Giuseppe De Luca (presbitero)

prete e editore italiano (1898-1962)

Don Giuseppe De Luca (1898 – 1962), presbitero, editore, scrittore e intellettuale italiano.

Citazioni di Giuseppe De Luca modifica

  • Dei primissimi anni non un barlume è rimasto in me. Rammento che mi pareva di vivere in una grande casa[1], con tante camere, scale, anditi, tra le soffitte sotto le tegole e la cantina tra le rocce; una casa ov'era inclusa sin la stalla; ove era una loggia altissima sul fiume e sul paese. L'ho rivista dopo, la grande casa: m'è parsa angusta, incapace di contenere la casa del ricordo, indegna di essere non già identificata, ma paragonata a quella.
    Ricordo la nonna materna, due zii preti, colei che a me diede il latte; ricordo la chiesa, certe ore di certi giorni o festivi o feriali rimastemi (chissà perché) illese nel naufragio, come rottami; certe vie. Tutti i volti di allora non ci sono più in mente; li chiamo, non tornano. Sta di fatto che con tanti pochi ricordi, non riesco a tornare al paese, ad affacciarmi sulla valle ove siede accanto al fiumiciattolo, senza che mi sommerga qualcosa da cui non riemergo. È la sola terra che non mi riesce vedere; più ci torno e più la veggo nel sogno dell'infanzia caduta.[2]
  • Oh le campane di Brienza, che accompagnarono al camposanto per tutto un pomeriggio la salma di colei che, alla morte di mamma, mi aveva dato il latte e un surrogato gentile di sorriso materno! Io dalla finestra di casa alta sul fiume seguivo il corteo sempre più lontano nella campagna e le campane, tutte le campane di Brienza, suonavano a distesa la pace, la speranza, e poi la pace e poi di nuovo la speranza, e mi facevano così santo il mio dolore e quasi dolce quella morte.[3]

Note modifica

  1. Palazzo Viscardi a Brienza.
  2. Citato Don Giuseppe De Luca. Ricordi e testimonianze, cura di Mario Picchi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1998, p. 345
  3. Citato in Don Giuseppe De Luca. Ricordi e testimonianze, p. 347.

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