Francesca Gino
accademica e scienziata del comportamento organizzativo italo-statunitense
Francesca Gino (1978 – vivente), accademica e scienziata del comportamento organizzativo italo-statunitense.
Intervista di Giampaolo Colletti, startupitalia.eu, 10 maggio 2022.
- [Come si sta ridefinendo il paradigma del nuovo leader? Genio e sregolatezza o altro?] Molte aziende parlano dell'importanza della diversità e dell'inclusione, ma pochi dei loro leader in realtà comprendono cosa comporta e quali approcci sono più efficaci. La diversità non consiste nel contare le persone: si tratta di farle contare. Questo è ciò che fanno i leader ribelli: comprendono e cercano di creare. I leader di successo che fanno la differenza con il loro lavoro sono ribelli: persone che non accettano lo status quo, ma che pensano in modo diverso rispetto a situazioni nelle quali altri non si farebbero domande. Sono persone che sono pronte ed aperte a confrontarsi con altri, anche quando questi altri hanno idee diverse dalle loro. Sono persone che affrontano il lavoro con curiosità e autenticità.
- [Sta avvenendo un cambio di passo?] Da decenni ormai i leader si sono concentrati eccessivamente sull'avere processi efficienti e sul coinvolgimento dei dipendenti per seguirli. Ora hanno bisogno di riflettere consapevolmente su quanto la conformità aiuta o danneggia il business, e quanto invece occorra incoraggiare la ribellione: comportamenti che si discostano dalle norme organizzative, dalle azioni degli altri o dalle aspettative comuni a vantaggio dell’organizzazione e dell'esperienza che ciascuno di noi ha nel lavoro.
- [Quali caratteristiche dovrebbero avere oggi le aziende?] Dovrebbero essere più simili alle navi pirata del sedicesimo secolo, organizzazioni che ho studiato in profondità mentre stavo lavorando al libro [Talenti ribelli]. In quel periodo, circa duecento anni prima della fine della schiavitù negli Stati Uniti, le navi pirata erano le organizzazioni più diverse del pianeta. Assumevano persone in base alle loro capacità e impegno piuttosto che al loro genere o razza. Ma erano anche interessanti per un altro motivo. Il capitano veniva eletto dall'equipaggio e l'equipaggio poteva rimuovere il capitano se non si comportava in modo adeguato nei confronti dell'equipaggio. Quando ho appreso questo dettaglio, ho iniziato a farmi una domanda semplice ma importante. Una domanda che probabilmente i capitani si ponevano regolarmente: sono il leader che il mio equipaggio sceglierebbe oggi? Ogni leader trarrebbe beneficio dal porsi questa domanda più regolarmente.
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