Amos Oz

scrittore e saggista israeliano
(Reindirizzamento da Fima)

Amos Oz (1939 – 2018), scrittore israeliano.

Amos Oz nel 2005

Citazioni di Amos Oz

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  • Anch'io ho una verità assoluta. Sono convinto che sia sempre un male infliggere dolore a qualcuno. Se dovessi sintetizzare tutti e dieci i comandamenti in un unico comandamento, in assoluto direi: non infliggere dolore a nessuno. Questo è il punto fermo della filosofia della mia vita. Il resto è relativo. (dall'intervista di Nuccio Ordine, Io, Amos Oz il mediatore. Un colloquio, Corriere della sera, 1° ottobre 2007)
  • C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. (da Una storia di amore e di tenebra, traduzione di E. Loewenthal, Feltrinelli)
  • [...] forse la verità assoluta esiste e forse no, questa questione la lasciamo ai filosofi, però ogni imbecille e ogni carogna sa bene cosa sia la menzogna.[1]
  • I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale. (da Una storia di amore e di tenebra)
  • Il fanatico è un punto esclamativo ambulante. La lotta contro il fanatismo farebbe bene a non replicare con un punto eslamativo opposto.[2]
  • Impariamo a rispettare gli altri popoli: ogni uomo è creato a immagine divina, anche se se lo dimentica continuamente. (da Una storia di amore e di tenebra)
  • La Sicilia ha una storia lunga e complessa e allo stesso modo Israele ha una storia lunga e complessa.[3]
  • La vita è piena di dolore e finisce sempre molto male.[4]
  • Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte. (da Contro il fanatismo)

Da La speranza abita il cuore di ogni uomo

Intervista di Alessandro Zaccuri, Avvenire, 18 dicembre 2011

  • Israele è un Paese che nasce dai sogni e dalla speranza.
  • Tra speranza e realismo il legame è strettissimo, inscindibile.
  • [La speranza] Non è una virtù per tempi tranquilli, ma è l'unica virtù di cui abbiamo necessità assoluta nelle epoche di instabilità e incertezza, come questa che stiamo vivendo.
  • Speranza e paura sono separate da una linea sottilissima, ma per fortuna ciascuno di noi può decidere da che parte stare.
  • Considero la speranza un elemento universale, che precede il manifestarsi storico delle religioni.
  • La famiglia è una buona scuola per qualsiasi materia.
In famiglia si impara tutto. Meglio, la famiglia è una buona scuola per qualsiasi materia. Per la speranza, ma anche per la disperazione. È il microcosmo della vita umana, oltre che il tema centrale della letteratura. Vede, se mi chiedessero di sintetizzare in una sola parola l'argomento dei miei libri, risponderei con "famiglie". Se me ne concedessero due, invece, direi "famiglie infelici".[5]

Intervista di Juan Carlos Sanz, Rep.repubblica.it, traduzione di Luis E. Moriones, 12 maggio 2018.

  • Amo Gerusalemme. Ma ho bisogno di mantenere una certa distanza. È troppo conservatrice, in termini ideologici e religiosi. A Gerusalemme quasi tutti hanno una loro formula personale per ottenere la salvezza o la redenzione. Cristiani, musulmani, ebrei, pacifisti, atei, razzisti, tutti.
  • Dobbiamo fare due appartamenti. Israele e, nella porta accanto, la Palestina. Poi dovremo imparare a dirci 'buongiorno' per le scale. Più avanti saremo in grado di farci una visita, di andare a prendere un caffè a casa dell'altro... E perfino di cucinare insieme: un mercato comune, una federazione o confederazione... ma prima bisogna dividere la casa.
  • È un’epoca di semplificazioni. La gente si aspetta risposte semplici e non teme più di sembrare estremista. Ottanta anni fa avevamo paura di Hitler o di Stalin.

Cinque notti prima della disgrazia Fima fece un sogno che, alle cinque e mezzo del mattino, registrò sul suo taccuino scuro che stava sempre riposto sotto la pila di giornali e logore riviste, per terra ai piedi del letto. Fima aveva preso l'abitudine di mettere per iscritto quel che vedeva di notte, quando era ancora coricato, mentre il primo chiarore del mattino filtrava fra gli spiragli delle persiane. Se poi non aveva visto nulla, o aveva dimenticato quel che aveva visto, anche in questo caso accendeva la luce, strizzava un po' gli occhi, si metteva seduto e, usando una spessa rivista come piano d'appoggio sulle ginocchia alzate, scriveva per esempio:

"Venti dicembre – notte vuota".
Oppure
"Quattro gennaio – qualcosa con una volpe e una scala, ma i particolari se ne sono andati".

Citazioni

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  • Capita, vero Fima, che quando si guarda un animale si pensa che forse lui ricorda qualcosa che le persone hanno dimenticato.
  • Per alcuni versi, Efraim, le donne sono esattamente come noi, ma per altri sono completamente diverse; ma in quale senso fossero come noi e in quale no.. non l'ho ancora imparato.
  • Non importa bambino, la pioggia passerà, l'inverno passerà; noi dormiremo come le tartarughe e poi ci alzeremo e pianteremo verdura. Saremo solo buoni, e vedrai che andrà tutto bene.

Incipit di alcune opere

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Conoscere una donna

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Yoel sollevò l'oggetto dallo scaffale, e lo osservò da vicino. Gli dolevano gli occhi. L'agente immobiliare pensò che non avesse sentito la domanda, e quindi ripeté: "Vogliamo dare un'occhiata sul retro?". Anche se aveva già deciso, Yoel non si affrettò a rispondere. Era abituato a prendere tempo prima di dare una risposta, anche se si trattava di domande semplici del tipo "come stai?" oppure "cosa hanno detto detto al telegiornale?". Come se le parole fossero oggetti personali dai quali non era bene separarsi.

Contro il fanatismo

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Un conto è dar la caccia a un manipolo di fanatici sui monti dell'Afghanistan o per i meandri di Gaza e Baghdad. Tutt'altra cosa è invece arginare, guarire dal fanatismo. Per parte mia non ho alcuna specifica competenza nel campo della caccia, ma serbo qualche pensiero sulla natura del fanatismo e sui modi per ammansirlo, se non redimerlo. L'attacco all'America dell'11 settembre non è classificabile tout court come uno scontro fra povertà e ricchezza. Però non sono qui per parlare di guerra e pace e pace e amore e amore e rancore – di cui avremo modo di discutere, spero, in un'altra occasione, e più a lungo. Quest'oggi sono qui per parlarvi della mia attività. Operazione incestuosa da parte di un autore, questo disquisire del proprio scrivere. Molti anni fa pubblicai un libro per ragazzi, intitolato Soumchi: vi svelavo qualcosa della mia infanzia, in tono assai intimo, in prima persona. Allora un giornalista mi abbordò chiedendomi: "Signor Oz, può dirci per favore con parole sue di che cosa tratta questo libro?".

Una storia di amore e di tenebra

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Sono nato e cresciuto in un minuscolo appartamento al piano terra, forse trenta metri quadri sotto un soffitto basso: i miei genitori dormivano su un divano letto che la sera, quando s'apriva, occupava quasi tutta la stanza, da una parete all'altra. La mattina presto ripiegavano il divano comprimendolo per bene, nascondevano lenzuola e coperte nel buio del cassetto che stava lì sotto, rivoltavano il materasso, chiudevano, sistemavano, stendevano su tutto un rivestimento grigio chiaro e infine disponevano qualche cuscino ricamato in stile orientale, occultando con ciò ogni traccia del loro sonno notturno. E così, la stanza fungeva da camera da letto, studio, biblioteca, tinello e perfino salotto.

Bibliografia

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  • Amos Oz, Conoscere una donna, traduzione di Alessandro Guetta, Feltrinelli.
  • Amos Oz, Contro il fanatismo, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli.
  • Amos Oz, Fima, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli.
  • Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, Milano, 2003.
  1. Da Conoscere una donna, traduzione di Alessandro Guetta, Feltrinelli, Milano, 2002, p. 165. ISBN 9788807816246
  2. Da Cari fanatici, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli, Milano, 2020, p. 27. ISBN 9788858839829
  3. Audio disponibile in Amos Oz vince premio Tomasi di Lampedusa: "Sicilia come Israele", Il Sole 24 Ore, 12 agosto 2012.
  4. Da Amos Oz, Shira Hadad, Sulla scrittura, sull'amore, sulla colpa e altri piaceri, traduzione di Elena Loewenthal, Feltrinelli, Milano, 2019. ISBN 9788858837375
  5. Citato in Di cosa scriveva Amos Oz, di cosa scrivono tutti, su ilpost.it.

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