglior nemico, film italiano del 2006, diretto e interpretato da Carlo Verdone.

Eccomi qua: Orfeo Rinalduzzi, 24 anni, un anno da militare nei pompieri a spegnere gli incendi in Sardegna. Mio padre mai conosciuto, mia madre invece la conosco fin troppo. È una depressa cronica, però le voglio bene. Ecco se questo fosse uno di quei momenti in cui uno deve tirare le fila della propria vita, io di me che potrei dire? Che non mi sento affatto uguale ai miei coetanei: non vado in discoteca, non ballo, non gioco alla playstation, ma soprattutto non ho nessun tipo di aspirazione. Cioè lasciatemi stare, lasciatemi in pace, che cazzo volete da me?! E invece no, c'è sempre qualcuno che ti deve insegnare qualcosa.

  • Anche quando scopiamo, tu non mi desideri, lo fai solo per sfogarti, sei una bestia! (Ex di Orfeo)
  • [Dopo aver pestato le feci del cane] Io dico che spendiamo tanti di quei soldi per mandare 'sto cane all'addestramento, ma che gl'insegnassero almeno dove deve cagare! (Achille)
  • Te sei litio o anfetamina? (Orfeo)
  • Come sei antico Achille, me pari Ugo Foscolo. (Orfeo)
  • Apri il cofano: dentro non c'è un motore, c'è una scultura futurista! (Achille)
  • [Leggendo le poesie di Cecilia] Ma quale assenza di fede? Achille, qua c'è scritto che te non c'eri. Lo sai come si chiama la poesia? "Cenere". La cenere, sei te! (Orfeo).

Dialoghi

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  • Cecilia: Ma perché ti hanno chiamato Orfeo? Dal mito di Orfeo ed Euridice?
    Orfeo: Te come fai a conoscerlo?
    Cecilia: Perché, hai un nonno che si chiama Orfeo?
  • Achille: Io a sbatterti in galera sai quanto ci metto? Cinque minuti.
    Orfeo: E io ci metto cinque secondi a rovinarti la vita, capito?!
  • Orfeo: Lo sai perché sono tanto scoglionato nei confronti della vita? Perché pensavo che una come te non esistesse.
    Cecilia: Certe donne per una frase del genere potrebbero anche svenirti fra le braccia.
    Orfeo: E allora svieni...
  • Orfeo: Non lo sapevo che eri sua figlia, cazzo! Non l'ho mai immaginato, se l'avessi saputo non l'avrei mai fatto!
    Cecilia: Sei una merda... Se vuoi te lo dico con un'espressione più carina: sei uno che non vale niente.
    Orfeo: Cecilia, ti prego...
    Cecilia: Sei falso! E mediocre! Come la maggior parte degli uomini che ho conosciuto in vita mia... compreso mio padre!
  • Orfeo: Che, se la vuole magnà?
    Achille: Guarda che quello non è sesso, quello è amore. Meno male che ce stanno ancora 'ste immagini che danno un po' di sentimento! Siete di un'aridità, voi, oggi.
    Orfeo: Aridità, voi, oggi... Ma come parli antico, Achille! Me pari Ugo Foscolo.
  • Achille: Vuoi sapere la verità?! Vuoi sapere la verità?!
    Gigliola: Dimmela!
    Achille: Vuoi sapere la verità? Non m'è neanche piaciuto. [in riferimento al rapporto sessuale che avuto con Ramona]
  • Achille: Io comunque le ho detto diecimila volte «férmate, férmate, férmate, lasciamo perde, lasciamo perde»!
    Gigliola [afferra una delle foto con suo marito e Ramona]: Ed è qui che glielo dicevi?!
    Achille: Ecco, guarda, se questa foto potesse parlare io qua le stavo dicendo «férmate, férmate, férmate», purtroppo è na foto e non pò parlà! [Gigiola gli dà uno schiaffo]
  • Achille: Amore, vivi più rilassata, su... Ringraziamo Iddio che adesso in casa c'è quest'atmosfera direi abbastanza tranquilla...
    Gigliola [urlando]: Achille! Tu hai bloccato i cuoricini d'edera! Che ci metto io al centro del tavolo?
    Achille: I cuoricini d'edera, rimetti i cuoricini d'edera. Rimettili.
    Gigliola [allontanandosi] Basta, mi hai fatto passare la voglia.
    Cecilia: Com'era l'ambiente in casa, papà? Rilassato?
  • Orfeo: Poi me spiegherai un giorno che ce fai co due cellulari.
    Achille: Allora, sia chiara una cosa, che uno serve per la famiglia, l'altro per il lavoro. Sono stato chiaro? Ok?
    Orfeo: Tutte cose che non ce stanno più, insomma.
    Achille: Non rompe er cazzo, per favore!

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