Ferruccio Parazzoli
scrittore e saggista italiano (1935-)
Ferruccio Parazzoli (1935 – vivente), scrittore italiano.
Citazioni di Ferruccio Parazzoli
modifica- È la conclusione di una lotta mortale. È il progetto di asfissia del cristianesimo e di ogni altra forza che si opponga in nome di una fede ad un potere che si è venuto ad identificare con lo Stato, ad una democrazia che è stata di mano in mano, subdolamente o apertamente, sostituita da una tecnocrazia manovrata da oscure oligarchie economiche che, attraverso alcuni ingenui e ambiziosi intellettuali, si sono impadronite degli strumento di comunicazione, sotto la mascherata di un'élite laicista. (da 1994 - La nudità e la spada, parte seconda: 1994, cap. IX, p. 122)
Da L'ispirazione ormai fa paura: così la letteratura diventa finta
Intervista di Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 23 novembre 2009
- L'idea, piccola o immensa, da cui nasce un'opera letteraria scatta [...] nel punto esatto in cui la linea orizzontale dell'esperienza interseca quella verticale dell'arte. Per Pavese è il ronzio della mosca dentro a un bicchiere...
- La lingua, per uno scrittore, non è mai ovvia, scontata: la lingua dei gialli da classifica è morbida, penetrabile, adatta al mercato e al lettore debole, che vuole essere consolato o eccitato. Il lettore vero cerca nella letteratura un mezzo per decifrare il mondo e battersi contro il caos. Il lettore vero cerca nella letteratura un mezzo per decifrare il mondo e battersi contro il caos.
- Oggi si sente forte la necessità di avere una specie di concept da cui si sviluppa la trama, ma quando nel pensiero di chi scrive subentrano le richieste dell'editoria, si parte male. L'editoria oggi vuole dei bollini da marketing, un marchio riconoscibile da vendere: vuole la violenza o il sublime, l'aggancio alla realtà o il suo opposto, la trama forte eccetera.
- Una volta nell'editoria c'era il direttore letterario che non doveva rispondere a nessuno. Oggi il direttore letterario è anche direttore editoriale: non giudica più sulla base del valore ma sulle richieste del marketing. Il suo giudizio non è letterario ma editoriale e attiene alla vendibilità e alle possibilità di essere visibili nei mass media. Così succede che piove sempre sul bagnato: i libri si pubblicano se danno la garanzia di poter approdare alla televisione e quando si pubblicano si sa già che andranno sicuramente in tv.
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