Giorgio Locchi

giornalista e scrittore italiano

Giorgio Locchi (1923 – 1992), giornalista e scrittore italiano.

Giorgio Locchi nel 1977

Citazioni di Giorgio Locchi modifica

  • [Su Henry de Montherlant] Nel rumore del «secolo vile» la sua opera, unicamente attenta ai grandi valori aristocratici, si accampa come una torre d'avorio che è anche un eremo. Discendente dalla stirpe catalana dei conti di Montherlant, questo grande scrittore ha sempre avuto il sentimento preciso di essere l'erede di una tradizione preziosa, di essere chiamato a riaffermarla. Egli amava ricordare come il nonno, zuavo pontificio, avesse «difeso spada alla mano l'eredità dei Cesari» e come il suo bisavolo materno, il conte di Riamcey, avesse guidato il partito legittimista ultramontano ai tempi di Napoleone III. Montherlant si diceva della razza che «urla ai lupi» e vedeva come un segno del destino il fatto di essere venuto alla luce il giorno in cui ricorre il Natale di Roma, il 21 aprile del 1896, a Parigi.[1]
  • [Sulla musica di Richard Wagner] Presente e operante ad ogni momento del Wort-Ton-Drama e della realizzazione del mito, l'"idea della musica" può oggi essere compresa – intellettualmente – come un principio, che organizza in modo radicalmente nuovo lo spaziotempo della rappresentazione e costituisce in tragedia il divenire storico dell'umanità. In virtù di questo principio, la storia non è più lineare, non è più una successione di momenti che l'un l'altro si escludono, non è più unidimensionale. Non ci sono più un inizio ed una fine assoluti della storia. Ad ogni momento il divenire è dato dalla sua totalità; e soltanto muta il suo centro, la prospettiva che esso istituisce. L'istante non è più un "punto", il presente non separa più il passato ed il futuro e non è da essi separato. Il presente è la sfera, di cui "passato", "attualità" e "futuro" sono le tre dimensioni. Il tempo della storia non è unidimensionale; ad essere unidimensionale, invece, è lo spazio della storia, giacché lo spazio della storia (discontinuo), il solo luogo in cui la storia abbia luogo, è la coscienza umana.[2]

Note modifica

  1. Da De Montherlant l'ultimo scrittore aristocratico, Il Tempo, anno XXIX, n. 242, 23 settembre 1972, p. 3.
  2. Da Nietzsche, Wagner e il mito sovrumanista, Akropolis, Napoli, 1982.

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