Frida Nacinovich

giornalista e scrittrice italiana

Frida Nacinovich (1971 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.

Intervista a Frida Nacinovich

sinistrasindacale.it, 5 febbraio 2019.

  • [Da dove nasce l'idea di realizzare questo libro [A parole lore]?] Io vengo da un giornale politico, ho lavorato a Liberazione e prima ancora al Manifesto, e quindi è sempre stato molto semplice occuparsi del lavoro e dei diritti di chi lavora. A questo punto dico alla CGIL che ero interessata a coprire e ad intervistare sì gli iscritti al principale Sindacato italiano, ma soprattutto lavoratori per avere appunto con "parole loro" uno spaccato del mondo del lavoro raccontato da chi lo vive. Perché in fondo chi manda avanti questo Paese?
  • [Come hanno reagito nel sindacato a questa tua proposta?] All'inizio con scetticismo perché magari ti dicono che la CGIL è un insieme di funzionari e dunque di queste interviste ne troverai poche. E invece no. Sono riuscita a trovare sindacalisti tra i braccianti e le braccianti della Puglia. Che dimostra come ci sia un lavoro enorme svolto da queste persone che tante volte non va sottovalutato, fatto da delegati che cercano, mettendoci la faccia e rischiando di persona perché non c’è più l'Articolo 18, di combattere posto dopo posto anche perché con la crisi il ricatto è diventato altissimo. Una cosa poi mi ha impressionato molto. Una volta quando vedevi qualcuno gli chiedevi che cosa aveva fatto in vacanza e via dicendo. Ora invece la prima cosa che si chiede è che lavoro fa. Perché attraverso il lavoro tu decidi come realizzare i tuoi sogni e come trascorrere le tue giornate. È insomma un pezzo importantissimo della vita di ciascuno di noi. E infatti quello che vien fuori dal libro malgrado tutto è appunto "l'amore per il lavoro". Ciascuna di queste voci cerca di difendere più che può il suo posto di lavoro perché gli operai vorrebbero che le fabbriche non chiudessero mai, perché lavorare è veramente anche mettere tutti noi e tutte le nostre competenze a disposizione e anche perché senza lavoro non andrebbe avanti la vita.  
  • [Nel libro hai raccontato tante situazioni. Ce n'è qualcuna che ti ha colpito di più?] Tra le storie che mi hanno colpito, quelle che fanno male al cuore, molte riguardano la questione della tecnologia che ha generato delle contraddizioni. Da un lato si dice che appunto la tecnologia toglie il lavoro perché, ed è vero, nelle fabbriche ci sarà bisogno di meno mano d'opera proprio per l'avanzare dell'automazione. Altre storie invece ti fanno tornare indietro all'Ottocento. Come quelle delle braccianti che non possono nemmeno fare la pausa per andare a fare la pipì con i caporali che le spiano.

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