Giorgia Lepore (scrittrice)

archeologa e scrittrice italiana

Giorgia Lepore (1969 – vivente), scrittrice e archeologa italiana.

Emanuela Chiriacò, edizionieo.it, 10 gennaio 2017.

  • [Essere un'archeologa ti agevola nel processo creativo della scrittura e se sì come?] Non so negli altri casi ma per quanto mi riguarda è stato stretto sin dall'inizio perché il mio primo romanzo è storico con ambientazione alto medievale e io sono un'archeologa medievista; mi sono occupata per tanti anni di quello. Da un punto di vista tematico, il rapporto e anche metodologico è molto forte. Il tipo di indagine si avvicina molto, perché porta a ragionare per strati, fasi, schemi e questo nella scrittura aiuta, soprattutto nella scrittura di un noir perché la metodologia di indagine, per certi versi, è simile. Non dico che siano la stessa cosa, dico però che alcuni modi di ragionare, una certa impostazione mentale possono essere abbastanza simile.
  • [Nell'immaginario collettivo il noir è un genere abitato da animi e penne maschili, tu sconfessi questo assunto e lo arricchisci di una contaminazione tua personale che nella mia recensione ho definito fusion. Il noir è la base su cui tu sperimenti altri generi e li innesti?] Innanzitutto la definizione fusion mi è piaciuta tantissimo perché corrisponde molto bene alla mia idea di noir, di letteratura e di narrativa in generale. Non dovrebbero esistere paletti di genere e non dovrebbero esistere barriere. La distinzione tra generi non la capisco molto, concepisco invece una distinzione di linguaggi, di stili. E non credo che un solo singolo genere sia funzionale alla letteratura contemporanea. Diventa più un limite, una schematizzazione che non agevola la lettura e tanto meno da bene al mondo dell’editoria, già abbastanza in crisi come sappiamo tutti. Quindi se già stento ad accettare i paletti nei generi, immagina come posso accettare i paletti tra maschile e femminile!
  • [Gerri Esposito è un personaggio complicato in apparenza, complesso nella realtà narrativa. Come è nato?] È un po' difficile rispondere a questa domanda, perché i personaggi nascono in una maniera misteriosa, difficile da mettere a fuoco. [...] Banalmente posso dire che mi sono creata un bel giocattolo. È un personaggio con cui gioco molto. L'ho creato un po' come fanno i bambini, che inventano personaggi inesistenti e li coccolano come se fossero veri. 
  • [Oltre a Gerri Esposito, colleghi e superiori, ruotano altri personaggi all'interno di Angelo che sei il mio custode, mi pare che il più dettagliato sia il territorio, il luogo dove la storia si svolge...] Il territorio è fondamentale per la mia formazione. Sono abituata ad avere a che fare con il territorio e con il paesaggio. Archeologia non significa soltanto lo scavo ma anche lo studio del territorio, del paesaggio, lo studio dell'evoluzione di questo paesaggio. Quindi sono abituata a confrontarmi con ciò che si chiama il contesto che in archeologia come in storia è importantissimo. È l'unico personaggio che resta tangibile e quindi lo considero come tale. E questo si sovrappone a una delle caratteristiche tipiche del noir mediterraneo che è proprio la personalizzazione del contesto e del territorio, sia urbano che suburbano. Esiste un forte legame tra il testo narrativo e il contesto in cui la storia si svolge.

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