Fantasma dell'Opera (personaggio)

personaggio immaginario

Il Fantasma dell'Opera, vero nome Erik, protagonista del romanzo Il fantasma dell'Opera di Gaston Leroux e degli adattamenti dell'opera.

Lon Chaney nel ruolo del fantasma nel film The Phantom of the Opera (1925)

Citazioni del Fantasma dell'Opera

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  • È vero, Christine! Non sono un angelo, né un genio, né un fantasma,... sono Erik. (Gaston Leroux, Il fantasma dell'Opera)
  • Impara che sono fatto interamente di morte, dalla testa ai piedi, che è un cadavere quello che ti ama, ti adora e non ti lascerà mai, mai più. (Il fantasma dell'Opera, musical)

Citazioni sul Fantasma dell'Opera

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Gaston Leroux, Il fantasma dell'Opera

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  • È di una straordinaria magrezza e il suo abito nero svolazza sopra un'ossatura scheletrica. I suoi occhi sono così infossati che non si distinguono bene le pupille immobili. Non si vedono, insomma, che due fori profondi come nei crani dei morti. La sua pelle, tesa sull'ossatura come una pelle di tamburo, non è bianca ma orribilmente giallastra; il suo naso è talmente piccolo da non poter essere distinto di profilo e la mancanza di naso è una cosa orribile a vedersi. Due o tre lunghe ciocche brune sulla fronte e dietro le orecchie fanno le veci della capigliatura.
  • Non bisogna credere, Raoul, che [Erik] sia semplicemente un uomo che si sia voluto divertire ad abitare sotto la terra. Fa delle cose che nessun altro uomo sarebbe capace di fare; sa delle cose che i vivi ignorano.
  • Oh! Raoul, quella cosa! Come riuscire a dimenticare quella cosa! Se le mie orecchie sono piene per sempre delle sue grida, i miei occhi sono per sempre ossessionati dal suo viso. Che immagine! Com'è possibile non vederla più e come farvela vedere? [...] Ma provate a immaginare, se ci riuscite, il teschio della morte che improvvisamente si mette a vivere per esprimere con i quattro fori neri degli occhi, del naso e della bocca, la sua infinita collera, il furore sovrumano d'un demonio e nessuno sguardo nei buchi degli occhi perché, come ho saputo più tardi, i suoi occhi di brace non si vedeono che nella notte profonda... dovevo essere, attaccata al muro, l'immagine stessa dello Spavento così come lui era quella della Laidezza.
  • Povero, infelice Erik! Bisogna compatirlo? Bisogna maledirlo? Non chiedeva che di essere uno qualsiasi, come tutti gli altri! Ma era troppo brutto! E dovette nascondere il suo genio o usarlo per fare il male, mentre se avesse avuto una faccia normale, sarebbe stato un uomo dei più nobili! Aveva un cuore che avrebbe potuto contenere tutto il mondo e dovette infine contentarsi di una cantina. Decisamente bisogna compatire il fantasma dell'Opéra.

Romanzi

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Musical

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