Francesco Acri
filosofo e storico della filosofia italiano (1834-1913)
Francesco Acri (1834 – 1913), filosofo e storico della filosofia italiano.
Citazioni su Francesco Acri
modifica- L'Acri non mutò mai costume. Pago delle sue ricchezze interiori, egli non ebbe mai nulla da chiedere; e non si dolse mai del silenzio in mezzo al quale visse.
Per un fenomeno che a prima vista può sembrare strano, egli non assorbì nulla del tumulto della vita contemporanea, che attorno a lui si svolse.
Scrisse e parlò sempre come un uomo antico; ed i modi del dire li trasse dagli esemplari della nostra prosa trecentesca, e, tra gli scrittori a noi più vicini, non preferì che il Leopardi.
- L'Acri non polemizzava, ed anche nei dibattiti più aspri, nei quali non potette esimersi dall'intervenire, egli esprimeva il suo giudizio serenamente, quasi sorridendo. La tempesta si quietava per un momento. Egli invitava a meditare, niente altro.
- Nel curare l'espressione del suo pensiero le sue fatiche non ebbero limite. La parola era per lui qualche cosa di sacro, e lo scrivere quasi una funzione religiosa. Soleva meditare una frase, un periodo per mesi interi; e quando gli affiorava alle labbra l'espressione lungamente ricercata ne gioiva come un fanciullo. E preferiva chiedere aiuto nell'affannosa ricerca non ai lèssici e tanto meno ai dizionarii, come fu abitudine dei parnassiani d'oltre Alpe, ma alla bellezza delle cose esteriori. Lo spettacolo di un filare di alberi svettanti al vento, di un fiume che si veste di colori tremuli sotto il sole, d'una campagna che si perde all'orizzonte, di un brolo canoro di uccelli gli dava l'emozione necessaria per crearsi il linguaggio. Bologna ricorda il vecchio maestro attraversare i portici per riuscire sopra una via campestre e soffermarsi di tanto in tanto a riguardare i giochi della luce tra le foglie.
- Non si compiacque mai di aver discepoli, ma amici pensosi come lui di scoprire quanto di divino è in noi e fuori di noi; e, fatta la scoperta, trovare la parola divina per ripeterla agli altri ed incitarli a possederla. Con un medesimo atto – soleva ripetere ai giovani – Dio generò il Verbo ed il mondo.
Fu un filosofo e nel medesimo tempo un poeta; e come tale, direbbe Goethe, coscienziosamente uomo.
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