Ferdinando II di Napoli

re di Napoli (r. 1495-1496)

Ferdinando Trastámara d'Aragona (1424 – 1494), re di Napoli, soprannominato Ferrandino.

Ritratto di re Ferrandino

Citazioni di Ferdinando II di Napoli

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  • De la partenza mia chi si contenta, | chi se 'nde allegra, e ride a chi li piace, | chi se 'nde dole e chi se 'nde lamenta, | chi se 'nde aflige e chi se 'nde desface. | Chi tira in questo affanno e chi m'alenta, | chi se 'nde dole e chi se 'nde despiace. | La misera arma mia che se tormenta | in questo fuoco se consuma e tace.[1]

Citazioni su Ferdinando II di Napoli

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  • Adoncha, questo re Ferdinando, hessendo in extremis lì a Soma [...] morite di età di anni 28, non havendo regnado pacifice pur un zorno, imo sempre stato in fatiche, affanni et exercicii bellici. Era dotato di molte parte, liberal, gratioso, bello et di la persona prosperoso. (Marin Sanudo il Giovane)
  • Ferrando, stanco per le molte fatiche della guerra, ammalò di flusso di corpo [...]. Era egli di una complessione di corpo molto forte da poter sopportare ogni gran furia di male; ma disordinando troppo negli abbracciamenti della nuova moglie [...] et già essendo quasi pestilente l'autunno, non poté reggere la violenza del male. Dicesi che niun Re non fu mai sepolto con maggiori, o veramente con più vere, lagrime d'ogni qualità d'huomini. Percioché egli pieno di tanta virtù d'animo, e di corpo, con iniqua legge di destino, era morto in mezo il fiore dell'età sua, et nel principio proprio della vittoria acquistata, et del regno rihavuto, allora ch'egli doveva pigliare il primo frutto delle sue fatiche. (Paolo Giovio)
  • [...] giovane che manifestava con arti contrarie a quelle del padre voler giugnere al segno della vera gloria, come per confessione di tutte le genti vi sarebbe giunto poi, se l'avverso fato del regno in sul fiorir degli anni non glielo avesse tolto. (Camillo Porzio)
  • Re Ferrandino, il quale troppo tosto, sopra l'ordine del trionfo della sua vittoria, per iniquità delle parche, in un soffio fu levato di questo mondo. (Paolo Giovio)
  1. Citato in Francesco Torraca, Discussioni e ricerche letterarie, F. Vigo, Livorno, 1888, p. 153.

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