Gabriella Ambrosio

scrittrice, saggista e pubblicitaria italiana

Gabriella Ambrosio (1954 – vivente), scrittrice, saggista, pubblicitaria e giornalista italiana.

Gabriella Ambrosio nel 2007

Citazioni di Gabriella Ambrosio

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  • La mia attenzione per questa storia [il delitto di Garlasco] non nasce dall'interesse per il fatto giudiziario in sé, ma dall'interesse per la narrazione di questo fatto. Per come si è raccontato a suo tempo a noi il giovane Alberto Stasi, e per come la cronaca ha poi amplificato questa narrazione.[1]
  • Questa volta l'interesse non è nato da una notizia, e non è nato neanche da un interesse specifico per la cronaca giudiziaria o la cronaca nera. È nato da una battuta durante una cena fra amici. Un'amica regista parlava del casting che stava svolgendo in quei giorni (il casting è il lavoro di ricerca dell'attore dalla faccia giusta per il personaggio giusto), e di un carattere della sua storia che era dotato di forte ambiguità e di una freddezza disturbante. Ecco, lì è arrivata la battuta: una faccia tipo il bocconiano dagli occhi di ghiaccio?, le abbiamo chiesto. "Bocconiano dagli occhi di ghiaccio" è come i giornalisti avevano chiamato sin dai primi giorni il principale, anzi unico indagato del delitto di Garlasco, Alberto Stasi. "Bocconiano" per suggerire l'appartenenza a una classe privilegiata, "occhi di ghiaccio" in riferimento ai suoi occhi molto chiari. Poi in quella cena si è passati a parlare della personalità di Stasi, del suo comportamento. E infine in generale dei processi indiziari e dei processi mediatici.[2]
  • Stasi non si comportava come noi ci aspettavamo, o volevamo che facesse. Non mostrava di soffrire, né per se stesso né tanto meno per la sua fidanzata. Non rilasciava interviste, mentre tutte le altre parti di questa vicenda non ne lesinavano. Anzi, si sentiva oppresso dai giornalisti e a volte li insultava. Odiava il nostro sguardo su quel delitto. E tutti noi abbiamo umanamente ricambiato. La definizione con cui l'abbiamo subito conosciuto, "il bocconiano dagli occhi di ghiaccio", indicava un perbenino dalla freddezza disturbante, un tipo sfuggente, inquietante, sospetto: il phisique du rôle di un potenziale assassino. Tutto questo ha contato, è stato un pre-giudizio iniziale che ci ha coinvolto tutti, e dal quale credo pochi riescano tuttora a liberarsi.[1]
  • [In riferimento a Il garbuglio di Garlasco, il suo libro incentrato sull'assassinio di Chiara Poggi] Volevo esplorare fino in fondo questa storia, in tutti i suoi risvolti umani. Volevo che il lettore riuscisse a mettersi nei panni dei protagonisti, dei familiari della vittima e del condannato, degli avvocati, dei giudici, dei periti e di tutti quelli che hanno avuto una voce in capitolo o anche solo un sentimento nella vicenda. Solo il genere del romanzo riesce a darti questo. Ma chiariamo, non si tratta affatto di un romanzo "liberamente tratto da". Al contrario: questo è un romanzo dove ogni parola è vera. Per questo è stato così difficile scriverlo. Mi muovevo in territorio minato, mettendo in scena con nome e cognome persone ancora estremamente coinvolte nella vicenda. In definitiva, il risultato è un libro di genere ibrido, di quello che viene variamente etichettato sotto la macro-area della narrativa non fiction.[2]
  1. a b Dal comunicato stampa «Ecco perché ho deciso di raccontare il dietro le quinte del delitto di Garlasco», rubbettinonews.it. 2022.
  2. a b Citato in Luca Martini, Il delitto di Garlasco visto da Gabriella Ambrosio, filodiritto.com, 12 maggio 2022.

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