Greg Egan

scrittore di fantascienza australiano

Greg Egan (1961 – vivente), scrittore di fantascienza australiano.

Infografica dal sito di Greg Egan in cui dice che non appare in alcuna foto nel web

Citazioni di Greg Egan

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  • Chiunque insista che la SF deve essere prima di tutto sulla gente e in seconda sulle idee sta semplicemente pronunciando uno slogan. A volte le sole persone richieste sono il lettore e lo scrittore.[1]

Axiomatic

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L'assassino infinito

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C'è una cosa che non cambia mai: quando un drogato mutante di S comincia a spostare la realtà, sono sempre io quello che mandano nel vortice per rimettere a posto le cose.
Perché? Dicono che sono stabile. Prevedibile. Attendibile. Dopo ciascun rapporto, gli psicologi della Compagnia (totali estranei, ogni volta) scuotono la testa stupiti davanti alle loro stampate e mi dicono che sono esattamente la stessa persona che ero quando sono partito.

Citazioni

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  • Polvere di Cantor, un insieme frattale, infinito, ma con misura zero. Non c'è solo una interruzione nella mia presenza; ce n'è un numero infinito, una serie infinita di fori sempre più piccoli, dappertutto. (p. 26)

E mi chiedo: in quanti infiniti insiemi di mondi faccio ancora un passo? E quale infinità di mie versioni si volta indietro, invece, e si allontana da questa stanza? Chi esattamente voglio salvare dalla vergogna, visto che vivrò e morirò in ogni possibile mondo?
Me stesso.

Il diario da cento anni-luce

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A Martin Place c'era la solita calca dell'intervallo di mezzogiorno. Scrutai nervosamente le facce; il momento era quasi arrivato e io non avevo neppure visto Alison. L'una, 27 minuti e 14 secondi. Che mi fossi sbagliato su una cosa così importante? Con la conoscenza dell'errore ancora fresca nella mia mente? Ma quel sapere non poteva fare la differenza, naturalmente toccava il mio stato mentale, ovviamente aveva una conseguenza sulle mie azioni, ma io intuivo già il risultato di quella influenza e di tutte le altre: avrei scritto quello che avevo detto.

A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita senza il loro intervento, ma la domanda non ha significato. Non potrebbe essere stata diversa. Tutti sono manipolati; tutti sono un prodotto del loro tempo, e viceversa.
Qualunque cosa abbia in serbo per me il futuro immutabile, sono certo di una cosa. Chi sono io è ancora una parte di ciò che lo ha sempre deciso e lo deciderà sempre.
Non posso chiedere una libertà maggiore.
E una maggiore responsabilità.

— Ve lo garantisco. Posso fare di vostro figlio un genio.
Sam Cook (medico chirurgo, laureato in Scienze, membro dell'associazione dei Genetisti Australiani, membro dell'associazione Biologi Australiani) spostò lo sguardo, superbo e sicuro di sé, da Angela a Bill e poi di nuovo ad Angela, come per sfidarli a contraddirlo.
Angela infine si schiarì la gola e disse: — Come?
Cook aprì un cassetto e ne trasse una sezione di cervello umano, chiusa tra due vetrini di Perspex. — Sapete a chi apparteneva? Vi do tre possibilità.

Citazioni

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  • Il gioco è una sorta di tassa: una tassa sulla stupidità. Una tassa sull'avidità. Una certa somma di denaro cambia di mano a caso, ma il guadagno va sempre da una parte sola: al governo, al padrone del casinò, agli allibratori, alla mafia. E se mai tu dovessi vincere, sappi di non avere tolto nulla a loro. Continueranno ad avere la loro parte. Avrai vinto solo contro dei poveri perdenti, nient'altro. (p. 51)

Finì nel Guinness dei primati per avere generato il primo quintetto di gemelli ottenuti con l'inseminazione artificiale da altre due generazioni di quintetti ottenuti allo stesso modo. Ma il suo progetto del super-bambino, e gli altri analoghi piani di altri genetisti di tutto il mondo, parevano colpiti dalla cattiva sorte; i finanziatori si tiravano indietro senza alcuna ragione particolare, le apparecchiature si guastavano, nei laboratori scoppiavano incendi.
Cook morì senza mai sapere quanto fosse stato grande il suo successo.

La carezza

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Quando abbattei a calci la porta, due odori mi colpirono immediatamente: quello di un morto e quello di un animale selvatico.
Un tale che passava tutti i giorni davanti alla casa ci aveva telefonato, in forma anonima. Preoccupato dalle finestre rotte e non riparate, aveva bussato alla porta, senza risposta. Direttosi poi verso l'ingresso posteriore, aveva notato attraverso un'apertura delle tendine una macchia di sangue su una parete della cucina.

Io, di quando in quando, mi sveglio la mattina presto, sudato e tremante, e grido, incapace di ricordare da quale cosa orribile sto scappando. Andreas Lindhquist che inietta campioni del suo cervello in quello del figlio? Catherine che chiude beatamente gli occhi, e mi ringrazia per averle salvato la vita, mentre i suoi artigli mi riducono il corpo a brandelli? Me stesso, intrappolato ne La carezza, nel momento della realizzazione, impietosamente prolungato? Forse. O forse mi sogno semplicemente l'ultimo caso su cui sto lavorando, cosa che mi sembra molto più probabile.
Tutto è ritornato alla normalità.

Sorelle di sangue

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Quando avevamo nove anni, Paula disse che dovevamo pungerci il pollice e far scorrere il sangue dell'una nelle vene dell'altra.
Io non ero della sua idea. — Ma il nostro sangue è già esattamente lo stesso. Siamo già sorelle di sangue.
Lei non batté ciglio. — Lo so. Ma non è quello lo scopo. Ciò che conta è il rituale.

Ora capisco che il giuramento di sangue che mi era parso così minaccioso era stato soltanto un gioco per Paula, un modo per ironizzare sull'idea che i nostri destini fossero indissolubilmente legati. E perché ci avevo messo tanto a capirlo?
In realtà, questo era prevedibile. La verità, e la misura del suo trionfo, sta nel fatto che io non l'ho mai conosciuta veramente.

Assiomatico

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— … come surgelarti il cervello nell'azoto liquido e poi spaccartelo a pezzi con il martello!
Mi infilai in mezzo al capannello di ragazzini che bighellonavano davanti al negozio di impianti neurali, augurandosi senza dubbio che arrivasse una troupe giornalistica olovisiva a chiedere loro perché non fossero a scuola. Al mio passaggio finsero di vomitare, come se il solo fatto di non essere nella pubertà e di non vestire come un membro dei Ricerca Binaria fosse così disgustoso da farli star male fisicamente.
Magari era vero.

Dopo avere gustato la libertà della certezza, mi accorgo di non poter vivere senza.
— Cosa posso fare per lei, signore? — L'addetto alle vendite sorride con la massima cordialità.
Una parte di me, è ovvio, trova ancora assolutamente ripugnante la prospettiva di quello che sto per fare.
Ma che importa. Non durerà.

La cassetta di sicurezza

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Il mio sogno è sempre lo stesso, ed è un sogno molto semplice. Sogno di avere un nome. Un nome solo, che non cambia mai e che è mio fino alla morte. Non so quale sia il mio nome vero, ma questo ha poca importanza. Sapere che ho un nome mio mi è sufficiente.

Faccio un sogno molto semplice. Sogno di avere un nome. Un nome solo, che non cambia, che è mio fino alla morte. Non so quale sia davvero il mio nome, ma questo non ha importanza. Sapere che ce l'ho è sufficiente.

Più vicino

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Nessuno vuole trascorrere l'eternità da solo.
— L'intimità — avevo detto una volta a Sian, dopo avere fatto l'amore — è la sola cura del solipsismo.
Lei aveva riso e mi aveva risposto: — Non diventare troppo ambizioso, Michael. Finora non mi ha neppure guarito dalla masturbazione.

Citazioni

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  • Tutto è sopportabile, basta che finisca. (p. 342)

Insieme, non c'era più alcuna sorpresa e tanto valeva essere soli. Perciò non ci rimase altra scelta che quella di separarci.
Nessuno vuole trascorrere l'eternità da solo.

I tappeti di Wang

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Mentre aspettava d'essere clonato mille volte e sparso attraverso dieci milioni di anni luce cubici, Paolo Vanetti si rilassò nella sua vasca da bagno cerimoniale preferita: una piscina scanalata esagonale al centro di un cortile di marmo nero spruzzato d'oro. Paolo indossava una completa anatomia tradizionale, foggia scomoda nei primi momenti, ma i caldi vortici che gli accarezzavano la schiena e le spalle finirono per farlo rilassare in un torpore gradevole. Avrebbe potuto raggiungere lo stesso stato in un istante, dando un ordine, ma la circostanza sembrava richiedere il rituale completo di verosimiglianza, l'elaborata e dettagliata imitazione delle cause e degli effetti fisici.

Citazioni

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  • Fecero l'amore con quei loro corpi, e cervelli, quasi tradizionali. Paolo fu divertito al punto di distrarsi quando il suo sistema limbico andò in overdrive, ma ricordava ancora l'ultima volta e smorzò l'autocoscienza per arrendersi a quella strana sensazione. (p. 202)
  • Perché andare in cerca di alieni? La nostra polis ha migliaia di ecologie, un miliardo di specie di vita. Cosa sperate di trovare là fuori che non si possa creare e allevare anche a casa? (p. 205)
  • Sulla Terra c'erano polis i cui cittadini avrebbero giudicato la sua attuale struttura quasi arcaica: una coscienza dominata dalla percezione sensoria, l'illusione di possedere una forma solida, coordinate mono-temporali. (p. 206)
  • I tappeti, e altre creature se ci sono, potrebbero estinguersi prima che abbiamo imparato qualcosa di reale su di loro. Che perdita sarebbe! (p. 208)
  • Qualsiasi polis avrebbe potuto riprodurre un milione di volte la sua popolazione in un microsecondo, se avesse desiderato il vuoto onore di surclassare numericamente le altre. (p. 212)
  • Tutto prosegue in uno spazio pluridimensionale. Io ho Fourier-trasformato l'orlo in oltre un migliaio di componenti, e c'è formazione indipendente in tutti quanti. (pp. 228-229)
  • C'erano fiori senza stelo di abbacinanti colori, intricati iperconi trasparenti come ragnatele, e petali a quindici dimensioni come ipnotici labirinti frattali di sporgenze e capillari. C'erano mostruosità artigliate, mucchi di parti di insetto che si torcevano quasi in un'orgia di scorpioni decapitati. (p. 230)

Possibile che tutta questa caotica bellezza sia soltanto una scusa per chi la vede esistere? Nient'altro che la somma di tutte le risposte a tutte le domande che umani e transumani hanno fatto all'universo... risposte create da chi domandava?
Non poteva crederci… ma quella domanda restava senza risposta.
Per il momento.

Durante il mio ultimo giorno a Sidney, come per una specie di addio, passai la mattina sulla Bondi Beach. Nuotai per un'ora, quindi mi stesi sulla sabbia e fissai il cielo. Mi appisolai per qualche istante e quando mi svegliai c'erano una dozzina di gazebi, allestiti in mezzo ai bagnanti, che dispensavano l'ultimo grido della moda: tatuaggi solari. Su un touch-screen della dimensione di uno specchio a tutta figura, si poteva scegliere un disegno e poi personalizzarlo, oppure crearne uno da zero con l'assistenza di un software. Getti controllati dal computer spruzzavano pigmenti non sviluppati sulla pelle e poi un'ora di esposizione agli UV rendeva visibili tutti i colori.

Citazioni

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  • Collegati via satellite a un immenso schieramento di banche dati mediche e a tutta l'ulteriore potenza informatica necessaria, l'anello mi forniva una specie di sistema immunitario elettronico, tanto veloce e tanto intelligente da superare qualsiasi avversario. (p. 100)

I banditi ci fecero allineare di fianco al camion e ci fecero svuotare le tasche in un sacchetto. Cominciarono quindi a prendere orologi e gioielli. Okwera non riusciva a togliere la fede ma restò immobile corrugando la fronte quando uno dei banditi applicò un forza maggiore. Mi chiesi se non avrei avuto bisogno di un protesi, se sarei stato ancora in grado di operare, ma quando il bandito mi si avvicinò provai una strana sensazione di sicurezza.
Allungai la mano e sollevai lo sguardo al cielo. Sapevo che tutto poteva essere guarito, una volta che fosse stato capito.

Luminous

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Pagliuzze

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El Nido de Ladrones – il Nido dei Ladri – occupa una regione approssimativamente ellittica, di cinquantamila chilometri quadri, nella parte occidentale del bassopiano amazzonico e si estende sul confine tra Colombia e Perù.
È difficile dire dove esattamente termina la foresta pluviale naturale e le specie bioingegnerizzate di El Nido prendono il sopravvento, ma la biomassa totale del sistema deve essere dell'ordine di un trilione di tonnellate. Mille miliardi di tonnellate di materiale strutturale, pompe osmotiche, collettori di energia solare, laboratori chimici cellulari e sistemi biologici di comunicazione e di calcolo. Il tutto sotto il controllo dei suoi costruttori.

Continuavo a vederli davanti a me: il pilota, la ragazzina.
"Non devo provare nulla, e ordinarmi di non provare nulla, e continuerò a ripetere la stessa scelta, ogni volta."
Oppure tutta la personalità si sarebbe disintegrata come un castello di sabbia e sarebbe stata spazzata via.
Una delle guardie ruttò nell'oscurità, poi sputò.
L'intera notte si stendeva davanti a me, come un fiume che aveva perso il suo corso.

Eva Mitocondriale

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Col senno di poi, posso perfino fissare una data per il mio coinvolgimento nella Guerra degli Antenati, ed è precisamente quella di sabato 2 giugno 2007. La sera che Lena mi portò dai Figli di Eva a farmi fare il mitotico. Eravamo usciti a cena, era quasi mezzanotte, ma l'ufficio per sequenziare il DNA era aperto ventiquattro ore su ventiquattro.
— Non vuoi scoprire il tuo posto nella famiglia umana? — mi chiese, fissando gli occhi verdi su di me, sorridente, ma in tutta sincerità. — Non vuoi sapere qual è esattamente la tua posizione sul Grande Albero?

— Ho visto la tua piccola recitazione per TV. — Mi guardò con calma; lessi collera e dolore nei suoi occhi.
Non avevo più forza, non avevo più orgoglio. Caddi in ginocchio accanto all'auto.
— Ti voglio bene. Perdonami.
— Salta dentro — mi disse lei. — Mi devi ancora dare un mucchio di spiegazioni.

Luminous

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Quando mi svegliai ero disorientato, ma non capivo perché. Sapevo di giacere sullo stretto e bitorzoluto materasso del mio letto singolo, nella stanza 22 del mio hotel; dopo quasi un mese a Shanghai, la topografia del letto mi era ormai squallidamente familiare. Ma c'era qualcosa che non andava nel mio modo di stare sdraiato: ogni muscolo del collo e delle spalle mi gridava che nessuno poteva finire in quella posizione per cause naturali, per male che avesse dormito.
E sentivo odore di sangue.

Sapevo che fin dall'inizio aveva sentito più di me il peso di quanto stava accadendo. Pagai il conducente, poi rimanemmo per molti minuti sulla strada e guardammo in silenzio i ciclisti che si allontanavano, e cominciammo a chiederci come il mondo dovesse cambiare per accogliere quella nuova contraddizione tra il quotidiano e lo straordinario, il pragmatico e il platonico, il visibile e l'invisibile.

Mister Voglio

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— Dammi la toppa.
L'uomo ha un attimo di esitazione, nonostante la pistola, e quell'istante è abbastanza lungo da farmi capire che la toppa è genuina.
È vestito senza ricercatezza, ma è ben curato: depilato con cura e con una costosa manicure, e ha la pele liscia dei ricchi di mezza età.

Non c'è niente, non c'è nessuno per cui uccidere: nessun imperatore della mente da difendere fino alla morte. E non ci sono barriere da superare per arrivare alla libertà. Amore, speranza, moralità… elimini tutto il bellissimo meccanismo e non rimane nient'altro che un po' di cellule nervose che scattano casualmente, non qualche purificato, libero e radioso Übermensch. La sola libertà sta nell'essere questa macchina e non un'altra.
Perciò questa macchina abbassa la pistola, solleva la mano in un goffo gesto di contrizione, si volta e fugge nella notte, senza fermarsi per respirare, e attenta come sempre al pericolo di essere inseguita, ma piangendo per tutto il tragitto lacrime di liberazione.

Nel suo bozzolo

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L'esplosione mandò in frantumi i vetri per centinaia di metri all'intorno, ma non diede origine ad alcun incendio. Più tardi scoprii che era stata registrata da un sismografo della Macquarie University, esattamente alle 3 e 52 del mattino. I vicini destati dall'esplosione telefonarono entro pochi minuti ai servizi di emergenza, e il nostro centralinista notturno mi chiamò poco dopo le quattro, ma era inutile correre sul posto, dove sarei stato solo d'impiccio. Sedetti al terminale del mio studio per quasi un'ora, a raccogliere dati e a controllare con le cuffie le comunicazioni radio, a bere caffè e a cercare di non fare rumore battendo i tasti.

Ecco cosa m'ero dimenticato, nella mia neutralità fanatica: non puoi vendere una cura senza una malattia. Perciò, anche se io avevo ragione a rimanere neutrale, anche se non c'erano differenze da conservare, il miglior modo per vendere il bozzolo consisteva nell'inventarne una. E anche se il fatto che nel giro di un secolo sarebbe rimasta solo l'eterosessualità non era una tragedia per nessuno, l'unico percorso che poteva portare laggiù era fatto di bugie, di ferite e di umiliazione.
La gente l'avrebbe accettato o no?
Non so perché, ma temevo di sì.

I sogni del trasferimento

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— Non possiamo dirle quali saranno i suoi sogni del trasferimento. La sola cosa certa è che lei non li ricorderà.
Caroline Bausch mi sorride con espressione rassicurante. Il suo ufficio, al 64° piano del Grattacielo Gleisner, è talmente in stile da far male alla vista – la scrivania è un'ellisse di ossidiana sostenuta da tre cerchi di perspex, le pareti sono decorate con il più recente Monocromo Euclideo, ma lei non è affatto il tipo di robot che dovrebbe accompagnarsi a quel décor freddo e geometrico. Non ho dubbi che il contrasto sia intenzionale, e la sua faccia sia stata attentamente disegnata per sembrare disarmante, in un modo così naturale che persino la persona più cinica riesca a credere che non è dovuto soltanto a pura astuzia da parte dei suoi datori di lavoro.

C'è un guizzo di luce e di movimento attorno a me. I vortici color dell'arcobaleno, i turbini del sogno della transizione s'insinuano nel suolo come vermi luminosi… come se anche le parti del mio cervello in decomposizione confondessero il loro disfacimento con la chimica del pensiero, reinterpretando dall'interno la loro disintegrazione, senza più la distrazione dei sensi, dei ricordi, della verità.
Per intessere illusioni bellissime, e confondere la morte con qualcosa di completamente diverso.

Fuoco d'Argento

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Ero a casa, nel mio studio, a correggere i compiti di Epidemiologia, quando mi arrivò la telefonata di John Brecht, dal Maryland. Tempo reale, non un educato messaggio a cui rispondere nel momento da me preferito. Avevo preso l'abitudine di pensare al colonnello Brecht come al mio "vecchio principale", ma evidentemente era un'abitudine prematura.
Disse: — Abbiamo trovato una piccola anomalia Fuoco d'Argento che ritengo possa interessarti, Claire. Un piccolo nodo sulla trasformata di autocorrelazione che non vuole lasciarsi eliminare. E visto che sei in vacanza…

Quando aprii gli occhi, il ragazzo era fermo davanti a me. Aveva l'espressione più gentile e compassionevole che si possa immaginare. Non era un torturatore né un fanatico, e neppure uno stupido. Semplicemente, aveva mandato giù alcune bellissime bugie.
Mi disse: — Non capisci? Tu vedi solo una donna che muore nel dolore, ma tutti dobbiamo imparare a vedere meglio. È giunta l'ora di recuperare i poteri perduti dei nostri antenati: il potere di avere visioni, di vedere demoni e angeli. Il potere di vedere gli spiriti del vento e della pioggia. Il potere di percorrere il Cammino della Felicità.

I miei motivi per stare allegro

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Nel settembre del 2004, poco dopo il mio dodicesimo compleanno, entrai in uno stato di pressoché costante felicità, e non mi venne mai in mente di chiedermene il perché.
Anche se la scuola comprendeva la solita quota di lezioni noiose, il mio profitto era abbastanza buono da permettermi di fuggire nei sogni ad occhi aperti ogni volta che me ne venisse voglia.

Quando stava per uscire, mio padre guardò fuori della finestra, in direzione della periferia affollata che mi circondava, e verso il fiume Parramatta, dove un tubo di scarico delle acque piovane riversava una rossa macchia d'olio, mescolata alla spazzatura della strada e dei giardini.
Mi chiese con aria dubbiosa: — Ti accontenti di questo quartiere?
Risposi: — Quaggiù mi piace.

Nostra Signora di Chernobyl

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Luciano Masini aveva l'aria braccata e le occhiaie gonfie di chi non dorme. L'avevo classificato tra coloro che alle due del mattino hanno cominciato a chiedersi se la moglie ventenne aveva trovato davvero l'amante dei suoi sogni in un industriale tra colte più vecchio, per quanto brillante, colto e ricco.
Non avevo seguito nei particolari la sua carriera, ma il suo colpo più famoso era stato quello di rilevare l'intera divisione superconduttori della Pirelli, quando la compagnia si era sciolta nel 2009.

Lei non rispose. Io feci a pezzi l'immagine e li lasciai cadere a terra.
Non presi la metropolitana. Avevo bisogno dell'aria fresca della notte per schiarirmi la testa. Perciò tornai verso il centro della città, in mezzo alle rovine di un passato che non riuscivo più a comprendere e ai presagi di un futuro che non potevo immaginare.

Il Tuffo di Planck

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Gisela stava esaminando i vantaggi dello schiacciamento – quasi certamente a morte, anche se quanto più lentamente possibile – quando il messaggero comparve nella sua simulazione dell'ambiente domestico.
Lei si accorse della presenza dell'icona, ma le ordinò di attendere: era un corriere snello e dorato, con i sandali e le ali ai piedi, che tendeva con impazienza una mano, bloccato a metà di un passo, a venti delta di distanza.

Gisela li osservò, con la testa leggera, senza permettersi di sperare, ma alla fine Tiet trovò la maniera di verificare intere classi di reti in un solo calcolo, e il controllo divenne mille volte più rapido.
Vikram annunciò con tristezza il risultato: — No, non è possibile.
Cordelia sorrise. — Non fa niente. Era solo una mia curiosità.

Singleton

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2003
Stavo camminando lungo George Street verso la stazione ferroviaria di Town Hall, rimuginando su come risolvere il complicato terzo esercizio del mio compito di algebra lineare, quando m'imbattei in una piccola folla che ostruiva il marciapiede. Non diedi molta importanza al motivo che tratteneva quella gente; avevo appena superato un ristorante affollato e vedevo spesso gruppi di persone raccolte all'aperto. Ma una volta che iniziai ad aggirarla, entrando in un vicolo piuttosto che espormi ai pericoli del traffico, divenne chiaro che non erano solo commensali di una colazione d'addio a un collega in pensione, che cercavano di rimandare il proprio ritorno in ufficio il più a lungo possibile. Potei vedere da solo cosa, esattamente, stesse attirando la loro attenzione.

— Viaggiare fra gli universi non è un problema semplice — spiegai gentilmente. — È di interi ordini di grandezza più difficile del PQS.
Helen sorrise per ammetterlo, ma con gli angoli della bocca accennò un sorriso testardo che riconobbi come il precursore di mille piccole vittorie.
— Dammi tempo, papà. Dammi tempo — disse.

Incandescence

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— Tu sei un figlio del DNA?
Rakesh guardò con fastidio la nuova venuta. Se avesse voluto rendere disponibile agli estranei quell'informazione, l'avrebbe inclusa nella sua etichetta digitale. Dopo un attimo però l'irritazione lasciò il posto alla curiosità. O la sconosciuta voleva offenderlo, o aveva un buon motivo per fargli quella domanda (formulata, inoltre, in quel modo strano). In entrambi i casi, era la cosa più interessante che gli fosse capitata negli ultimi tempi.

Gli ultimi sussulti del Viaggiatore avevano nuovamente dato alla loro orbita un'elevazione: un ritorno a fasi di luce e di buoi. E potevano di nuovo osservare il Vuoto. Roi cercava di calcolare una manovra dei tunnel che permettesse a quella situazione di conservarsi. La possibilità di guardarsi attorno era troppo preziosa per perderla di nuovo.
Haf lavorò in silenzio. Roi ascoltò i ticchettii dei suoi artigli contro le pietre e si sentì scivolare nel sonno.

  1. Da Interview with Greg Egan in Ibn Qirtaiba, Issue 18, settembre 1996; citato in Intervista a Greg Egan.

Bibliografia

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  • Greg Egan, Axiomatic (Axiomatic, 1995), traduzione di Riccardo Valla, Urania 1470, Mondadori, 2003.
  • Greg Egan, I tappeti di Wang (Wang's Carpets, 1995), traduzione di Gianluigi Zuddas, Urania Millemondi 49, Mondadori, 2009.
  • Greg Egan, Yeyuka (Yeyuka, 1997), traduzione di Antonella Pieretti, Urania Millemondi 20, Mondadori, 1999.
  • Greg Egan, Luminous (Luminous, 1998), traduzione di Riccardo Valla, Urania 1412, Mondadori, 2001.
  • Greg Egan, Singleton (Singleton, 2002), traduzione di Fabio Feminò, Urania Millemondi 42, Mondadori, 2006.
  • Greg Egan, Incandescence (Incandescence, 2008), traduzione di Riccardo Valla, Urania 1562, Mondadori, 2010.

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