Giuseppe Marcenaro

scrittore e saggista italiano (1942-2024)

Giuseppe Marcenaro (1952 – vivente), scrittore e saggista italiano.

Citazioni di Giuseppe Marcenaro modifica

  • La salita di San Francesco di Castelletto [...] in medio strampiombo, ricorda una coltellata in mezzo alle murate dei giardini e alle case [...] Salita San Francesco di Castelletto è rimasta immutata da allora. Pur situata al centro della città, la sua atmosfera è discosta, vive di un silezio attonito, irreale. Chi la sale, prendendo da piazza della Meridiana, subisce, in principio, una sorta di cupo estraniamento, tanto è singolare l'ombra che sussiste tra le murate che la costeggiano, lastricata di mattoni in costa, tipica pavimentazione delle straduccole che si inerpicano verso la collina. La salita, senza esserlo, giacché è più larga, ha sentore di una creusa, conservando di queste il fascino: il soffuso eco dei passi. Quando, tuttavia, poco dopo, si arriva all'ingresso della casa ove trascorse alcune estati il giovane Valéry, si gode di un fremito, di un tuffo al cuore, poiché dall'ombra di ramaglia spessa, si passa improvvisamente all'esplorazione della luce: qui salita San Francesco di Castelletto si allarga, si amplia, divaricandosi su una veduta che rammemora ariosità da sagrato, una scenografia opportunamente studiata per stupire. Poi sale ancora, prima di imbucarsi in un viottolino cupo che conduce alla spianata di Castelletto.[1]

Cimiteri: storie di rimpianti e di follie modifica

  • Sovente guardo la mia biblioteca come alla raffigurazione casalinga di un cimitero. La grande scaffalatura a parete è un superbo colombario senza un fine riconoscibile. I nomi degli autori impressi sui dorsi sono il paradigma immaginario delle epigrafi di un cinerario. I libri "morti" stanno lì per anni, non cercati, dimenticati. Dietro a ogni dorso, in polvere cartacea, persiste il riassunto delle esistenze. Silenziose. Beato l'uomo capace di risvegliare un testo. Che equivale a resuscitare un morto. (Così muore la carne, p. 11)
  • Da sempre ho creduto che agli attori fossero riservate sepolture anonime, fuori dai confini di terre consacrate alla beatitudine eterna. Deve trattarsi di una leggenda ingiuriosa. La ragione di negare una tomba sacra ai commedianti doveva fondarsi sul fatto che, recitando, essi vivono molte vite. Sfidando gli elisir del diavolo, l'attore perdeva progressivamente la propria personalità. Tipi del genere, alla resa dei conti, per quel che erano veramente non avrebbero potuto più essere riconosciuti neppure dall'angelo della morte. Vendevano alle feste sceniche esistenza e nome perdendo l'identità. (Così muore la carne, p. 12)
  • Un riservatissimo medico americano, all'ombra dei grattacieli di Manhattan, tra gli altri titoli accademici, vanta un onorifico incarico. Custodisce il pene di Napoleone Bonaparte. John Latimer, questo il nome del conservatore del reperto anatomico, ovviamente al corrente dell'augusta provenienza, gelosamente cela l'imperiale appendice presso lo Squirer Urological Clinic della Columbia University. (Invalides, p. 44)
  • Ancor prima d'essere un carnaio dove si decompongono le vestigia dei corpi, Père-Lachaise è un orto botanico, il più grande parco di Parigi. C'è anche una voliera. La confusione degli uccelli la trasforma in un frullino. Gli alberi sono oltre cinquemila. Alcuni rarissimi. Qualcuno esotico, memoria di secolare adattamento. D'infilata, tra i tronchi, nel salire e scendere le collinette su cui si è formato, dal cimitero si colgono originali scorci di Parigi. Dei punti di vista inediti, sospesi tra i cannocchiali del fogliame. Presi da un esaltato malessere si ha l'impressione di contemplare il mondo dall'aldilà. (Flânerie, pp. 51-52)
  • Père-Lachaise è uno dei luoghi più storici, più insoliti, più erotici di Parigi. Storico (è un'ovvietà): stanno qui personaggi della storia; insolito: a Père-Lachaise si assiepano stranezze inventate dai viventi per vezzeggiare i morti; erotico: la petite mort ripassata nella protettiva quiete di una compiacente cripta. Parigi si autocelebra come la città più storica, più affascinante, più insolita e più erotica del mondo. La città centro del mondo. Il cimitero di Père-Lachaise è il centro di Parigi. Il mondo avrebbe quindi il suo punto geodetico in un cimitero. (Flânerie, p. 52)
  • Père-Lachaise è teatrale. Possiede la levità di una vue d'optique capace di evocare quel che più piace, escludendo magari la morte medesima. Il cimitero parigino accoglie déjeuneurs sur l'herbe e bagni di sole; fughe di liceali che, rollandosi un joint, trovano tollerante e discreta complicità tra le tombe, il fresco miracolo della sorpresa vicino a Re Lucertola, al secolo Jim Morrison, le cui ceneri sono raccolte sotto un francobollo di terra, accanto al monumento in memoria delle vittime dell'occupazione nazista di Parigi. (Flânerie, p. 52)
  • Viveva in una cornice di fasto orientale e passava volentieri il suo tempo nei campi degli zingari indossando abiti femminili. Quando alle feste di corte arrivava abbigliato in uno splendente costume da boiardo, con il suo profilo efebico, Yussupov era di una bellezza feroce. (Restaurant Russe, p. 90)

Note modifica

  1. Da La nuit de Gênes di Paul Valéry, Sagep, Genova, 1994, pp. 11, 43-45. ISBN 88-7058-525-511 43-45

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