Guido Schittone
giornalista italiano
Guido Schittone (1955 – vivente), giornalista e telecronista sportivo italiano.
Citazioni di Guido Schittone
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Per anni ho difeso Schumacher: lo ritengo il migliore, credo fermamente che sia l'unico autentico campione giunto nell'automobilismo in questo decennio, l'unico che ha potuto avvicinare Ayrton Senna nelle prestazioni.[1]
Padri che rovinano i figli
Dalla rubrica La lettera della settimana; Autosprint nº 24, 15-21 giugno 1999, p. 7.
[Sul karting]
- Il rapporto tra genitori e figli nel mondo dello sport è da sempre uno di quelli che maggiormente mi incuriosisce. Ogni tanto mi domando se i padri siano ostaggi dei ragazzi o se questi ultimi siano presenti nelle varie discipline solo per placare un'ambizione frustrata o un sogno interrotto del genitore. Il mondo del karting da questo punto di vista è illuminante: troppi padri e madri si vedono nei paddock, quando invece dovrebbero starsene comodamente in tribuna a osservare le imprese dei ragazzi.
- [...] le corse sono come la vita: si vince se si è leali e corretti. Come risposta l'ambiente [...] ha fatto un bello sberleffo: gestacci da parte di altri bambini [...], qualche ruotata e l'accanimento di altri genitori ad educare i propri pargoli per "eliminare" chi era d'intralcio in pista. [...] Una certa "cattiveria" fa parte del gioco ed è doverosa. L'importante è che risieda in limiti ben precisi imposti con equilibrio e solerzia dall'autorità sportiva. Il karting è un'occasione educativa troppo ghiotta per non essere sfruttata a dovere, perché è proprio da questo mondo che uscirà la maggior parte dei piloti del domani [...]
- Troppo spesso potenziali campioni vengono "rovinati" dalla famiglia che si sente in diritto di scegliere la formula giusta nella quale correre, il team con il quale firmare, il modo con cui ci si deve comportare in pista e fuori da essa. Se fossi in un genitore ci andrei cauto: è vero che senza i soldi di papà e mamma difficilmente si può andare avanti e sfondare nell'ambiente ma questo non significa mettere il naso in ogni questione. Ci sono stati e ci sono giovani di talento che hanno bruciato una carriera perché convinti a effettuare salti di categoria quando non era il momento, quando non c'erano nè la maturità nè il risultato, ragazzini montati ad arte perché vincenti e sgridati in malo modo quando le cose si sono fatte più complicate e difficili. Non è così che si formano campioni: purtroppo in mezzo a tanti meriti, il karting ha portato nell'automobilismo la presenza asfissiante di padri troppo innamorati o eccessivamente illusi delle qualità dei propri ragazzi.
Intervista di Marco Privitera, livegp.it, 11 aprile 2023.
[Sul Gran Premio d'Europa 1993]
- Ricordo che Ayrton a Donington andò subito fortissimo nelle libere, svoltesi sul bagnato. Invece, al termine delle qualifiche era molto arrabbiato, poiché si sentiva impotente in condizioni di asfalto asciutto nei confronti dello strapotere Williams. [...] Oggettivamente, era lecito attendersi qualcosa di particolare da lui sotto la pioggia, ma nessuno avrebbe mai pensato che potesse farlo con quella facilità. È stata una di quelle imprese da lasciare tutti a bocca aperta, forse il Gran Premio più incredibile che abbia mai commentato.
- [...] si trattò di una vera e propria impresa sportiva. Capace di evidenziare come il pilota, in determinate situazioni, potesse ancora fare la differenza nonostante un mezzo inferiore.
- Fu una gara difficilissima per Prost. Lui si fermò sette volte ai box e finì addirittura doppiato. Una volta conclusa la telecronaca, andai ad intervistarlo e sembrava proprio un cane bastonato. Era frastornato, cercava delle scuse ma la realtà è che sembrava davvero sorpreso dalla facilità con cui fu superato da Senna. Fu una gara molto particolare, come ne accadono ogni 20-30 anni [...]. Sono quelle imprese che rimangono negli annali, su una pista dove in passato aveva anche gareggiato Nuvolari con l'Auto Union e dove non era affatto facile sorpassare. Senna però la conosceva bene, avendoci gareggiato da giovane sia in Formula Ford che in Formula 3, e sfruttò questo fattore a proprio vantaggio.
- A pelle c'era la sensazione di aver vissuto qualcosa di straordinario. [...] soprattutto dopo la scomparsa di Ayrton, quella gara divenne una sorta di simbolo. Destinata a non essere mai dimenticata.
Note
modifica- ↑ Quanto è difficile restare al potere, dall'editoriale Parco chiuso; Autosprint nº 24, 15-21 giugno 1999, p. 19.
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