Giovanni Calò

pedagogista e politico italiano (1882-1970)

Giovanni Calò (1882 – 1970), pedagogista e politico italiano.

Citazioni di Giovanni Calò modifica

  • Basta pensare a quello che dal suo escogitatore, un ingegnere americano[1], fu detto taylorismo, per intendere quali prospettive si aprano a un'applicazione sapiente di ogni umana energia. Basta considerare a quanto maggior rendimento di lavoro, con economia di tempo, si sia giunti con quel metodo, cioè mediante l'accurata selezione delle capacità individuali e l'esatta, scientifica distribuzione e connessione di sforzi e di movimenti in ogni lavoro anche umilissimo, per intravedere quale enorme importanza economica e morale – per la possibilità, così creata, di una riduzione delle ore di lavoro e di una vita meglio aperta al beneficio della cultura per le classi operaie – possa avere un'intensa e diffusa educazione professionale, in alto e in basso, della nazione.[2]
  • La sua ultima opera, il Sozialidealismus, vuole disegnare, come dice il titolo, la giustificazione idealistica di un nuovo socialismo, che veramente unifichi l'individuo, fatto libero, colla società e corrisponda nello spirito e dia le condizioni a una vera scuola del lavoro, rinnovatrice del popolo tedesco. [3]
  • Partito da Kant, il Nartop è tra i principali rappresentanti, in filosofia, della scuola di Marburg. La filosofia, in tutta la sua ampiezza, è per lui il fondamento della pedagogia, in quanto l'educazione non è che il processo onde nell'individuo si costituiscono il mondo della conoscenza, quello della moralità, quello dell'arte, quello della religione. [3]

Georg Kerschensteiner modifica

Incipit modifica

L'opera che per la prima volta si pubblica ora tradotta in italiano, Il concetto della Scuola di lavoro dell'insigne pedagogista tedesco, già da anni apparteneva alla letteratura pedagogica mondiale, perché non c'era, oramai, lingua di paese civile nella quale essa non fosse stata tradotta.

Citazioni modifica

  • Giustizia vuole si riconosca che l'indirizzo rappresentato dal Kerschensteiner contiene pur sempre verità e orientamenti verso idealtà educative piene di sostanza ancor oggi vitale, e che l'opera dell'educatore bavarese non solo ha in quell'indirizzo una posizione storica di capitale importanza, ma è ricca di analisi e di idee che non hanno neppur oggi perduto il loro valore. (p. VII)
  • La lettura del Windelband e del Natorp che, insieme col Pestalozzi, lo spinsero fino alla conoscenza dell'opera e del pensiero di Kant, e l'influenza diretta di amici personali, come Aloys Fischer ed Edoardo Spranger, la struttura spirituale del quale il Kerschensteiner finì col trovare in molti punti affine alla propria, contribuirono decisamente a segnar il suo indirizzo filosofico-pedagogico. (p. XV)
  • Il concetto della scuola di lavoro non è che un aspetto del suo pensiero e non si comprende nella sua vera essenza e fisionomia, e in tutte le sue conseguenze, se non lo si coglie nella viva articolazione di tutta la dottrina etico-pedagogica del Kerschensteiner, anzi della visione ch'egli ha conquistata del fatto stesso della cultura in generale, cioè in ultima analisi, della vita dello spirito. (p. XVI-XVII)
  • Ciò che piuttosto è da rilevare nel Kerschensteiner è la fortunata forma mentis e la felicità dell'istinto, che gli han consentito, via via che si elevava alla formulazione scientifica e sistematica del suo pensiero, di non mutare sostanzialmente nulla di quel che senso pratico ed esperienza gli avevano suggerito come verità fondamentale, correttrice dell'educazione tradizionale, gli ha consentito, anzi, di trovare insensibilmente un organismo d'idee, una filosofia dello spirito, in gran parte non sua, in cui le sue verità pedagogiche trovassero posto e acquistassero luce, con un'elaborazione, peraltro, e una continua trasfusione del pratico nel teorico e del teorico nel pratico, che sono un'innegabile prova del vigore mentale del Kerschensteiner e che han potuto dare vita a un'opera di lena e di solida struttura com'è la Theorie der Bildung, vero testamento filosofico-pedagogico dell'educatore bavarese. (p. XVII-XVIII)
  • In ogni individuo è presupposta quella che il Kerschensteiner con Teodoro Lipps chiama angeborene potentielle Gewissen (coscienza potenziale innata), che è come l'apriori psicologico della conoscenza, dell'esperienza estetica ed etica, della credenza religiosa. Da essa hanno origine i valori superiori obiettivi, i beni spirituali che si sono andati realizzando nel corso della cultura e che rispecchiano in sé quei principî di normalità che sono impliciti alla coscienza (Bewusstseinsgesetzlichkeiten). (p. XXIV-XXV)

Explicit modifica

Il Kerschensteiner merita di vivere durabilmente tra le poche figure veramente rappresentative di questa fase critica, e ricca di germi, dell'educazione contemporanea.

Note modifica

  1. Frederick Winslow Taylor (1856–1915), ingegnere e imprenditore statunitense.
  2. da Dalla guerra mondiale alla scuola nostra, R. Bemporad & Figlio Editori, Firenze, 1919, parte seconda, pp. 202-203
  3. a b citato in note a Georg Kerschensteiner, Il concetto della Scuola di lavoro, p. 71.

Bibliografia modifica

  • Georg Kerschensteiner, Il concetto della Scuola di lavoro, saggio introduttivo Georg Kerschensteiner di Giovanni Calò, Casa Editrice Marzocco, Firenze 1959.

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