Ferruccio Fölkel (1921 – 2002), scrittore e poeta italiano.

Citazioni di Ferruccio Fölkel modifica

  • Ahi, Tri(e)ste, Trieste, cara città natale | madre mia adorata, sconsolato amore | come farti riconoscere dal figlio lontano | come dirti che il tuo destino italiano | è solamente dolore e morte. (da Triste Tri(e)ste, in Monàde, Guanda, Parma, 1978[1])
  • Il mito asburgico era una cosa dentro di me... talmente connaturato, me ne sono liberato solo molto recentemente [...]. Un po' dentro di me ne sorridevo, un po' mi piaceva. Mi piaceva, perché pensavo che fosse un mondo... un bel mondo insomma... Non il mondo della guerra.[2]
  • Quando io nacqui [...], papà [trasferitosi a Trieste nel 1920 come voleva la moglie] era inesistente. Si accomiatò insieme all'Impero [Impero austro-ungarico], non sopravvisse al suo Sovrano, alla così chiamata e mai ben spiegata Katastrophe, a un mondo che, di fatto, da sé solo si era giocato la sua sopravvivenza. Il resto della vita di papà fu una lunga agonia simile a quella dei popoli che avevano costituito il dominio asburgico.[3]

Note modifica

  1. Citato in Zeno Saracino, L'eredità triestina di Ferruccio Fölkel, a cent'anni dalla nascita (1921-2021), clubtouristitriestini.blogspot.com, 10 aprile 2021.
  2. Citato in R. Lunzer, Intervista su Trieste. In memoriam, in Una sera con Fery. Omaggio a Ferruccio Fölkel, a cura di C. Benussi, Hammerle, Trieste, 2003, p. 51.
  3. Da Racconto del 5744, Pordenone, Studio Tesi, 1987, p. 69. Citato in Anna Millo, Ferruccio Fölkel: un intellettuale triestino tra storia e letteratura, Nuova Corvina, n. 19, 2007, p. 84; riportato in italogramma.elte.hu.

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