Il mio anno preferito

Il mio anno preferito, raccolta di tredici racconti di ambito calcistico curata da Nick Hornby.

Citazioni

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  • Ancora non so dire se il calcio sia un gioco molto più semplice di quanto io pensi, o molto più complicato. Quello che so, è che ancora non l'ho capito bene. (Nick Hornby, Il vizio di Abbey, p. 147)
  • Per certi tifosi scegliere un anno d'oro può essere facile. Ad esempio per quelli del Colchester United e del Berwick Rangers è stato l'anno in cui hanno umiliato qualche superpotenza in Coppa. Per altri può essere stato un momento dolcissimo, che si credeva sarebbe rimasto unico, come il titolo del Chelsea del 1955 o quello del Dundee United nel 1983. Chi tifa Arsenal o Liverpool, però, si trova di fronte a un dubbio. Quale dei molti campionati vinti ha suscitato in loro più gioia? E per i viziatissimi supporter di Celtic e Rangers può essere ancora più difficile scegliere un solo anno. Invece, per coloro che professano la propria fede per squadre come il St Albans City FC c'è un problema diverso e più familiare. I Saints non hanno mai vinto una coppa importante. Il loro ultimo exploit come ammazza-grandi è stato il 5-3 contro il Brentford nel 1923. Non vincono un campionato da più di sessant'anni. E allora cosa rende un'annata migliore delle altre? (Chris Pierson, L'anno d'oro, p. 149)
  • In tutto il mondo, ci dicono, in ogni momento ci sono un tot di persone che nascono, muoiono, concepiscono un figlio, oppure si trovano una pistola puntata addosso. A me piace pensare che in ogni istante da qualche parte nel mondo un giocatore dilettante qualsiasi stia segnando un gol straordinario. È successo a chiunque abbia giocato a calcio. In qualche occasione, forse anche una volta sola, abbiamo spedito la palla in gol da 25 metri, lasciando di sale il portiere, oppure abbiamo incornato il pallone (a occhi chiusi ovviamente) spedendolo nel sette come una fucilata. Non tutti gli sport offrono questa emozione. Quante volte può capitare, andando alla piscina comunale, che qualcuno batta il record del mondo? Eppure, per la legge delle probabilità, ogni domenica un pancione bolso che passa le giornate al pub segna un gol splendido quanto quelli dell'inarrivabile Pelé e del possente Bobby Charlton. Può accadere ovunque e se si sa aspettare abbastanza succederà praticamente dappertutto. È questo il bello del calcio: qualche momento sublime, molti episodi ridicoli, e tutto ciò che sta nel mezzo tra i due opposti. (Chris Pierson, L'anno d'oro, p. 155)
  • Perché il Leeds United? Di motivi ce ne sono più che abbastanza. Non ricordo Bobby Collins, ma ricordo Billy Bremner, Eddie Gray e Peter Lorimer – il Cuore, l'Artista e il Giustiziere della mitica squadra degli anni Settanta, seguiti di lì a poco da David Harvey – uno dei pochi portieri scozzesi non classificati dannosi per la salute, il benessere e la generica felicità dei sostenitori – dall'abile e versatile Frankie Gray e dalla coppia terribile Gordon McQueen-Joe Jordan. [...] Lo United giocava alla scozzese, cosa forse non sorprendente se si considera che l'ossatura della nazionale che andò a Monaco del 1974 era del Leeds. In quel Leeds c'erano più giocatori scozzesi, e meno inglesi, che nell'attuale formazione dei Rangers Glasgow. Era una squadra dura e combattiva, certo, ma raramente cinica, perlomeno negli anni in cui io la seguii. Se episodicamente eccedevano in tackle ruvidi era per un furore agonistico e una rabbiosa voglia di vincere che si trasmetteva alle gradinate, non per malizia e premeditazione. Ed era anche una squadra ricca di qualità. (Don Watson, Psycho Mike e il pattinaggio fantasma, p. 201)
  • Quando Clough diventò allenatore del Leeds United fu come se nel 1945 Adolf Hitler fosse stato eletto leader del partito laburista, Clough era da sempre uno dei nostri più stentorei detrattori, di quelli che ancora martellavano sulla vecchia immagine dello United come squadra concreta ma scarsa di talento quando già da tempo Giles, Cooper e Gray avevano dimostrato tutta la loro classe. (Don Watson, Psycho Mike e il pattinaggio fantasma, p. 205)
  • Il Leeds di Clough era come un cardiotrapianto le cui probabilità di sopravvivenza stavano scemando a vista d'occhio. (Don Watson, Psycho Mike e il pattinaggio fantasma, p. 206)

Bibliografia

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