Harper Lee
Nelle Harper Lee (1926 – 2016), scrittrice statunitense.
Il buio oltre la siepe
modificaJem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a football, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo. Poi, quando di anni ne furono trascorsi tanto da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all'estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l'idea di far uscire di casa Boo Radley.
Citazioni
modifica- Evidentemente miss Caroline non capiva che quei bimbetti, mezzi stracciati, vestiti di camicetta di denim e gonne di iuta, che per lo più avevano trinciato cotone e dato da mangiare ai maiali fin dal giorno in cui avevano imparato a camminare, erano refrattari alla fantasia. (Scout: cap. 2)
- Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro? (Scout: cap. 2)
- "Vuoi dire che se non difendi quell'uomo, Jem e io potremmo non darti più retta?"
"Più o meno."
"Perché?"
"Perché non potrei più pretenderlo da voi. Vedi Scout, a un avvocato succede almeno una volta nella sua carriera, proprio per la natura del suo lavoro, che un caso abbia ripercussione diretta sulla sua vita. Evidentemente è venuta la mia volta. Può darsi che a scuola tu senta parlare male di questa faccenda, ma se vuoi aiutarmi devi fare una cosa sola: tenere la testa alta e le mani a posto. Non badare a quello che ti dicono, non diventare il loro bersaglio. Cerca di batterti col cervello e non con i pugni, una volta tanto... È una buona testa, la tua, anche se è dura a imparare!"
"Atticus, vinceremo la causa?"
"No, tesoro."
"Ma allora, perché..."
"Non è una buona ragione non cercare di vincere sol perché si è battuti in partenza," disse Atticus. - A volte fa più male la Bibbia in mano a un uomo qualunque, che una bottiglia di whiskey in mano a... a tuo padre, per esempio. (Miss Maudie: p. 53, 1998)
- Perché poi i cosiddetti benpensanti diventino pazzi furiosi quando succede qualcosa in cui è implicato un nero, è una cosa che ho rinunciato a capire... (Atticus Finch: cap. 9)
- [...] Ma prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza. (Atticus Finch: cap 11)
- Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede. (Atticus Finch: cap. 11)
- Noi sappiamo che non tutti gli uomini furono creati eguali, nel senso che molta gente vorrebbe farci credere: sappiamo che vi sono persone più intelligenti di altre, più capaci di altre per natura, uomini che riescono a guadagnare più denaro, donne che fanno dolci migliori, individui dotati di qualità negate invece alla maggioranza degli uomini. Ma c'è una cosa, nel nostro paese, di fronte alla quale tutti gli uomini furono davvero creati uguali: un'istituzione umana che fa di un povero l'eguale di Rockefeller, di uno stupido l'eguale di Einstein, e di un ignorante l'eguale di un rettore di università. Questa istituzione, signori, è il tribunale. (Atticus Finch: cap. 20)
- Signor Finch, è semplice: ci son degli uomini a cui bisogna sparare prima di dirgli buona sera, e anche allora non valgono la pallottola che serve ad ammazzarli. (Sceriffo Tate: p. 301, 1998)
- Atticus aveva ragione. Una volta aveva detto che non si conosce realmente un uomo se non ci si mette nei sui panni e non ci si va a spasso. (p. 313, 1998)
- Boo era nostro vicino. Ci aveva regalato due figurine di sapone, un orologio rotto con la catena, un paio di monetine portafortuna, e le nostre vite. Ma i vicini ricambiano i doni. Noi, invece, non avevamo mai rimesso nel tronco dell'albero quel che vi avevamo preso: non gli avevamo regalato niente, e questo mi rendeva triste. (p. 287, 2010)
- Quando sarai grande vedrai tutti i giorni uomini bianchi che ingannano i neri; ma voglio dirti una cosa, e non dimenticarla mai: se un bianco fa una cosa simile a un nero, chiunque egli sia, per quanto sia ricco o appartenga alla migliore famiglia, quel bianco è un disgraziato. (Atticus Finch)
- Il coraggio è quando lotti sapendo che avrai già perso. (Atticus Finch)
Sentivo le sue mani tirar su la coperta fino al mento, rimboccandomela tutta attorno.
"Quasi tutti son simpatici, Scout, quando finalmente si riescono a capire."
Spense la luce e tornò in camera di Jem: tutta la notte sarebbe rimasto con lui, e sarebbe stato ancora lì al risveglio di Jem, al mattino.
Da Atlanta, aveva guardato fuori dal finestrino del vagone ristorante con un piacere quasi fisico.[1]
Bibliografia
modifica- Harper Lee, Il buio oltre la siepe, traduzione di Amalia D'Agostino Schanzer, Feltrinelli Editore, Milano, 1998.
- Harper Lee, Il buio oltre la siepe, traduzione di Amalia D'Agostino Schanzer, Feltrinelli Editore, Milano, 2002.
- Harper Lee, Il buio oltre la siepe, traduzione di Amalia D'Agostino Schanzer, Feltrinelli Editore, Milano, 2013.
Film
modifica- Il buio oltre la siepe (1962)
Altri progetti
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- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937