Gian-Carlo Rota

matematico e filosofo italiano (1932-1999)

Gian-Carlo Rota (1932 – 1999), matematico e filosofo italiano naturalizzato statunitense.

Gian-Carlo Rota

Pensieri discreti

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  • La capacità di divulgare la matematica è più rara della scoperta di un nuovo teorema. Sfortunatamente, nell'attuale cervellotica scala di valori, i divulgatori non vengono ricompensati come meriterebbero. (p. 13)
  • È difficile stabilire se la mancanza di un vero rapporto tra la matematica e la biologia sia tragedia, scandalo o sfida. (p. 14)
  • Perfino dal punto di vista del semplice buon senso, l'ideale della precisione ci appare assurdo. I nostri ragionamenti quotidiani non sono affatto precisi, eppure raggiungono il loro scopo. La natura stessa, dall'universo al gene, è approssimata e imprecisa. (p. 35)
  • Si sente spesso dire che il compito della matematica è quello di «dimostrare teoremi». Se ciò fosse vero dovremmo coerentemente affermare che il compito di uno scrittore è quello di «scrivere delle frasi». (p. 45)
  • I migliori filosofi del nostro secolo soffrono di una comune deformazione professionale: l'incapacità di esprimere con chiarezza e semplicità i loro pensieri. Essi tendono a trasformare un messaggio già di per sé ostico in qualcosa di incomprensibile a causa di un voluto manierismo di stile. (p. 102)
  • Tutte le rivoluzioni, quindi anche la rivoluzione dei computer, vengono analizzate e trascritte negli annali della storia prima ancora che diventino realtà. Finché i computer non erano altro che modeste macchine calcolatrici sia i tuttologi che i grandi scienziati si divertivano a fornire descrizioni non richieste della Nuova Era. Ma non appena la rivoluzione suscitata dalle nuove macchine cominciò a influenzare la nostra vita quotidiana, le congetture sulle caratteristiche della società computerizzata divennero rare in modo sospetto. (p. 130)
  • La matematica è lo studio delle analogie tra le analogie. Tutta la scienza lo è. Gli studiosi vogliono sempre mostrare che due cose che non si assomigliano sono in realtà la stessa cosa. Questo è uno dei più reconditi impulsi freudiani. In effetti, questo è ciò che intendiamo per conoscenza. (p. 165)
  • Il computer è uno strumento che esegue in tempi brevissimi ciò che noi siamo già in grado di fare solo in tempi molto più lunghi. Ogni illusione di donare intelligenza al computer per creare una nuova età dell'oro dovrebbe essere prudentemente attenuata, prima che il pubblico volti le spalle. Se questo evento si verificasse, la nostra civiltà correrebbe un grave rischio. (p. 188)

Bibliografia

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  • Gian-Carlo Rota, Pensieri discreti, a cura di Fabrizio Palombi, traduzione di Fabrizio Palombi, Massimo Piattelli-Palmarini, Luigi Cerlienco, Giorgio Nicoletti, Aldo Tagliaferri, Guido Osimo, Garzanti, Milano, 1993. ISBN 88-11-59877-X

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