Giro d'Italia 1994
settantasettesima edizione della corsa ciclistica
Citazioni sul Giro d'Italia 1994.
- La storia e la leggenda del Giro d'Italia hanno accolto l'uomo nuovo, il russo di San Pietroburgo Eugenio Berzin. Ha vinto il Giro dominandolo fin dai primi giorni, ha contribuito ad allargare la geografia del ciclismo. Mancava un russo nell'albo d'oro. C'era un americano [...], c'erano svizzeri e lussemburghesi, francesi e belgi, uno svedese, un irlandese, [...] uno spagnolo [...]. Adesso si allargano davvero i confini d'uno sport uscito definitivamente dal proprio alveo tradizionale. Nessuna intenzione di smitizzare i trionfi di Coppi e Bartali. Restano personaggi immortali nella storia del Giro e del ciclismo. Però a quei tempi si lottava contro francesi e belgi, qualche spagnolo, svizzeri e lussemburghesi. E poco più. Adesso abbiamo un russo in maglia rosa, un texano in maglia iridata. È il nuovo ciclismo. (Beppe Conti)
- Per anni ho anticipato su Tuttosport il percorso del Giro, facendo bruciare molto i colleghi della Gazzetta dello Sport. Una volta, addirittura, ho fatto perdere il Giro a Pantani. [«E come?»] Era il '94, ho pubblicato il percorso tre giorni prima della presentazione ufficiale. Il direttore del Giro, Castellano, si è talmente arrabbiato che ha cambiato il percorso, cancellando la cronoscalata Trento-Bondone, durissima, sostituita con la Lavagna-Passo del Bocco, e anticipando il Mortirolo, per "addolcire" l'ultima settimana. Ha vinto Berzin. E Pantani, ridendo, ha dato la colpa a me. (Beppe Conti)
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